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Rapporto Moneyval sui conti del Vaticano, tante luci e qualche ombra

Lo scorso 8 dicembre, apertura del Giubileo e solennità dell’Immacolata concezione, l’Assemblea plenaria di Moneyval (cioè del Comitato di esperti per la valutazione delle misure contro il riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo del Consiglio d’Europa) ha approvato il Progress Report della Santa Sede – Stato della Città del Vaticano. Si tratta del secondo documento in tal senso. Il primo risale al 9 dicembre del 2013, che seguiva l’adozione del “Rapporto di valutazione” datato 4 luglio 2012.

RISULTATI POSITIVI

Il Comunicato ufficiale diffuso dalla Sala stampa vaticana sottolinea come siano stati accolti positivamente “i risultati dei continuati sforzi intrapresi da parte della Santa Sede e dello Stato della Città del Vaticano al fine di rafforzare ulteriormente il proprio assetto istituzionale, giuridico e operativo, per la prevenzione e il contrasto del riciclaggio e del finanziamento del terrorismo”. Il sottosegretario per i Rapporti con gli stati, nonché capo della delegazione della Santa Sede alla plnearia del Comitato Moneyval, mons. Antoine Camilleri, ha osservato come “questo più recente Progress Report conferma che la Santa Sede ha istituito un sistema ben funzionante, efficace e sostenibile per prevenire e combattere i crimini finanziari”.

LUCI, MA ANCHE QUALCHE OMBRA

Non tutto però, è luce. Qualche ombra rimane. In particolare, il rapporto evidenzia alcune criticità rispetto all’attività della giustizia vaticana, non ancora pervenuta a rinvii a giudizio o condanne relativamente ai reati segnalati dall’Autorità di informazione finanziaria. Ed è proprio il direttore di questo organismo, Tommaso Di Ruzza, a rispondere dalle colonne di Avvenire, in un’intervista firmata da Gianni Cardinale. “Certamente ogni giurisdizione ha dei margini di miglioramento”, spiega Di Ruzza, che aggiunge: “Nel nostro caso sono state formulate delle raccomandazioni affinché sia garantita l’efficacia dell’attività investigativa e giudiziaria, il che non si traduce in una sorta di ‘giustizialismo’ acritico, ma piuttosto nel porre le autorità competenti nelle condizioni di agire efficacemente, dotandole di adeguate strutture e risorse”.

AUMENTATE LE SEGNALAZIONI DI ATTIVITA’ SOSPETTE

Anche il direttore dell’Aif ritiene positive le risultanze del Report, “poiché si registra l’ulteriore rafforzamento del sistema di prevenzione e contrasto del riciclaggio e del finanziamento del terrorismo, nel funzionamento a livello interno e nella collaborazione a livello internazionale”. Quanto ai numeri, basti sapere che solo nei primi nove mesi del 2015 si è registrato un incremento delle segnalazioni di attività sospette, che sono state circa 350. Rispetto alla vigilanza, poi, “l’Aif ha svolto un’ispezione allo Ior, la prima nella sua storia, metnre altre sono state effettuate nel frattempo e altre ancora sono in programma”, dice Di Ruzza. L’incremento delle segnalazioni, però, non significa incremento delle attività illecite, visto che “la soglia per le segnalazioni è calibrata verso il basso, cioè l’obbligo di segnalazione scatta molto preventivamente”.

LE ISPEZIONI ALLO IOR

Si può dire intanto conclusa l’attività di chiusura dei conti all’Apsa e allo Ior, “e ora l’Aif svolgerà un’ispezione sia all’Apsa sia allo Ior per verificare che tutto sia stato svolto correttamente”. A ogni modo – chiarisce il direttore dell’organismo ora presieduto da René Brülhart – “la chiusura dei conti era necessaria ma non sufficiente. Il reale cambiamento consiste nel fatto che tutti i conti presso lo Ior sono sottoposti a verifiche costanti a garanzia del loro corretto utilizzo”.

I RAPPORTI CON LA BANCA D’ITALIA

Anche per questo è stata intensificata la collaborazione a livello internazionale: “Solo nei primi mesi del 2015, l’Aif ha scambiato informazioni con Unità di informazione finanziaria estere in circa 250 casi”. Quanto all’Italia, “c’è un buon grado di dialogo e reciproca fiducia con Bankitalia, e ci auguriamo che si possa presto formalizzare la collaborazione nell’ambito delle rispettive sfere di vigilanza. Siamo fiduciosi”.

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