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Il mistero del Corriere della Sera a pagamento

Il Corriere della Sera, il 26 gennaio scorso, ha annunciato di mettere a pagamento i contenuti della versione on-line: superati i 20 articoli il lettore avrebbe dovuto pagare 0,99€ per il primo mese e 9,99€ per quelli successivi. Questa decisione è stata voluta dal nuovo amministratore delegato della Rcs Media Group, Laura Cioli, e dal nuovo direttore del quotidiano, Luciano Fontana.

Formiche.net, in un articolo di Niccolò Mazzarino, il 27 febbraio aveva provato a sforare la soglia dei 20 articoli trovando un (semplice) metodo che smascherava il sistema del secondo quotidiano on-line più letto.

Di seguito un estratto del pezzo di Mazzarino.

“Il sistema adoperato per far pagare i contenuti dal ventesimo articolo in poi è facilmente aggirabile. Il Corriere.it si basa infatti – sottolinea un addetto ai lavori – sui cookie di navigazione, una sorta di gettone identificativo che memorizza i dati di navigazione, che si possono tranquillamente bypassare accedendo alla modalità di navigazione anonima presente su ogni browser web”.

LA PROVA DEL 9

A distanza di una settimana Formiche.net ha voluto provare se il sistema informatico di accesso ai dati del Corriere.it fosse cambiato.

Vicini al traguardo dei 20, siamo avvertiti: manca poco.

Corsera

Gustiamo l’ultimo contenuto gratuito..

Corsera ultimo articolo

..vorremmo leggere il 21° ma il sistema si blocca: devi pagare.

Corsera fine

Apriamo una finestra in incognito (tasto in alto a destra) e cominciamo nuovamente la navigazione di contenuti in teoria pay-per-view ma in pratica free-per-view.

Non si capisce se il quotidiano della Rizzoli diretto da Luciano Fontana lo faccia per disattenzione o per avvertire prima di vietare. Insomma, una sorta di strategia della deterrenza nella quale, volutamente, esiste una falla per non far “cambiare canale” ai propri lettori e dunque per lasciarli abituare.

(articolo aggiornato alle ore 8,30)


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