Skip to main content

Che cosa (non) dice la risoluzione Onu sull’Isis

Anche il Consiglio di Sicurezza dell’Onu ha detto la sua sul conflitto che infiamma la Siria e l’Iraq, giunto ormai anche in Europa. Sabato scorso, l’organo delle Nazioni Unite che delibera in modo non esclusivo su atti di aggressione o di minaccia alla pace e alla sicurezza internazionale, ha approvato all’unanimità una risoluzione presentata dalla Francia in risposta alla strage di Parigi. Un documento, ispirato alla risoluzione adottata dopo gli attacchi dell’11 Settembre del 2001, che in molti hanno scambiato per un disco verde a condurre un conflitto contro i jihadisti dello Stato Islamico. Ma cosa dice di preciso il testo?

IL DOCUMENTO

Dopo una lunga introduzione, il Consiglio ha espresso frasi di condanna per gli attacchi condotti nel Vecchio continente, in Nord Africa e in Medio Oriente dai drappi neri  (punto 1) e di solidarietà nei confronti dei Paesi colpiti e di quelli impegnati nella lotta al terrore (Tunisia, Turchia, Federazione russa, Libano e Francia, tra gli altri). L’organo ha poi invitato gli Stati membri “a raddoppiare e coordinare gli sforzi per prevenire e reprimere gli atti terroristici” (punto 5).

CHE COSA DICE LA RISOLUZIONE

Nella risoluzione si esprime sdegno per “la continua e sistematica violazione dei diritti umani” perpetrata dai jihadisti (punto 3), li si ritiene responsabili per ciò che sta accadendo in quel teatro di guerra (punto 4) e si chiede anche ai Paesi delle Nazioni Unite di “intensificare i propri sforzi per arginare il flusso dei foreign fighter (i combattenti con passaporto occidentale che si uniscono alla causa dell’Isis) e prevenire e reprimere i finanziamenti al terrorismo” (punto 6), così come aveva rimarcato il presidente americano Barack Obama nel suo intervento di pochi giorni fa da Kuala Lumpur.

IL TESTO

Nell’introduzione, il documento dice anche che “lo Stato Islamico dell’Iraq e del Levante (Isil, noto anche come Isis o Is) rappresenta una minaccia globale e senza precedenti alla pace e alla sicurezza internazionale”, ribadisce “che lo sono anche il Fronte al Nusra e tutti gli altri individui, gruppi ed entità legate ad al Qaeda” ed esprime la voglia del Consiglio di “combattere con tutti i mezzi questa minaccia senza precedenti”.

IL NODO

Il documento, però, rilevano gli esperti, non dev’essere scambiato per un’autorizzazione a un intervento militare.
Come si legge nel punto 5 della risoluzione, l’Onu “invita gli Stati membri che hanno la capacità a prendere tutte le misure necessarie (contro il terrorismo, ndr), nel rispetto del diritto internazionale, in particolare con la Carta delle Nazioni Unite”. Il riferimento è al capitolo sette della Carta Onu, il solo che, se adottato, può dare il via libera all’uso della forza. L’altra strada sarebbe quella di una richiesta formale di aiuto da parte del regime siriano. Al momento, però, solo Mosca ha ricevuto da Damasco il permesso ad avere suoi velivoli nel proprio spazio aereo.

LO SCENARIO

La risoluzione è la quattordicesima adottata dall’organo del Palazzo di vetro dal 1999 ed è stata approvata una settimana esatta dopo gli attentati di Parigi. Non è il solo episodio ricordato nel documento. Nell’ultimo mese l’Isis ha insanguinato Beirut, in Libano, dove hanno perso la vita 43 persone e ha rivendicato l’abbattimento di un aereo della compagnia russa Metrojet che volava sul Sinai. In questo momento, in risposta a questa ondata di violenza, la Francia ha deciso di intensificare il suo impegno in Siria (finora bombardava solo in Iraq). Con Parigi c’è Mosca, che già da qualche settimana aveva iniziato a colpire i drappi neri, ma anche i ribelli ostili alla dittatura di Bashar al-Assad (la sua figura è al momento il vero punto di divisione tra il Cremlino, che lo vorrebbe ancora al comando, e la Casa Bianca, che ne chiede la deposizione). Nei prossimi giorni, a Francia e Russia potrebbe unirsi anche il Regno Unito: il premier David Cameron chiederà presto al suo Parlamento di dargli il via libera. La situazione è in continuo cambiamento. Giovedì pomeriggio il presidente francese François Hollande e quello russo Vladimir Putin s’incontreranno per concordare una strategia comune. Per l’Eliseo sarà però solo l’ultima tappa di un tour diplomatico iniziato ieri con Londra e che continuerà domani a Washington con Obama, mercoledì con la cancelliera tedesca Angela Merkel e giovedì mattina con l’incontro con il presidente del Consiglio italiano Matteo Renzi.

×

Iscriviti alla newsletter