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Il governo si muova per sbloccare lo stallo in Sogin. L’appello di Minopoli (Ain)

In una maniera, o nell’altra, spetta al governo mettere fine, in tempi rapidi, alla situazione di paralisi in cui si trova Sogin, la società pubblica controllata al 100% dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, e il cui indirizzo è dato dal Ministero dello Sviluppo economico. Paralisi causata dal conflitto ai vertici della società. Serve una decisione rapida da parte dell’esecutivo per evitare lo stallo della Sogin e dunque opportunità in meno per il Paese.

A sottolinearlo in una conversazione con Formiche.net è Umberto Minopoli, presidente dell’Associazione Italiana Nucleare. Per Minopoli, lo stato della società, che vede da mesi scontrarsi il suo presidente, Giuseppe Zollino e l’amministratore delegato, Riccardo Casale, è “intollerabile”. Il braccio di ferro ha portato ad ottobre Casale a dirsi disponibile a rimettere il mandato. Dimissioni accettate, di fatto senza alcun esito, dal ministro Pier Carlo Padoan. 

Presidente, qual è innanzitutto il compito di Sogin?

Sogin è delegata a realizzare il programma di smantellamento del vecchio lascito nucleare italiano che si componeva di 4 centrali nucleari non più attive, e di un numero di siti per la fabbricazione del combustibile o destinati alle attività di ricerca e sperimentazione in ambito nucleare, per un totale di circa 11 siti, e alla costruzione del deposito nazionale per i rifiuti radioattivi.

Come avviene tutto ciò?  

Sogin presenta un piano quadriennale all’Autorità per l’Energia, sulla base del quale procede ogni anno alla definizione e all’approvazione dei programmi di smantellamento e dei piani annuali delle attività.

Quali sono le sue potenzialità?

Sogin rappresenta sicuramente un patrimonio tecnico di conoscenza di primo livello nel suo campo. Ha una lunga tradizione di ingegneri nucleari a cui si sono aggiunti negli anni laureati, tecnici, provenienti da facoltà di ingegneria nucleare e di altre discipline in Italia. Tutti dovrebbero valutare attentamente il contributo che questo settore di attività può dare alla domanda nazionale, in questo momento di crescita lenta del paese.

Perché secondo lei rappresenta un settore strategico?

Parliamo di un’attività, quella del decommissionamento nucleare, che oggi nel mondo inizia ad avere una certa importanza, perché in tutta Europa nei paesi industrializzati sta venendo a maturazione la vita attiva delle centrali che si sono costruite negli anni 60/70. Il fatto che noi in Italia abbiamo un lascito nucleare così importante come quello descritto, viene ritenuto una componente molto interessante per lo sviluppo dell’industria nazionale.  Sogin potrebbe sicuramente partecipante, insieme all’industria italiana e sulla base delle esperienze del nostro  paese, alla sfida per queste attività di smantellamento che si stanno moltiplicando in tutta Europa.

Perché è preoccupato dallo stato della Sogin e sulle prospettive del programma del decommissioning nucleare in Italia.

Quello che si percepisce dall’esterno attraverso le loro prese di posizione è un problema di conflitto nella governance della società che ha origini sicuramente su motivazioni che hanno una loro dignità. Tutto ciò però non può paralizzare l’azienda e deve essere risolta in tempi rapidissimi soprattutto in questo momento in cui l’Italia è impegnata su vari fronti a cercare motivi ed opportunità per una crescita dell’industria. Frenare questa nicchia di attività è assolutamente una cosa intollerabile.

Cosa dovrebbe fare il governo?

C’è una situazione di difficoltà e di crisi nel management che è stata resa pubblica, e il governo, che è l’azionista unico di questa società, ha tutti gli strumenti per chiudere rapidamente la questione, in una maniera o nell’altra, e mettere Sogin in condizione di normalità operativa, di continuità e stabilità.

Quali effetti sta avendo tutto ciò?

Attualmente la società può fare solo ordinaria amministrazione. La crisi della governance porta in questo momento a non vedere approvato l’aggiornamento del piano industriale per i prossimi quattro anni. E poi ci sono le attività da iniziare nella progettazione del deposito nazionale. Ogni mese che questa attività si ferma, sono opportunità in meno in termini di gare e di processi industriali che impegnano l’industria nazionale, e in termini di attività che riguardano il trattamento dei rifiuti. Questo mette in una situazione di paralisi e di incertezza la stessa industria nazionale. Vorrei che ci fosse maggiore consapevolezza di questo e che ci si muovesse per eliminare tutti gli ostacoli ad un decollo delle attività della Sogin.

Come procede l’individuazione del deposito nazionale?

È stato recentemente approvato il primo step che è quello della delineazione dei criteri per la localizzazione, è stata proposta da Sogin anche un’ipotesi di Carta dei siti localizzabili per la costruzione del deposito su cui il governo si dovrà esprimere e su cui poi si aprirà la consultazione che la legge stabilisce, fino ad arrivare alla definizione del sito di costruzione.

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