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Perché Grillo fa vedere le stelle a Fucksia

Certo, le distanze da Silvio Berlusconi, da Mario Monti e da Matteo Renzi restano vistose, ma bisogna riconoscere che Beppe Grillo si sta stando molto da fare per accorciarle nella corsa a chi riesce a perdere più corridori per strada in questa legislatura repubblicana che ha anche la sfortuna di portare il numero 17.

La senatrice Serenella Fucksia, che compirà 50 anni il 24 aprile prossimo, vigilia della festa di liberazione dal nazifascismo, è la 37.ma parlamentare grillina incorsa nella liberatoria procedura prima della contestazione e poi dell’espulsione dal movimento delle cosiddette 5 stelle.

Accusata di non avere “rendicontato” le sue entrate da senatrice per non versare il dovuto al movimento che ne ha consentito l’elezione con l’odiato sistema delle liste bloccate, la parlamentare ha giustamente denunciato la significativa coincidenza fra le sue presunte, e da lei negate, evasioni parafiscali nel partito pentastellato, e le posizioni più volte espresse, con lodevole trasparenza, in dissenso dai suoi colleghi e superiori.

Ultimo, in ordine di tempo, è stato l’apprezzamento della Fuksia per la difesa della ministra delle riforme e dei rapporti con il Parlamento, Maria Elena Boschi, dalla sfiducia promossa dai grillini alla Camera con una mozione di sapore solo dimostrativo, disponendo la maggioranza a Montecitorio di un vantaggio incolmabile rispetto alle opposizioni.

Meno dimostrativa sarebbe stata quella mozione se presentata al Senato, dove i numeri della maggioranza sono ballerini, anche con i soccorsi degli ultimi fuoriusciti da Forza Italia. Ma a Palazzo Madama i grillini avevano, al loro interno, proprio il problema della dissidenza della Fucksia, e forse anche di altri non ancora espostisi pubblicamente.

(BEPPE GRILLO VISTO DA UMBERTO PIZZI. TUTTE LE FOTO PIU’ RECENTI)

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Mentre Grillo, pur proiettato verso la vittoria nelle principali città in cui si voterà in primavera, e persino verso la corsa del 2018 a Palazzo Chigi, si accontenta di contendere a Berlusconi e agli altri il primato delle perdite per transumanza nelle aule parlamentari, l’entourage berlusconiano si è mostrato scosso dalla rinuncia del senatore Sandro Bondi al silenzio annunciato con la decisione di lasciare il partito con la sua compagna Manuela Repetti, parlamentare pure lei.

In effetti, Bondi ci è andato giù pesante a descrivere alla Repubblica il leader in adorazione del quale ha vissuto più di vent’anni, salvando il suo cranio, già lucido di suo, dalla fine devastante che il Conte Ugolino riservava ai suoi figli nella rappresentazione dantesca della Divina Commedia. Pesante, l’intervento di Bondi, anche per il tipo di giornale scelto per dare del “sadico” a Berlusconi e accusarlo di avere messo il partito al servizio delle sue aziende. La Repubblica è lo stesso quotidiano preferito a suo tempo da Veronica Lario per annunciare e motivare la sua rottura matrimoniale con Berlusconi. E lo fece, fra le proteste naturalmente di Bondi, con una lettera così dura che il direttore Ezio Mauro, secondo voci mai smentite, si sentì obbligato a chiederle di cambiarla in qualche passaggio.

(SANDRO BONDI E MANUELA REPETTI SCRUTATI CON VERDINI DA UMBERTO PIZZI. LE FOTO)

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Affranto dalla fatica della sua confessione, spintasi ad assumere anche la figura di Giuda, pur in una versione curiosamente favorevole a Gesù, Bondi ha garantito di voler tornare al silenzio e di considerare “definitivamente” chiusa la sua esperienza politica. Chiusa per modo di dire, non avendo né lui né la sua compagna alcuna intenzione di rinunciare al seggio parlamentare loro assegnato da Berlusconi, in attesa di divorarne i crani.

A Berlusconi, a questo punto, non resta che ricevere per le vie brevi della riservatezza la solidarietà di Massimo D’Alema, anche lui provato, più ancora che dalla rottamazione praticatagli da Matteo Renzi, dall’ultrarenzismo e dalle derisioni di chi lo adorava al partito e al governo come Bondi con l’allora Cavaliere, pur senza arrivare alle cime liriche del senatore oggi messosi sotto l’ala di Denis Verdini.

(MASSIMO D’ALEMA SI DEDICA AI ROSSI. OVVERO AI VINI. FOTO IMPERDIBILI DI PIZZI)

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