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Islam moderato, se ci sei batti un colpo

Non tutti gli islamici sono terroristi. Ma tutti i terroristi sono islamici. Basta con le cultura della giustificazione. La religione c’entra. Siamo a 4 giorni dalla carneficina. Tutto il mondo ha espresso il suo sconcerto, la sua emozione, la sua identificazione col dramma francese. Le piazze e i palazzi islamici no. Silenzio assordante e indifferenza. Se pure c’e’, l’Islam moderato non parla. Basterebbe che dicesse:” non nel mio nome”. Ma non parla. Perche? Perche’ sono tutti terroristi? Certo che no. Ma dobbiamo dirci la cruda verita’. Non parlano per due motivi: perche’ sono condizionati e bloccati dal peso politico dell’estremismo e dell’islam radicale nelle loro societa’ e perche’ la loro religione non ha elaborato nei secoli, come la nostra giudaico-cristiana, un corpus dottrinale e culturale di principi, dogmi, comandamenti, interpretazioni avversi all’intolleranza, alla guerra santa, alla separazione dallo stato, alla dittatura religiosa. L’interpretazione culturale e ufficiale dell’Islam puo’ accampare, purtroppo, pochissime differenze teoriche da quelle radicali ed estremiste. Lo riconobbe il generale Al Sissi: “ci manca una interpretazione non aggressiva e bellica dell’Islam”. l’Islam non ha mai avuto una Riforma, una Controriforma, dei Concili oltre che un Tommaso, un Agostino. Non ha un Talmud ne’ la sterminata biblioteca di testi interpretativi e di filosofi della religione che ha l’ebraismo. L’Islam e’ rimasto congelato al suo Libro. E alle sue primitive prescrizioni. Ora e’ tardi, certamente, per pretendere che esso intraprenda i 2000 anni di storia evolutiva che hanno portato le altre due religioni monoteiste a diventare parte importante della cultura illuminista e di liberta’ e dei principi civili delle nostre societa’. Pero’ l’Islam moderato, che vuole convivere con noi, deve lo stesso fare qualcosa, dire qualcosa, elevare un muro dall’estremismo, elaborare un minimo di visibile distinzione tra religione e tolleranza, modernizzare e contestualizzare il loro perverso principio prescrittivo di guerra santa, di jihad. Ce lo devono gli islamici che vogliono la nostra accoglienza. E chi, tra noi, ci tiene alla distinzione tra islamisti radicali e moderati oltre che evocarla ed agitarla in termini giustificatori ed assurdi, del tipo ” i terroristi non c’entrano con l’Islam” ( come si diceva delle BR col comunismo) si faccia un’autocritica. Il terrorismo si batte con le armi. Ma anche con una battaglia culturale e ideale: Islam moderato, se ci se, batti un colpo!


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