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Camere di commercio, tutte le novità (e gli sbuffi) sulla riforma in fieri

Una perdita certa per le Pmi e nessun vantaggio per la spesa pubblica. È così che Ecosistema camerale (Esc), l’associazione nazionale nata nel 2014, focalizzata sulle competenze e le professionalità dei dipendenti che operano nelle Camere di commercio italiane, sintetizza le novità contenute nella bozza del decreto attuativo della riforma delle Camere di Commercio (legge n.124/2015).

Per Esc non vi è alcun nesso di causa–effetto fra la riforma del Sistema camerale italiano e il beneficio che ne trarrebbe l’economia, ma al contrario, chiarissimi sarebbero l’effetto negativo sull’occupazione ed il danno per le imprese ed i territori. Ecco le idee di Esc sulla riforma in corso, sui motivi che l’hanno generata, i danni per le imprese, i territori e l’occupazione.‬

COSA PREVEDE LA RIFORMA

Il riordino complessivo del sistema delle Camere di Commercio si concentra sulla riduzione del numero degli enti camerali, che da 105 passeranno a 60, accorpando quelli con meno di 75 mila imprese iscritte. Il decreto legislativo prevede anche il taglio dei diritti annuali versati dalle aziende alle Camere. Già con il decreto n.90/2014, convertito in legge n.114/2014, è stata imposta una riduzione progressiva del diritto annuale fino ad arrivare al 50% nel 2017. E’ stato poi evitato il trasferimento del Registro telematico che gestisce 6 milioni di imprese, al ministero dello Sviluppo economico, grazie all’emendamento del relatore al ddl delega sulla Pa, Giorgio Pagliari. Attualmente è in corso una fase interlocutoria per la definizione della versione finale del decreto. In corso anche una mobilitazione nazionale indetta dai sindacati.

CHE COS’È ESC

Ad Esc è connesso un gruppo Facebook la cui pagina esterna è consultabile qui. “Nessun intento microsindacale nè volontà di sostituirsi ai soggetti istituzionalmente preposti a svolgere qualsiasi confronto ma la volontà di affermare la complessità del lavoro che viene svolto dagli uomini e dalle donne appartenenti al Sistema camerale (composto da poco più di 12.000 unità su tutto il territorio nazionale)”, si legge in un comunicato dell’associazione.

COSA CRITICA

Secondo Esc dalla riforma ipotizzata non proviene nessun reale rilancio del Sistema, ma “solo tagli lineari di risorse e competenze”. “Gli Enti camerali sarebbero immotivatamente privati di funzioni che svolgono da decenni a favore dei territori, fra le quali, ad esempio quelle promozionali, con gravissime ripercussioni sui sistemi locali e sull’occupazione”. I processi di accorpamento avviati in ottemperanza alla legge di riforma, secondo Esc non produrranno inoltre risparmi per lo Stato né benefici economici per le attività imprenditoriali. Tutto ciò sarebbe una umiliazione ingiustificata, in quanto “le Camere di commercio sono, all’interno del panorama della Pubblica Amministrazione, fra le Istituzioni più evolute dal punto di vista della digitalizzazione dei servizi e garantiscono un servizio pubblico indispensabile per le imprese, senza gravare in alcun modo sullo Stato”.

“L’innovazione è nel nostro Dna, e non ci siamo mai fermati – ha sostenuto Ivan Lo Bello, presidente di Unioncamere, in una recente intervista al Corriere della Sera – . Il Registro delle imprese è del 1995: contiene, digitalizzati, i dati di 6 milioni di aziende, 1,2 milioni di professionisti, 10 milioni di amministratori e 900 mila bilanci. Nessun altro in Europa ha raggiunto questi livelli”, ha spiegato Lo Bello.

COME SI FINANZIANO LE CAMERE

Le Camere si finanziano essenzialmente con il diritto annuale versato dalle imprese iscritte al Registro delle imprese. “Inoltre, sottolinea Esc – corrispondono direttamente all’Erario sia i notevoli risparmi conseguiti dall’applicazione della spending review, sia gli introiti derivanti dall’attività sanzionatoria per conto dello Stato, senza alcun corrispettivo economico, anche per la vigilanza esercitata sul mercato da altri soggetti pubblici come Guardia di Finanza, Carabinieri, Agenzia delle Dogane, etc. (oltre 20 mln di euro l’anno!)”.

IL TAGLIO DELLE RISORSE

Mentre per le imprese la riduzione progressiva del diritto annuale sta comportando un risparmio esiguo (mediamente 55 euro l’anno), Ecosistema camerale fa notare che la misura è intervenuta “senza che fossero ridefinite le funzioni degli Enti camerali. Ciò ha determinato una sempre più evidente impossibilità di far fronte alle tantissime esigenze di supporto dei territori e nessun vantaggio per il mondo imprenditoriale”.

LE RICADUTE OCCUPAZIONALI

Ad aggravare l’esito del taglio delle risorse, ci sarà secondo Esc la ventilata riduzione delle funzioni che avrà inevitabili ripercussioni occupazionali, che vengono stimate in 3.500 – 4.000 posti di lavoro, fra dipendenti pubblici e privati.

IL REALE OBIETTIVO DELLA RIFORMA

Perché al governo interessano tanto le Camere di commercio? “Le camere di commercio vogliono dire anche partecipazioni in società pubbliche e private e proprietà immobiliare – dicono da Esc senza troppe dietrologie -. Forse questo tesoro è il reale obiettivo della riforma. Un esproprio mascherato da spending review, il cui valore finanziario può far gola alle vuote tasche dello Stato”, sostengono gli esponenti di Ecosistema camerale.

Ecco tutti i più recenti approfondimenti di Formiche.net sul ruolo del sistema camerale:

Ivan Lo Bello: le mie priorità per Unioncamere. L’articolo di Pietro Di Michele

Camere di commercio, ecco come si sta muovendo il governo Renzi. L’articolo di Valeria Covato

Camere di Commercio, ecco ruolo e obiettivi per lo sviluppo dell’Italia. L’articolo di Valeria Covato

Smart Cities ed ecosistemi urbani: il ruolo delle Camere di Commercio. L’articolo di Andrea Granelli

Con le Camere di commercio più giustizia per le imprese. L’intervento di Ferruccio Dardanello

Camere di Commercio, che cosa pensano davvero gli italiani. Report Swg

Camere di commercio, ecco l’accordo per l’autoriforma.

Registro delle Imprese e Business Intelligence: un nuovo (e necessario) Bene Pubblico. L’approfondimento di Andrea Granelli.

Il Sistema Camerale e la sfida del digitale. L’analisi di Andrea Granelli

Camere di commercio, tutte le opportunità di una rigenerazione. Di Andrea Granelli

Camere di Commercio, l’operazione-verità degli Artigiani di Mestre. L’articolo di Francesco De Palo

Camere di Commercio, la migliore riforma è l’autoriforma. L’intervento di Dorina Bianchi

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