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Vi racconto la delirante filosofia di Roberto Saviano

Roberto Saviano

Pillole di Saviano-pensiero: “Il sud sta morendo”; “Il sud è già morto”; “Il governo non ha modificato nulla (il patto per il sud cos’è?, nulla?)”; “Chiunque fa impresa o politica in Campania è sporco”.

Nessuno straccio di idea concreta, nessuna casuale idea, proposta, speranza. Nessuno spiraglio. Il sud di Saviano, descritto su Repubblica di ieri, è un mortifero e appestato deserto criminale. Chiunque, qualunque politico, e vagamente indagato per reati da provare, è mafioso, criminale, affiliato a un potere onnipotente che domina, ormai, la vita, le istituzioni, la cultura (tranne Saviano e amici), l’economia di un’area di 40 milioni di abitanti: il Sud. Una terra descritta come un immenso universo colpevole che avrebbe inorridito, perfino, un inquisitore della Spagna del ‘500. E che diamine?

Che vale che Apple e Cisco guardano ai giovani meridionali e campani come risorsa? Che serve che in Campania oltre 3500 piccole imprese, valutate, studiate e analizzate aspirino a partecipare ai bandi della Regione per crescere e avere successo? Che serve che a Caserta si faccia, nella Reggia, un week end delle idee in cui vengono, da esperti internazionali, selezionate 50 idee valide di start up giovanili che meritano di essere sviluppate? Che serve che le Università di Napoli e del Sud siano considerate fucine di ricercatori e specialisti da attrarre… all’estero? Che serve che il “governo che non fa niente” e la politica regionale che sarebbe “morta” hanno sottoscritto, solo pochi giorni fa, un documento che fissa, finalmente, obiettivi, indirizzi e metodi di spesa di circa 9 miliardi di investimenti pubblici e privati? Che serve che, finalmente, Bagnoli, l’esperimento più grande di Europa di rinascita di un’area urbana e industriale parta, grazie a governo e regione? Niente.

Nel Saviano-pensiero, ieri su Repubblica esistono solo due fatti: il Sud è un deserto criminale “morto” dove tutto è “sporco”, politica ed impresa e dove l’unica fiammella di vita è quella dei… candidati di 5 stelle e (bontà sua) di qualcuno del Pd. Ovviamente, dobbiamo pensare, non di quelli che collaborano con il “governo che non fa nulla”. Questa è la filosofia “dell’intellettuale” napoletano: cupio dissolvi, impotenza, resa alla filosofia del nulla, nichilismo massimalista casaleggiano ma detto in modo, magistralmente, estremista. Delirio.

Ma scritto così bene… Io francamente del nichilismo, dell’inutilità, esibita, vuota e supponente, del savianismo pentastellato, ne avrei piene le scatole.



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