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Family Day, ecco chi spinge e chi no fra i movimenti cattolici

Forse non c’è stata prolusione più attesa. Nel pomeriggio, il presidente della Cei, il cardinale Angelo Bagnasco, ha parlato al consiglio episcopale permanente: “I figli non sono un diritto. La famiglia è antropologica, non ideologica”, ha detto tra l’altro. Sullo sfondo c’è il Family Day di sabato 30 al Circo Massimo, che vedrà una massiccia partecipazione di una parte dei movimenti ecclesiali. E’  il ddl Cirinnà il massimo pericolo per la famiglia tradizionale, e la stepchild adoption la vera bestia nera e il motivo principe che spinge tanti ad aderire alla mobilitazione.

LA CEI PUNTA ALLA COMPATTEZZA

La linea della Cei dettata da Bagnasco vuole che i vescovi siano uniti e compatti. Il segretario monsignor Nunzio Galantino è più cauto sulla possibilità di sponsorizzare una manifestazione di piazza, seppur a difesa della famiglia, preferendo un’azione culturale, ma la presidenza della Cei da una settimana a questa parte sembra aver gettato il cuore oltre l’ostacolo. Non pochi vescovi chiedevano una presa di posizione netta. Ecco perché Bagnasco oggi, probabilmente, ribadirà che la manifestazione di sabato 30 è condivisibile, che i laici sono chiamati a intervenire, che quel ddl nei fatti va a configurare una forma di famiglia parallela che non ha al suo centro l’unione tra un uomo e una donna.

UNITÀ SUI CONTENUTI MA I MODI DIFFERISCONO

Se il cardinale di Ancona, Edoardo Menichelli, invita a “non alimentare contrapposizioni, scontri, e innalzare ‘bandiere'”, un altro vescovo, Giancarlo Bregantini, titolare della diocesi di Campobasso e da sempre in prima linea sulle questioni sociali, parlando del Family Day dice: “Spero davvero in una grande partecipazione”. Le conferenze episcopali del Piemonte, del Triveneto, della Liguria si sono apertamente espresse affinché la Chiesa facesse sentire la sua voce, mentre monsignor Vincenzo Paglia dice che lui “vorrebbe che se ne facessero mille di Family Day, ma su tutti i problemi che ci sono al mondo”.

LAICI CHIAMATI A SCENDERE IN PIAZZA, MA QUALCHE SORPRESA?

Trieste, Genova, Modena, Ferrara sono solo alcune delle diocesi che hanno coinvolto i loro fedeli per portare a Roma sabato un milione di persone, ma è più probabile che non si andrà oltre le 800 mila. E’ ancora da capire quale sarà il ruolo della diocesi di Roma, ma è certo che il cardinale Vallini ha incontrato il portavoce del comitato organizzatore del Family Day Massimo Gandolfini. Neocatecumenali, Rinnovamento nello Spirito e Papa Giovanni XXIII sono i movimenti più coinvolti. Più tiepidi Comunione e Liberazione, Focolarini e Azione Cattolica. Chi ha organizzato il Family Day propone principalmente di intervenire sui diritti individuali, dunque agendo sul codice civile con  interventi minimali. L’Italia, anche in quel caso, rimarrebbe l’unico stato in Europa senza un istituto ad hoc. Poi, c’è la stepchild adoption, l’adozione del figlio del partner, un concetto che per molti rimanda alla teoria del gender. Dunque ci saranno soprattutto laici al Circo Massimo, i religiosi saranno tra la folla, ma non è escluso che qualche vescovo decida di partecipare.

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