Governare il cambiamento è possibile? Sì, a patto che la politica faccia il suo mestiere: dare regole. A questa conclusione sono giunti ieri pomeriggio Giovanni Pitruzzella, presidente Antitrust, Franco Bernabè, ex numero uno di Telecom, Francesco Boccia, presidente della commissione Finanze della Camera, e Fabrizio Carotti, direttore generale Fieg. Tutti intervenuti alla presentazione di Sboom, sappiamo ancora sostenere il cambiamento?, nuovo libro di Roberto Sommella, giornalista economico, saggista e capo delle relazioni esterne all’Antitrust.
(CHI C’ERA ALLA PRESENTAZIONE DI SBOOM SECONDO PIZZI. TUTTE LE FOTO)
Il mondo è cambiato. Anzi, sta ancora cambiando. Ma soprattutto è governato da giganti come Facebook, Amazon e Google. Figli di una rivoluzione digitale che l’Europa stenta a tenere sotto controllo. Con il risultato che i colossi americani fanno il bello e il cattivo tempo in tre quarti del globo. In Europa, addirittura, pagano tasse ridicole.
LA RIVOLUZIONE DIGITALE? UN PROBLEMA “PESANTE”
Il primo a essere preoccupato per lo scarso polso dell’Europa verso i giganti del web è proprio Bernabè, che il mondo delle tlc lo conosce bene: sei anni a capo di Telecom (dal 2007 al 2013) in veste di presidente esecutivo. “Inutile nasconderlo, c’è una condizione di monopolio di questi soggetti. Servono delle regole, perché lo sboom è un problema pesante”. Già lo sboom. La rivoluzione digitale ha sovvertito tutti gli equilibri del pianeta, economici e non. E quello che appariva prima come una novità (Google e i suoi fratelli) oggi invece detta legge. Quasi un effetto collaterale piuttosto indesiderato. Bernabè usa toni forti: “La rivoluzione digitale si è mangiata la classe media, cambiando tutto. E oggi questi giganti sono regolamentati solo in alcuni Paesi”. L’ex manager prende atto dei primi timidi passi dell’Ue, che proprio ieri ha sferrato un attacco a Google e Facebook, autorizzando per mezzo della Corte di giustizia europea i cittadini europei a richiedere di vietare a Facebook o ad altri colossi del web di conservare negli Usa i dati dei propri iscritti.
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LA TERZA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE
Per Giovanni Pitruzzella, presidente dell’Antitrust, “siamo dinnanzi alla terza rivoluzione industriale. Tutto è cambiato, capitale, lavoro, società”. E allora? L’Autorità per la concorrenza chiede da tempo regole sugli over the top, i giganti del web, insieme all’Agcom. Perché il digitale “è si una risorsa, ma va comunque regolamentato. In questo l’Antitrust ha spesso e volentieri fatto sentire la sua voce”. Regole uguali per tutti che per il presidente dell’Antitrust sono il sale della concorrenza e del mercato. Ma che oggi mancano.
L’EUROPA NON ALZI BANDIERA BIANCA
Per l’economista Francesco Boccia, deputato Pd, l’Europa corre un rischio enorme. “Alzare bandiera bianca dinnanzi i colossi digitali che grazie allo sboom incidono oggi sulla vita di 3 miliardi di persone. Io credo ancora in questa Europa, ma è tempo di fissare regole. Non possiamo accettare che qualcuno, dall’altra parte dell’oceano ci dica chi siamo e cosa facciamo”. Eccolo il punto. “Serve capacità di prendere decisioni, perché non possiamo pensare che le prendano le lobby. Questa rivoluzione ha stravolto le regole, è vero. Ma non si può mica accettare che qualcuno di questi giganti detti legge da qualche sede in qualche paesino sperduto in Irlanda”, ha detto Boccia. Riferimento non troppo velato ai marchingegni allestiti ad esempio da Apple e Google per pagare meno tasse sugli utili e fatturare ugualmente in Ue. Poi c’è la questione del diritto d’autore. E di Google che fa incetta di notizie spesso senza pagarle. Per il direttore della Fieg Carotti l’Italia “rimane un Paese di lettori, oggi ce ne sono 47 milioni. E molti di questi leggono giornali, a dispetto delle pubblicazioni online”, afferma. Finisce il dibattito e si ritorna al punto di partenza. A chi l’onere di governare il cambiamento.
“La risposa deve venire dalla politica”, conclude l’autore Sommella.
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