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Intesa Sanpaolo, che cosa succede ai vertici della Compagnia di Torino

Con la primavera grandi cambiamenti in arrivo sia in Intesa Sanpaolo, che nominerà un unico consiglio di amministrazione, sia in casa della sua prima azionista, Compagnia di San Paolo, che sceglierà i nomi dei nuovi vertici. Per quanto riguarda l’ente torinese c’è una data certa: il 18 aprile, giorno entro il quale gli enti pubblici, tra cui il comune del capoluogo piemontese, e le camere di commercio dovranno mettere nero su bianco i propri nomi per il consiglio generale della Compagnia.

TESTA A TESTA

Chi sarà nominato ai piani alti della Fondazione prima socia di Intesa con il 9,37% del capitale? Nei mesi scorsi è già partito il consueto toto-nomine. Tra i più gettonati alla poltrona di presidente, in sostituzione dell’uscente Luca Remmert, c’è Francesco Profumo, ex ministro dell’Istruzione con il governo di Mario Monti e attuale presidente di Iren, la multiutility nata sull’asse tra Torino e Genova. Uno dei principali ostacoli ala nomina di Profumo in Compagnia di San Paolo, tuttavia, sarebbe il magro stipendio che andrebbe a prendere in Fondazione: circa 70 mila euro, decisamente meno di quanto percepisce oggi. Da qui due possibilità: o dare a Profumo anche qualche incarico extra che gli consenta di arrotondare, o puntare direttamente su un’altra persona. Quella con più chance è l’attuale segretario generale Piero Gastaldo, che si dice sarebbe molto felice di salire di grado e diventare presidente. Al momento sembra proprio essere questa l’ipotesi più concreta per risolvere il rebus dei vertici della Compagnia, anche se Repubblica Torino del 16 febbraio sosteneva che il nome di Profumo rimanesse il preferito dal primo cittadino per succedere a Luca Remmert. Tra enti pubblici e camere di commercio, infatti, l’ultima parola sulla scelta del presidente l’ha sempre avuta il sindaco di Torino.

IPOTESI RINVIO

E proprio in vista delle elezioni amministrative che si terranno anche nel capoluogo piemontese a giugno qualcuno ha chiesto che si rinviasse la scelta dei vertici di Compagnia. Ma dall’ente socio di Intesa è arrivato un “no” secco. Remmert ha dichiarato che la procedura per la nomina del nuovo presidente “è partita il 18 gennaio e non si può fermare. Non ci permettiamo – ha aggiunto Remmert – di fare valutazioni di carattere politico quale sarebbe sospendere o posticipare il tutto perché ci sono le elezioni. È vero che il presidente per prassi è indicato dal sindaco, ma il consiglio generale può benissimo scegliere chiunque altro, anche fuori dalla Compagnia”. Insomma, sulla scelta del presidente si va avanti, a prescindere sia dal rinnovo del consiglio di Intesa, che potrebbe condurre a una sovrabbondanza di importanti decisioni da prendere per l’ente piemontese, e delle elezioni amministrative.

LE QUOTE ROSA

Se poi Gastaldo dovesse spuntarla con Profumo e riuscisse a diventare presidente, si porrebbe il problema di occupare la poltrona di segretario generale. In molti guardano a Carla Patrizia Ferrari, che di recente è entrata in Compagnia di San Paolo come direttore finanziario per seguire da vicino la cessione delle quote in Intesa. Sì, perché la Fondazione torinese, nel giro di due anni abbondanti, si è impegnata a vendere il 4% circa della banca, operazione che le consentirebbe di ridurre l’esposizione in Intesa al di sotto del 30% del proprio patrimonio. Ferrari studierà la cessione insieme ai consulenti di Lazard.
Ma c’è un altro nome di donna che a Torino circola con sempre maggiore insistenza per i vertici della Fondazione: Licia Mattioli, attuale presidente del comitato tecnico per l’internazionalizzazione e gli investitori esteri di Confindustria, considerata “papabile” per il posto sia di presidente sia di segretario generale della Fondazione torinese. Non solo. Come riferito da Repubblica Torino, il sindaco Fassino, insieme a Profumo, avrebbe in mente di nominare nel consiglio generale della Compagnia anche Cristiana Poggio, fino al 2014 membro del consiglio direttivo dell’Ufficio Pio, vicepresidente di Piazza dei Mestieri e componente del consiglio direttivo della Compagnia delle Opere e della giunta della Camera di Commercio. Insomma, una cosa sembra certa: ci saranno diverse donne ad affiancare gli uomini della Fondazione in posizioni apicali.


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