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Enel, tutti i perché della fusione di Green power

Il 18 novembre, insieme al nuovo piano industriale al 2019, Enel ha annunciato l’operazione di integrazione di Enel green power, società specializzata nelle energie rinnovabili. Ora, a distanza di poco più di un mese, emergono tutti i dettagli e i retroscena della complessa operazione.
I DETTAGLI DELL’OPERAZIONE
In una nota congiunta, le due società, proprio il 18 novembre, avevano fatto sapere che l’integrazione “sarà eseguita mediante una scissione parziale non proporzionale di Enel green power (Egp) per effetto della quale le attività italiane rimarranno in capo a Egp, che diventerà interamente controllata da Enel e conseguentemente verrà delistata”, condotta cioè fuori dalla Borsa. Inoltre, “le partecipazioni estere, in capo a Enel green power international bv, verranno assegnate a Enel” e “gli attuali azionisti di Enel green power riceveranno azioni di Enel di nuova emissione, con un rapporto di cambio di 0,486 titoli Enel per ciascuna azione Egp portata in concambio”.
Se le attività italiane resteranno in capo a Egp, quelle in società delle energie rinnovabili nel Nord, Centro e Sud America, Europa, Sudafrica e India finiranno invece all’interno di Enel, insieme con le attività e le passività connesse. Tutte queste ultime partecipazioni sono attualmente in mano alla holding controllata di diritto olandese Enel green power international bv, che finirà perciò inglobata nella capogruppo: da qui la definizione di “compendio scisso”. Quindi, l’operazione, nel suo complesso, prevede che i soci di Egp diversi da Enel concambino in titoli Enel le azioni Egp e, nello stesso tempo, che Enel concambi le azioni corrispondenti alla sua partecipazione nel cosiddetto “compendio scisso” in titoli Enel. Per effetto di questi passaggi, ci sarà un doppio aumento di capitale di Enel: uno servirà per concambiare le azioni dei soci Egp diversi da Enel e l’altro per concambiare le azioni Egp della stessa Enel, che però in questo caso, con la scissione, saranno contestualmente annullate.
IL CONCAMBIO E IL VALORE DEL COMPENDIO SCISSO
Un’operazione complessa che ha richiesta il supporto, con pareri, opinioni e valutazioni, di tutta una serie di esperti finanziari. La società di revisione Pfk, per esempio, ha stabilito che il rapporto di concambio di 0,486 azioni Enel per ogni titolo Egp sia corretto e adeguato.
Kpmg, invece, è stata chiamata a calcolare il valore del compendio scisso, delle parte cioè di attività e passività che finirà dentro Enel. A riguardo, si scopre tra le righe dei documenti depositati sulle operazioni, i consigli di amministrazione delle due società coinvolte, hanno stabilito che il compendio scisso valesse 8,6 miliardi, ossia il 72,8% del valore dell’intera Egp ante scissione. In realtà, Kpmg ha calcolato un valore leggermente inferiore: 8,5 miliardi. Per arrivare a calcolare questa cifra, Kpmg ha valutato tutta una serie di elementi e di operazioni, tra cui la ripatrimonializzazione di Enel green power international bv operata da Egp nel corso del 2015 per 247 milioni. Gran parte di queste risorse è finita nelle casse della controllata brasiliana Enel green power Brasil partecipacoes. Il fatto che Kpmg arrivi a fissare un valore di 8,5 miliardi per il cosiddetto compendio scisso implica che l’aumento di capitale di Enel che verrà deliberato a servizio di questa scissione (le azioni che poi saranno contestualmente annullate) non potrà superare questa cifra.
LE MOTIVAZIONI DELL’OPERAZIONE
Ma quali sono i motivi dell’integrazione tra Enel, società guidata da Francesco Starace, ed Egp? Lo spiegano le stesse società in una nota congiunta: “Il settore energetico sta attraversando profondi cambiamenti a livello globale dovuti al verificarsi di alcuni fenomeni, quali l’evoluzione tecnologica ed il mutato ruolo del cliente, che rendono più pressante l’esigenza di integrazione tra fonti rinnovabili e tradizionali con l’ammodernamento della rete elettrica (…). Tali mutamenti stanno, di fatto, trasformando le aziende elettriche da semplici produttori e distributori di energia a fornitori di servizi a valore aggiunto”. Insomma, per stare al passo coi tempi, è indispensabile che Egp diventi parte integrante di Enel, fondamentalmente legata al business dell’energia tradizionale basato sulle centrali elettriche.

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