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Vi spiego cosa succede davvero tra Glri e Goi. Parla il massone Fabio Venzi

Che succede tra i massoni italiani? È in corso un lento avvicinamento tra Grande oriente d’Italia (Goi) e la Gran loggia regolare d’Italia (Glri). Obiettivo: il (futuro) riconoscimento da parte della Gran loggia d’Inghilterra – la loggia più antica al mondo – dell’obbedienza guidata da Stefano Bisi (Goi), disconosciuta nel ’93. Perché ciò avvenga, però, Glri capitanata da Fabio Venzi deve dare un parere positivo alla Gran loggia d’Inghilterra, una sorta di via libera (seppure non vincolante) per il riconoscimento del Goi capeggiato da Bisi. Nel ’93, infatti, quando il Goi perse l’appoggio dell’obbedienza inglese, nacque la Gran loggia regolare d’Italia che subito si fregiò del riconoscimento ritirato al Goi.

LE PAROLE DI VENZI

Ma nessuna riunificazione, spiega Fabio Venzi, Gran Maestro della Glri, solo “un dialogo che potrebbe portare a una convivenza serena sul territorio tra queste due obbedienze che costituiscono un’anomalia in Europa“. In una conversazione con Formiche.net, il Gran Maestro della Gran loggia regolare d’Italia spiega perché è impossibile la riunificazione con il Grande oriente e quale è il ruolo della Gran loggia unita d’Inghilterra in un possibile riavvicinamento.

IL RUOLO INGLESE

Non esiste una richiesta della Gran loggia unita d’Inghilterra riguardo il trattato d’amicizia, non esiste una lettera portata dal signor Leslie Hicks (portavoce della Ugle inglese) a nome del Gran cancelliere Derek Dinsmore. Non esiste che l’Inghilterra non possa avere nel territorio italiano due obbedienze“, dice Venzi, che precisa: non è stata proposta nessuna raccomandazione per instaurare un rapporto di amicizia con il Goi e non esiste alcuna delibera approvata dal board del Glri su tale proposta datata 19 dicembre 2015, a differenza di quanto scritto di recente da alcune testate. Ma che ci sia un avvicinamento, seppure in fase embrionale, non è infondato. Da parte dell’Inghilterra, dunque, ci sarebbe l’auspicio che tale riavvicinamento diventi realtà, ma non esistono tappe e tempistica definite.

LA SCISSIONE DEL 1993

Il riconoscimento inglese al Goi venne ‘presumibilmente’ tolto per esternazioni su politica e religione, ma le ragioni non sono mai state ufficialmente spiegate“, dice Fabio Venzi a proposito del ritiro del riconoscimento al Grande oriente d’Italia da parte della Gran Loggia inglese, avvenuto nel ’93, proprio in concomitanza con la nascita della Gran loggia regolare d’Italia da lui oggi guidata e fondata dall’allora Gran Maestro del Grande oriente Giuliano Di Bernardo.

Sul sito del Goi si legge che Giuliano Di Bernardo, Gran Maestro dal 1990 al 1993, fu espulso “per alto tradimento a seguito della sua secessione che originò, con pochi seguaci, un’altra organizzazione massonica. Tutto fu in concomitanza con un’indagine sulla Massoneria e presunte trame occulte, poi finita nel nulla e definitivamente archiviata nel 2000, condotta dall’allora procuratore della Repubblica di Palmi Agostino Cordova“. L’inchiesta di Cordova indagava i legami tra massoneria e criminalità organizzata, fu la prima inchiesta ad applicare la Legge Anselmi (Legge n. 17/1982 sulle associazioni segrete e come tali vietate dall’articolo 18 della Costituzione) e a ordinare il sequestro degli elenchi contenuti in un computer del Grande oriente d’Italia, contenente l’archivio elettronico di tutte le logge massoniche italiane e in cui si sospettava ci fosse un elenco nascosto. L’inchiesta venne prima trasferita dalla Procura di Palmi a quella di Roma, e poi archiviata nel 2001 (qui la ricostruzione), ma non è da escludere che sia una delle ragioni del ritiro del riconoscimento al Goi da parte della Gran loggia inglese.

L’ANOMALIA ITALIANA

Quando nacque l’obbedienza rappresentata da Fabio Venzi, nel ’93, una parte delle logge europee, spiega il Gran Maestro, riconobbe la Glri – “tra le quali la più importante, la Gran loggia unita d’Inghilterra” – e una parte continuò a riconoscere il Grande oriente d’Italia, guidato ora da Stefano Bisi. “È una situazione anomala – spiega ancora Venzi – in quanto siamo due obbedienze sul territorio considerate ambedue regolari”. Prima del ’93 a essere riconosciuta dalla Gran loggia inglese era il Grande oriente d’Italia che venne però disconosciuto a seguito di dichiarazioni inopportune su politica e religione che, spiega Venzi, non sono consentite alle logge massoniche. Tolto il riconoscimento al Goi, nacque la Gran loggia regolare d’Italia (Glri), fondata da Giuliano Di Bernardo (già Gran Maestro del Grande oriente d’Italia) che ottenne immediatamente il riconoscimento dalla loggia inglese, che ancora conserva.

Si auspica, in futuro, avendo l’Inghilterra la possibilità di riconoscere due obbedienze nello stesso territorio, che si creino i presupposti di una convivenza, rimanendo ovviamente autonome, con le nostre peculiarità, tra le due obbedienze, cosa che stiamo valutando“, dice Venzi. “La nostra obbedienza – precisa il capo di Glri – ha spiegato che ci sono delle problematiche sulle reciproche costituzioni, perché sia il Goi che la Glri si considerano le uniche legittime sul territorio italiano. Fino a che non verranno modificate le costituzioni è ovvio che sia impossibile parlare di un rapporto di amicizia o di una reciproca legittimazione“.

COSA SERVE AL GRANDE ORIENTE PER AVERE IL RICONOSCIMENTO

Il Goi – spiega il Gran Maestro Venzi – per poter ottenere il riconoscimento dalla Gran loggia inglese ha bisogno del parere positivo dell’obbedienza che già è riconosciuta, ossia il Glri, che ha il diritto di dare la propria opinione sull’argomento, “ma la Gran Loggia Unita d’Inghilterra – spiega Venzi – è sovrana ed ha l’autonomia e l’autorità di prendere le sue decisioni“.

Il parere positivo della Glri sarebbe vincolato alla modifica delle costituzioni delle due obbedienze, processo lungo e non certo nei risultati. “Noi, se ci fosse la volontà da parte del Goi di farlo saremmo anche disposti”, ma tutto andrebbe comunque valutato dall’assemblea della Gran loggia regolare d’Italia (composta da tutti i Maestri venerabili e dai Grandi ufficiali, in carica ed ex, per un totale di circa 400 persone).



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