Skip to main content

La Francia sta già facendo la guerra in Libia. Parola di Le Monde

Il Monde scrive che “special forces” e “intelligence commandos” francesi si troverebbero già in fase operativa in Libia, affiancandosi con analoghi reparti americani e inglesi. L’articolo è chiaro ed eloquente fin dal titolo: “La guerra segreta della Francia in Libia”.

L’OPERAZIONE CLADENSTINA 

Secondo il giornale parigino, il presidente François Hollande avrebbe autorizzato una “azione militare non ufficiale” coperta dai servizi segreti esteri DSGE. Siamo un passo oltre alle ormai consuete rivelazioni a mezzo stampa sulla presenza di reparti di élite di varie nazioni dispiegati sul suolo libico, perché in questo caso parliamo di una campagna militare di più ampio spettro, dove gli uomini francesi sarebbero impegnati in un’azione discreta per bloccare lo Stato islamico illuminando da terra i bersagli dei raid aerei e magari compiendo qualche blitz diretto se ce ne fosse bisogno; dunque è logico che si stiano muovendo in accordo con alcune delle fazioni libiche, altrimenti – dicono alcuni osservatori – non avrebbero spazi nel molecolare scenario libico.

Una missione su tutte: secondo le fonti del Monde le special forces francesi avrebbero illuminato l’obiettivo Abu Nabil, noto come Abul Mughirah al Qahtani, ossia il capo di tutto lo Stato islamico, ucciso, per quel che si sapeva, da un raid aereo americano avvenuto a novembre del 2015. Dunque, in quell’occasione l’attacco sarebbe stato frutto di un collaborazione USA-Francia.

Si parla anche dell’allestimento di una base avanzata al confine tra Libia e Niger che farebbe da background alle forze impegnate (in Niger i francesi sono presenti con postazioni militari e forniscono supporto e training all’esercito locale nell’ottica dell’Operazione Barkhane, che ha come obiettivo il controterrorismo nell’area del Sahel).

LA POSIZIONE DI PARIGI

Per il momento Parigi non ha commentato le indiscrezioni uscite sul Monde, ma una fonte interna al ministero della Difesa ha raccontato alla Reuters che un’inchiesta interna per violazione del segreto militare è stata immediatamente aperta. Una linea che potrebbe sposarsi bene con l’operazione stessa, d’altronde ha spiegato un alto ufficiale della Difesa al giornale francese che per il momento occorre muoversi in maniera “discreta” in Libia evitando grandi coinvolgimenti. Ufficialmente Parigi ha ammesso, tempo fa, solamente di aver lanciato voli di ricognizione sulla cosa libica per raccogliere informazioni sull’hotspot locale del Califfato.

Parigi non ha mai parlato neanche delle notizie che si susseguono da gennaio secondo cui aerocisterne francesi decollate dalle basi del sud starebbero fornendo assistenza in volo a caccia egiziani durante missioni di bombardamento su Sirte. L’ultimo di questi attacchi aerei anonimi è stato registrato domenica 20 febbraio e secondo alcuni osservatori avrebbe seguito uno schema un po’ diverso, perché sarebbe stato operato direttamente da quattro Rafale francesi partiti da Mont-de-Marsan, in Aquitania, e assistiti in volo da due aerei per rifornimento Stratotanker .

SOLDATI FRANCESI A BENGASI

Dal 15 febbraio rimbalza la notizia secondo cui a Bengasi sono arrivati 150 operatori delle forze speciali francesi: si troverebbero alla base di Benina, nella zona est della città, e starebbero dando supporto alle truppe di Tobruk impegnate contro lo Stato islamico. Secondo alcune ricostruzioni riprese dal Foglio, sarebbero giunti a Bengasi muovendosi attraverso un aereo civile di proprietà della Cae Aviation, società che ha contratti con i militari francesi (qualcosa di simile all’ormai noto volo “N351DY” che batte la linea Sicilia-Libia presumibilmente con a bordo unità d’élite americane e con il fine di compiere attività di intelligence).

Ora la notizia dei reparti scelti francesi a Bengasi va sommata alle informazioni diffuse oggi dal Monde e alla situazione sul campo, dove le forze guidata dal generale Khalifa Haftar negli ultimi tre giorni stanno riportando importanti successi nell’area cittadina su tutte le direzioni (sia nella zona di al Laithi, che in quella di Bouatna che a Sidi Faraj). Successi che arrivano anche più a sud, verso il centro petrolifero del paese, ad Agedabia, città che settimane fa era finita sotto l’attacco dei bahgdadisti.

Queste attività a Bengasi sono state criticate dal governo di Tripoli, che sostiene non siano dirette soltanto contro lo Stato islamico, ma abbiano come obiettivo far cadere la città sotto il controllo di Tobruk. È ovvio che, se fosse confermato, l’appoggio francese esclusivo verso una delle macro-fazioni in guerra avrebbe un enorme peso politico, sbilanciando la situazione già in disequilibrio in uno stato che vede due pseudo-esecutivi combattersi sul campo e sui tavoli di negoziato, per raggiungere un’intesa per un governo di concordia (e dove il ruolo di Haftar è proprio uno dei punti principali di divisione).

I MOTIVI DELL’ATTIVISMO FRANCESE

La Francia sembra muoversi in anticipo rispetto ai tempi di un possibile intervento, questione che segue la linea dell’eccezionlismo, e che vede l’interesse francese su due ordini di ragioni: primo, imprimere presenza su una della uniche aree del Nord Africa in cui Parigi non è nevralgico, dunque una volontà geostrategica; secondo, il tentativo di evitare che l’espansione dello Stato islamico arrivi fino alle zone del Sahel e del Maghreb più a ovest, dove i soldati francesi sono già impegnati nella missione Barkhane e dove lo Stato islamico potrebbe intrecciare le proprie istanze con quelle di altri gruppi jihadisti ed estremisti locali, o con la criminalità endemica; dunque una questione di sicurezza nazionale.

LO STATO ISLAMICO COMBATTE COMUNQUE

Le forze libiche del Califfato hanno reagito all’attacco di venerdì contro un campo di addestramento e a quello di domenica contro un’imbarcazione occupando diverse parti del centro cittadino di Sabratha, città dove i baghdadisti avevano finora mantenuto un profilo basso, coperti anche dalla componente territoriale del gruppo Ansar al Sharia. Le forze di sicurezza locali, forse supportate dalla milizia Rada, sostengono però di aver ripreso parte del controllo.

Lo Stato islamico è molto attivo anche nell’area di Derna, centinaia di chilometri più a est, dove le dichiarazioni ufficiali del gruppo hanno definito l’attività militare “campagna di Abu Nasr al Ansari”, intitolandola ad un leader del gruppo, finora non troppo noto, e presumibilmente morto. Hamad Abdulsalam al-Azuz, un importante membro del Consiglio della Shura che comanda la città, è stato assassinato lunedì da killer dello Stato islamico.

Fonti citate dal sito informativo libico Al Wasat raccontano che gli uomini del Califfo starebbero preparando ospedali da campo a Sirte, Nowfaliya, e Ben Jawad, segno che una grande campagna di terra potrebbe essere imminente.



×

Iscriviti alla newsletter