Al voto per il Campidoglio mancano ormai meno di due mesi ma il caos continua a regnare sovrano, specie nel versante moderato, con colpi di scena e domande ancora senza risposta. Nell’area di centrodestra si naviga a vista, tra candidature già ufficializzate che potrebbero, però, tramontare e coalizioni che si frantumano. In Forza Italia a tenere banco sono i punti interrogativi su Guido Bertolaso mentre si registra oggi uno strappo in Area Popolare, con la decisione dell’Udc di appoggiare la corsa a sindaco del candidato del Partito Democratico Roberto Giachetti.
I DUBBI SU BERTOLASO
Pubblicamente quasi nessuno lo ammette ma, nelle retrovie, in pochi sono pronti a scommettere che Bertolaso sarà fino alla fine il candidato sindaco di Forza Italia a Roma. I dubbi si rincorrono, le voci – più o meno incontrollate – pure. Si teme che l’ex capo della Protezione civile ottenga risultati da prefisso telefonico e che in questo modo condanni gli azzurri all’estinzione o all’irrilevanza.
IL BRIVIDO DELLE URNE
Scenario che Tommaso Ciriaco ha raccontato oggi dalle colonne di Repubblica. Secondo il giornalista del quotidiano diretto da Mario Calabresi, un pezzo di Forza Italia avrebbe deciso di abbandonare Silvio Berlusconi dopo le amministrative e di silurare, nel frattempo, la candidatura di Bertolaso. Tra i motivi viene anche citato un sondaggio di Alessandra Ghisleri che attesterebbe gli uomini del Cavaliere a un misero 6,5%. Una ricostruzione smentita da un berlusconiano della prima ora come Francesco Giro, senatore azzurro con un passato da sottosegretario ai Beni Culturali e, soprattutto, da responsabile romano e laziale di Forza Italia: “Il partito di Repubblica ci è sempre stato ostile, ci ha sempre descritto al collasso. Da vent’anni è sempre lo stesso articolo, quello di un giornale che si è fatto partito”.
FORZA ITALIA AL BIVIO
I rumors, però, rimangono e disegnano un doppio scenario nell’eventualità che Bertolaso si sfili dalla corsa o che Forza Italia decida, alla fine, di mollarlo. Convergere su Alfio Marchini oppure ricostituire la coalizione con Lega e Fratelli d’Italia ed appoggiare Giorgia Meloni. Ipotesi, quest’ultima, per la quale è tornato a spingere nelle ultime ore Matteo Salvini. “Berlusconi lo vedo quando vuole ma c’è anche il telefono”, ha commentato oggi il leader del Carroccio, per il quale a Roma “uniti si vince”. L’alleanza con Marchini sarebbe, invece, caldeggiata in particolare dal gruppo che fa capo al vicepresidente del Parlamento europeo Antonio Tajani, in Forza Italia tra i primi e più convinti sostenitori dell’imprenditore.
LE CERTEZZE DI GIRO
Retroscena che lasciano il tempo che trovano secondo Giro. Il senatore azzurro assicura la compattezza di Forza Italia nel sostenere Bertolaso. Sarà l’ex capo della Protezione civile il candidato di Forza Italia o i berlusconiani ci stanno ripensando? Risposta di Giro: “Abbiamo un candidato e stiamo lavorando convintamente al suo fianco per affrontare una campagna elettorale che sarà lunga e difficile”. Il più convinto di tutti – racconta ancora Giro – è proprio Berlusconi “che ha già dato un contributo fondamentale durante le “gazebarie” e che è pronto a fare lo stesso fino al giorno delle elezioni”. Berlusconi, dice l’esponente di Forza Italia, è “molto amareggiato” per la rottura consumatasi con Salvini e Meloni sulla candidatura di Bertolaso.
LE PENE DI AREA POPOLARE
La vera novità di giornata arriva, però, da Area Popolare, l’alleanza di centro tra l’Ncd di Angelino Alfano e l’Udc di Lorenzo Cesa. “E’ morta perché era un’operazione esclusivamente di vertice”, ha commentato oggi il vicesegretario dell’Udc Giuseppe De Mita. Per questo – ha aggiunto – “nelle città al voto presenteremo liste con il nostro simbolo”. Una scelta che fa particolarmente discutere a Roma, dove il partito fondato da Pier Ferdinando Casini ha annunciato il suo appoggio al candidato renziano Roberto Giachetti.
L’UDC PER GIACHETTI
L’ufficialità, in questo senso, l’ha data in mattinata il segretario Cesa: “Su Roma stiamo lavorando ad una lista in cui siano presenti movimenti di area cattolica, in appoggio al candidato Roberto Giachetti”. La guiderà Maria Fida Moro, la figlia primogenita di Aldo Moro, che in questa corsa sarà affiancata soprattutto da esponenti della società civile ma anche da qualche politico. Potrebbe farne parte, ad esempio, il generale e sottosegretario alla Difesa Domenico Rossi, che ha partecipato alle primarie romane del centrosinistra in cui ha prevalso Giachetti. Quello di Roma dovrebbe essere, comunque, solo un passaggio intermedio. L’obiettivo di lungo termine è la creazione di un partito di centro che guardi stabilmente al Pd di Renzi. Dovrebbero parteciparvi, tra gli altri, anche Bruno Tabacci e Lorenzo Dellai.
L’NCD PER MARCHINI
Il Nuovo Centrodestra, invece, non appoggerà Giachetti ma Alfio Marchini, e si presenterà alle elezioni romane senza il suo simbolo ma con una lista che si chiamerà Roma Popolare. A promuoverla il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, che ha già scelto il nome del suo capolista. Si tratta di Stefano De Lillo, ex senatore del Popolo della Libertà il cui fratello minore, Fabio, siede nel Consiglio Regionale del Lazio tra i banchi del gruppo Cuoritaliani, il movimento fondato qualche mese fa dagli ex Ncd Andrea Augello e Vincenzo Piso. Il partito di Alfano, dunque, continua a subire scissioni ma i suoi esponenti finiscono quasi sempre – come per magia – con il ritrovarsi dalla stessa parte. Altro esempio in questo senso è quello di Gaetano Quagliariello, uscito da Ncd tra le polemiche per fondare Idea, ma convinto sostenitore di Marchini nella capitale.