Fayez al Sarraj (nella foto), primo ministro libico designato, ha svelato martedì 19 gennaio i nomi del nuovo governo di unità nazionale. La lista, ufficializzata con un decreto del Consiglio presidenziale (formato dal premier e dai rappresentanti delle tre principali regioni della Libia), è composta da 32 ministri e quattro vicepremier. Tra i titolari dei dicasteri spicca Al-Mahdi Ibrahim Al-Barghathi, il ministro della Difesa: un incarico sul quale, fino all’ultimo, ha puntato il generale Khalifa Haftar, a capo dell’esercito di Tobruk, un nome che continua a dividere le fazioni. Ora la rosa di governo dovrà ottenere il disco verde parlamentare prima di entrare in carica.
CHI NON HA FIRMATO
L’avallo non è scontato, secondo diversi osservatori. Il governo di unità nazionale, che dovrà reinsediarsi a Tripoli, doveva essere presentato già la notte del 16 gennaio: poi il premier ha deciso di rinviare di 48 ore la decisione, anche aumentando il numero delle poltrone per tenere conto degli equilibri interni al Paese. Ma non è stato sufficiente a rimuovere alcune tensioni, legate proprio al nome di Haftar e alla sua collocazione futura. Due componenti del Consiglio di presidenza, infatti, non hanno firmato l’accordo: sono stati Ali Qatrani e Omar Aswad, due rappresentanti di Tobruk che volevano alla Difesa l’ex ufficiale gheddafiano.
LE MOSSE DELLE POTENZE
Ieri c’è stata a Parigi una riunione informale della coalizione anti Isis, a cui hanno preso parte i ministri della Difesa di Francia, Stati Uniti, Regno Unito, Germania, Olanda e Australia, incontratisi per discutere della situazione militare in Siria, Iraq e Libia. Mentre Roma continua a invocare prudenza, dicendosi pronta – attraverso le parole della titolare del dicastero di Via XX Settembre, Roberta Pinotti -, ad “assumere la guida” di un’eventuale missione internazionale con gli alleati solo se la richiesta d’intervento arriverà dal nuovo governo libico, cresce il fronte di chi chiede una intensificazione degli sforzi. In quest’ultimo si collocano Washington, Londra, ma soprattutto Parigi che – come raccontato da Formiche.net – spicca per attivismo. Francesi, americani e britannici conducono operazioni o sui cieli della Libia e i loro 007, scrive oggi Guido Ruotolo sulla Stampa, “stanno lavorando per pianificare un’offensiva militare degli alleati”, mentre truppe speciali starebbero già conducendo “operazioni chirurgiche”.
IL NUOVO MINISTRO DELLA DIFESA
Quel ruolo, come detto, è andato invece ad Al-Barghathi, che Mohamed Eljarh, ricercatore libico dell’Atlantic Council, ha descritto sulla Stampa a Rolla Scolari come “uno dei comandanti dell’esercito dell’est, di Benghazi”. In un primo momento “ha partecipato all’operazione” di Haftar, “capo delle truppe, ma recentemente avrebbe preso le distanze da lui”. È impegnato nella lotta agli estremisti islamici, comprese le cellule locali dello Stato islamico.
IL NUOVO ESECUTIVO
La lista dei ministri è stata pubblicata in arabo dal sito al-Wasat. Questi i nomi al completo: Marwan Ali (ministero degli Esteri); al Taher Mohamed Sarkaz (Finanze); Khalifa Rajab Abdul Sadeq (Petrolio); Mohamed Faraj al Mahjoub (Cooperazione internazionale); Bedad Qonso Masoud (Governance locale); Mohamed Soliman Bourguiba (Salute); Khair Melad Abu Baker (Istruzione); Mahmud Gomaa (Istruzione superiore e ricerca scientifica); Abdul Motalib Boufarwa (Economia); Khaled Muftah Abdul Qader (Pianificazione); Atef al Bahary (Telecomunicazioni); Hisham Abdullah (Trasporti); Faraj al Taher Snoussi (Industria); Osama Saad Hamad (Energia elettrica); Adel Mohamed Sultan (Agricoltura); Faddy Mansour al Shafey (Lavoro); Mokhtar Abdullah Gouili (Formazione professionale); Ahmed Khalifa Bridan (Affari sociali); Osama Mohammed Abdul Hady (Risorse idriche); Al-Mahdi Ibrahim Al-Barghathi (Difesa); Abdul Salam Mohamed al Gelidy (Giustizia), Ali Kouso Ardi (Edilizia e strutture abitative); Noureddine Ahmed Triki (Gioventù e sport); Asma Mustafa Al-Usta (Cultura, unica donna); Mohamed Ahmed Al Walid (Donazioni islamiche); Saed Emohamed al Zabib (Aviazione civile); Youssef Abu Bakr Galala (Riconciliazione nazionale); Khaled Abdul Hamid Najim (Media e Informazione); Nasr Salem Emohamed (Affari africani e arabi); Saed Ahmed el Merghany (Affari parlamentari); Saleh al Ghazal (Rifugiati e diritti umani). I quattro vice scelti sono Ahmed Omar Mitig, Fatihi Abdul Hafiz, Moussa al Koni, e Saad Abdul Salam Hussein. Mohamed Ammari Mohamed Zayed è stato indicato come ministro senza portafoglio per i Consigli specializzati, mentre Ahmed Hamza al Mahdy per gli Affari della società civile.
OLTRE 100 NOMI
Ai ministri, aggiunge Il Sole 24 ore citando il Libya Herald, “vanno aggiunti due vice per ciascuno, che verranno scelti nei prossimi giorni, e che con i nove membri del Consiglio presidenziale libico portano a 105 la nuova squadra di governo”.
(foto: Tiberio Barchielli)