Una sorpresa non si può di certo considerare, ma una mossa in grado di sparigliare gli equilibri in vista delle elezioni per il Campidoglio sicuramente sì. Dopo giorni – se non addirittura mesi – di abboccamenti, alla fine tra Alfio Marchini e Silvio Berlusconi è scoppiato l’amore. Il Cavaliere questa mattina ha annunciato il ritiro della candidatura di Guido Bertolaso e nel pomeriggio ha incontrato a Palazzo Grazioli l’imprenditore romano.
LA SODDISFAZIONE DI FORZA ITALIA
Una decisione accolta con soddisfazione in Forza Italia, come noto mai persuasa fino in fondo dalla candidatura dell’ex capo della Protezione Civile. “Marchini è vincente perché la sua è l’unica candidatura non divisiva“, ha commentato il capogruppo degli azzurri alla Camera Renato Brunetta. Rimane da vedere, però, come la prenderà quella parte di Forza Italia che auspicava, invece, l’accordo con Giorgia Meloni.
LA REAZIONE DI MELONI E SALVINI
La scelta ovviamente non ha fatto piacere alla leader di Fratelli d’Italia che in questo modo vede complicarsi non poco la corsa verso il Campidoglio. Un fastidio confermato dalla nota tra l’ironico e l’astioso che Meloni ha pubblicato subito dopo la notizia dell’accordo: “Siamo contenti della semplificazione del quadro politico a Roma. Ora ci aspettiamo un’ulteriore semplificazione con la diretta e aperta convergenza di Alfio Marchini e di Forza Italia sul candidato del Pd e di Renzi, Roberto Giachetti“. “Probabilmente Berlusconi ha nostalgia di Renzi“, le ha fatto eco Matteo Salvini.
L’APPOGGIO DI STORACE
Ed è probabile che Marchini possa annunciare presto anche l’appoggio di un altro dei candidati in corsa, il leader de La Destra Francesco Storace. Secondo quanto filtra dall’entourage dell’ex governatore del Lazio, sarebbe in corso proprio in questi istanti una riunione per decidere il da farsi. L’esito, però, potrebbe averlo anticipato il capogruppo di Forza Italia al Senato Paolo Romani che – all’uscita da Palazzo Grazioli – ha dichiarato senza lasciare spazio a dubbi: “Abbiamo sentito anche Storace. Insieme a noi e a Bertolaso converge sulla candidatura di Marchini“. Il segretario de La Destra potrebbe portare in dote a Marchini anche l’appoggio di alcuni ex di Alleanza Nazionale, a partire da Gianfranco Fini, che qualche giorno fa aveva affermato di non voler votare Meloni ma di appoggiare lo stesso Storace.
L’ACCORDO SUL PROGRAMMA
Fatta l’alleanza, bisognerà comunque trovare la quadra sul programma. Il punto di partenza già c’è ed è costituito dalle 101 proposte per Roma che Marchini ha presentato qualche settimana fa all’associazione della Stampa Estera. Nel complesso 129 pagine di idee, tra le quali non mancano i riferimenti alle aziende municipalizzate, cui l’imprenditore romano accenna già nelle premesse del suo documento programmatico.
LE MUNICIPALIZZATE DA RISANARE
Tra le priorità che Marchini indica compare il “risanamento delle società municipalizzate, che passa attraverso il miglioramento della qualità dei servizi e puntuali metodi di controllo di qualità affidati anche ai cittadini grazie alle tecnologie digitali”. Sono due in particolare le aziende più importanti e, al tempo stesso, di difficile gestione: l’Atac – l’azienda capitolina dei trasporti – con un indebitamento complessivo da 1,3 miliardi di euro e oltre dodicimila dipendenti e Ama – la società della nettezza urbana – che se la passa un po’ meglio ma neppure di tanto con 568 milioni di euro di debiti verso il sistema bancario.
L’EFFICIENTAMENTO DI AMA
Niente sconti ad Ama da parte di Marchini che dedica un’apposita proposta all’efficientamento della società di gestione dei rifiuti. Il punto dal quale prende le mosse nella sua analisi è il rapporto percentuale tra dipendenti e assenze giornaliere: arriva al 16%, visto che sugli 8.000 lavoratori totali di Ama ogni giorno ne mancano – per motivi vari – ben 1280. Percentuale che in un’impresa privata sarebbe invece dell’8%, la metà esatta. “È giunta l’ora di valorizzare la stragrande maggioranza dei lavoratori che amano l’azienda e la città” scrive Marchini, che propone contemporaneamente di “istituire una task force contro furbi e assenteisti”. Sempre in quest’ottica di risanamento deve essere interpretata l’idea di ridurre le consulenze e gli affidamenti esterni. L’esempio fatto in tal senso riguarda “gli incarichi di patrocinio legale affidati ad avvocati esterni, nonostante l’azienda disponga di un suo ufficio legale interno con dipendenti ben retribuiti”.
LOTTA AI PORTOGHESI
La proposta cardine avanzata per rilanciare Atac e ridurne il deficit si concentra sull’evasione tariffaria da record che gli autobus e i tram di Roma fanno registrare. Secondo i dati ufficiali, almeno un quarto degli utenti non paga il biglietto ma c’è chi ritiene che in realtà la percentuale sia molto più alta. Una piaga che per l’imprenditore romano va affrontata in due modi in particolare. Innanzitutto attraverso la previsione di verifiche capillari sui mezzi pubblici, da effettuarsi “mediante distacco del personale necessario dagli uffici alla funzione di controllore itinerante”. In secondo luogo, si ipotizza la riduzione dell’importo della multa da 50 a 10 euro con contestuale obbligo di pagamento immediato. L’obiettivo è impedire che l’evasione – oltre al biglietto – finisca per comprendere anche l’eventuale sanzione.
IL RUOLO DI ACEA
Discorso diverso, invece, per l’altra grande municipalizzata capitolina: Acea, l’azienda che si occupa di acqua ed energia. Si tratta, infatti, di una società quotata in borsa, privatizzata, di cui il Campidoglio è socio (di maggioranza), in compagnia di privati tra i quali, in primis, il costruttore Francesco Gaetano Caltagirone. Alla multiutility Marchini dedica solo un paio di passaggi nel suo programma, il primo dei quali quando parla della necessità di adeguare il sistema di illuminazione pubblica dal punto di vista dell’organizzazione e dei costi. In questo senso il Comune si farà promotore verso Acea “della revisione concordata del contratto di servizio di illuminazione pubblica al fine di anticipare il prima possibile la trasformazione dell’attuale vetusto sistema in quello più efficiente e funzionale a led”. L’altro riferimento è sui rifiuti, a proposito delle carenze di Ama sotto il profilo degli impianti di smaltimento, che costringono l’amministrazione a rivolgersi ai privati con inevitabili ripercussioni economiche. A tal riguardo, nel programma di Marchini Acea viene indicata come “possibile interlocutore industriale”, in grado “di aiutare l’Ama a sopperire a questa mancanza di impianti” (qui l’approfondimento di Formiche.net sulla proposta di Marchini).
GLI SPONSOR PRIVATI
Non c’entra con le municipalizzate romane ma è comunque indicativo del modo con cui Marchini guarda ai temi economici, il rapporto che l’imprenditore propone di instaurare con i privati. Una ricetta che mira a convogliare sulla città il massimo ammontare possibile di risorse, anche attraverso la conclusione di contratti di sponsorship. Tra le idee, quella di pubblicare specifici bandi di gara con cui letteralmente affidare le stazioni della metro, i parchi e i giardini ad imprese e partner istituzionali che diventeranno autentici sponsor. Pubblicità in cambio di fondi che saranno, poi, utilizzati per finanziare interventi di manutenzione e decoro.