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Isis, musulmani moderati e volantini smoderati

Chi sono i musulmani moderati? O meglio: ci sono i musulmani moderati?

Su queste domande commentatori, analisti ed esperti si arrovellano dopo la strage a Parigi firmata Isis.

Chi scrive non è né un commentatore, né un analista né un esperto del ramo. Ma un giornalista.

Ecco un fatto.

Roma, 21 novembre 2015, manifestazione Not in my name rubricata sui media così, all’incirca: musulmani anti Isis (e non solo musulmani) scendono in piazza dopo le morti a Parigi.

Formiche.net, domenica 22 novembre, in questo articolo scrive: “A fine manifestazione alcuni manifestanti hanno distribuito un foglio azzurro formato A4, scritto in italiano, arabo, francese e inglese. Di seguito degli estratti”.

Ecco un estratto (il volantino integrale si può leggere qui):

Abbiamo provato un grande dolore per le morti di Parigi, come per quelle causate dalle bombe occidentali sulle popolazioni irachene, siriane, libiche, afgane, yemenite, palestinesi. Parigi come Kabul, Lhore e Bagdad.

Pensiamo che la responsabilità di queste morti sia in primo luogo dei governi che da oltre 25 anni producono distruzione in ogni parte del pianeta.

A livello internazionale, i governi occidentali si nutrono del mercato delle armi, a livello nazionale tagliano servizi, sopprimono diritti, mettono gran parte della popolazione in ginocchio scagliandola nella povertà e nell’emarginazione, nella disperazione e nella miseria”.

Sul foglio, in basso, è scritto: “Stampa presso ass Dhuumcatu, via Casilina 525”.

Questo il sito dell’associazione, dove si può leggere in diverse lingue l’appello distribuito il 21 novembre.

Che cos’è Dhuumcatu?

Si legge sul sito Roma Multietnica:

E’ un’associazione, nata nel 1992, che conta 8000 iscritti, immigrati appartenenti a diverse nazionalità, in particolare provenienti dal Bangladesh, India e Pakistan. Essa offre servizi amministrativi alla popolazione straniera, organizza eventi interculturali ed effettua anche ricerche sul campo in collaborazione con organismi pubblici e privati. L’associazione è inoltre impegnata nella campagna per il riconoscimento dei diritti politico-sociali degli immigrati e il dialogo tra residenti autoctoni e stranieri”.

Un’associazione, quindi, neppure di fede islamica e tutt’altro che fondamentalistica. Eppure, nel giorno della manifestazione di solidarietà alla Francia colpita dagli attentati di Isis, l’associazione moderata non parla né di Isis, né di Is, né di Isil né di Daesh, ma mette nero su bianco che “la responsabilità di queste morti sia in primo luogo dei governi che da oltre 25 anni producono distruzione in ogni parte del pianeta”.

Ecco, forse davanti a questi fatti sono superflui commenti, analisi e scenari.

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