L’ultimo endorsement – indiretto ma in fondo abbastanza chiaro – è arrivato da Diego Della Valle che dagli studi di La7 – nel confermare la nascita dell’associazione “Noi italiani” – ha lasciato intendere il suo appoggio ad Alfio Marchini per le amministrative di Roma. Tra i due si dice sia in agenda nei prossimi giorni un faccia a faccia. Prima di Della Valle è stato il turno di Francesco Rutelli che qualche giorno fa in un’intervista a La Repubblica ha esternato la sua “sincera simpatia” nei confronti di Marchini. Di fatto, l’annuncio di qualcosa di più profondo, probabilmente di un‘alleanza destinata a scattare non appena avrà inizio la campagna elettorale.
UNA RETE CIVICA PER MARCHINI
Quella che si va costruendo intorno a Marchini è una sorta di rete civica della quale farà parte una pluralità di movimenti. Un progetto aperto ai partiti, nel quale però Marchini correrà con la sua lista e il suo simbolo, così com’era accaduto alle elezioni della primavera 2013. Le forze politiche, dunque, potranno sostenere la corsa verso il Campidoglio dell’imprenditore romano la cui candidatura manterrà comunque un profilo fortemente civico.
CHI CORRE CON MARCHINI
Uno schema che sembra star bene, ad esempio, ai Conservatori e Riformisti di Raffaele Fitto come emerge da quanto rilevato qualche tempo fa a Formiche.net da Luciano Ciocchetti. Dovrebbe essere della partita anche Italia Unica di Corrado Passera con cui Marchini ha da tempo aperto un dialogo. Aperture arrivano anche dalla galassia centrista e da alcuni dei principali esponenti del Nuovo Centrodestra sul territorio romano e laziale. Tra i grandi fautori della sua candidatura a sindaco di Roma, si mormora ci sia Andrea Augello, storico volto del centrodestra nella capitale, oggi senatore del partito di Angelino Alfano che, però, abbandonerà una volta approvata la legge di stabilità in discussione in Parlamento (qui l’intervista a Formiche.net). Nella campagna elettorale di Marchini è molto probabile che Augello ricopra un ruolo di primo piano.
L’ADESIONE DI PISO
Che nel centrodestra il progetto di Marchini piaccia, è confermato anche dalle parole di un altro esponente di Ncd, il deputato Vincenzo Piso. “Non credo nell’uomo del destino ma il suo approccio mi sembra molto interessante – ha detto a Formiche.net – Se adeguatamente supportato, può rappresentare una novità e un’opportunità per Roma. Da quanto ho capito, a Marchini non interessa se una soluzione sia di destra o di sinistra. La sua è una candidatura che rompe gli schemi e che mira a intervenire direttamente sui problemi della città, in questi anni aggravati da continue e inutili polemiche di parte”.
MARCHINI E LO SCHEMA LORENZIN
Una coalizione in appoggio a Marchini formata da pezzi del centrodestra e del centrosinistra è lo schema proposto a inizio novembre dal ministro della Salute Beatrice Lorenzin al Corriere della Sera. L’idea a Piso non dispiace: “Su quest’aspetto è stato Marchini a tagliare la testa al toro. Chi vuole, può appoggiarlo senza imporgli simboli o nomi e fare con lui una battaglia per Roma. A me sta bene così. Dopo le ultime esperienze amministrative ci vogliono nuovi progetti e visioni per rilanciare la capitale. In tutto ciò, se l’approccio non è ideologico e aprioristico, ancora meglio. E’ esattamente quello di cui questa città ha bisogno”.
E LA MELONI?
Inevitabile chiedere a Piso un commento sul no opposto a Marchini dalla leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, che molti a destra vorrebbero candidata per il Campidoglio. Piso e Meloni sono entrambi romani, con un passato comune in Alleanza Nazionale prima e nel Popolo delle Libertà dopo. Dice Piso: “Il tempo delle scomuniche e dei giudizi è finito. Non ho nulla contro Giorgia Meloni ma sicuramente, per ovvi motivi, la sua sarebbe una candidatura molto marcata che riporta a una rigida dicotomia centrodestra-centrosinistra. Una dinamica che non credo oggi possa fare la differenza e dare a Roma ciò di cui ha bisogno. Più pragmaticamente, penso che i margini di crescita di Giorgia – proprio per questa sua collocazione di partenza – siano nettamente inferiori a quelli di Marchini. Per un elettorato di carattere trasversale Meloni è molto meno attrattiva”.
NCD BYE BYE
Questione diversa è quella che riguarda il futuro di Ncd da cui anche Piso è ormai pronto ad uscire: “Sembra proprio che il partito abbia deciso di virare nella direzione di un’alleanza strategica con Renzi. Si parla a tal proposito anche di un cambio di nome. Con massimo rispetto per tutti, questa non credo possa essere la mia battaglia. Se le cose continueranno di questo passo, inevitabilmente uscirò”.
I PERCHE’ DELL’ADDIO
Piso ha rivendicato la sua scelta di aderire a Ncd ma ha anche sottolineato come quell’esperienza abbia infine tradito attese e speranze: “Secondo me siamo nati per motivazioni giuste. In quel momento era necessario dare al Paese stabilità per superare una crisi che poteva essere fatale. Inoltre, non credevo più nel modello partito del Pdl. Speravo che Ncd potesse rappresentare una sorta di start up per la creazione di un centrodestra diverso, nuovo, capace di interpretare la modernità e le differenze che ci sono state dal 1994. Purtroppo non è stato così. Ncd si è dissanguato nel tentativo di sostenere il Governo ma non fatto nulla per diventare centrale nell’ambito del dibattito su quello che sarebbe dovuto essere il centrodestra del futuro”.