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Guerra jihadista all’Europa e all’Occidente

Siamo in guerra. Sì, lo siamo.

L’Europa che per decenni ha coltivato il sentimento della pace, e molto anche se ne era cullata, riscopre il dramma di tornare ad essere un teatro di morte e barbarie.

Quanto è accaduto nella notte di Parigi segnala una evidente strategia di destabilizzazione del vecchio continente. Non c’è più (solo) il rischio del “lupo solitario” capace di colpire in un qualunque luogo e in qualunque momento. A questo si aggiunge una capacità militare di pianificazione di attacchi che oltre a seminare vittime innocenti produce il risultato più grande e più grave: la paura.

Il terrore è una potentissima arma, tanto più efficace se indirizzata verso popolazioni non abituate, non pronte, a scenari di questa intensità. L’emotività è difficile da essere compressa ma chi ha responsabilità deve esercitare uno sforzo di razionalità. Non si può essere sempre neutrali e limitarsi a predicare la pace lasciando che siano altri a combattere le nostre battaglie.

La libertà è un valore a fondamento della nostra società ma è una conquista relativamente recente ed è soprattutto una conquista che riguarda solo una parte del pianeta. La nostra libertà ci rende allo stesso tempo più forti ed anche più vulnerabili.

Al di là delle polemiche, è chiaro che c’è e ci sarà il massimo sforzo di tutte le istituzioni per evitare nuovi attentati ma nessuno può scommettere sull’esito di questo impegno. Non possiamo proteggere ogni luogo ed ogni persona. I terroristi lo sanno e per loro è relativamente più facile pianificare nuovi attacchi.

Dobbiamo saperlo. Non solo per essere tutti noi cittadini arruolati come “sentinelle” in un rapporto più maturo con l’intelligence e le forze di polizia. Dobbiamo saperlo per mantenere la lucidità e la freddezza che i terroristi vogliono invece far vacillare.

La loro arma è la paura, la nostra arma è la libertà. Non si può essere in guerra senza combattere. E non si può esserlo senza pagare un prezzo. La libertà non è quel prezzo da pagare ma il bene supremo per il quale rischiamo la nostra stessa vita come tanti che ci hanno preceduto hanno fatto per lasciarci un mondo migliore.

Se resteremo fedeli ai nostri valori, vinceremo anche questa guerra.


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