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Cosa succederà al Movimento 5 Stelle. Parla Paolo Becchi

paolo becchi

Gianroberto Casaleggio aveva una grande visione strategica, in anticipo sugli altri. Ma ora il suo testamento politico verrà gettato alle ortiche, perché già da tempo il Movimento non lo seguiva più”. Il professor Paolo Becchi, docente di Filosofia del diritto all’università di Genova, è stato il primo intellettuale ad appoggiare il Movimento Cinque Stelle, sposandone la causa, fino al recente divorzio.

Professore, tutti si chiedono ora cosa succederà al M5S. Secondo lei?

Nel breve periodo non vedo grandi problemi, anche perché Casaleggio, da gran pianificatore qual era, avrà lasciato delle direttive. Alle amministrative prevedo ancora un grande successo. Più avanti, nel lungo periodo, sorgeranno problemi. Il movimento dovrà decidere cosa vuole essere all’interno del Paese. E per questo dovrà dotarsi di un programma politico adeguato, prendendo posizione su temi sui quali molto spesso resta ondivago, come la moneta unica e l’immigrazione.

Secondo lei Grillo resterà defilato o tornerà a guidare il movimento?

Io credo che in questa fase così delicata Beppe farebbe bene a tornare in campo, almeno finché non si delinea una strategia chiara. Senza la figura del garante, senza un vero e proprio collante, il Movimento 5 stelle rischia di esplodere con tutte le diversità interne che ci sono. Le diversità sono importanti, è bene che ci siano, ma il punto di forza del Movimento è stata la sua unità e solo una persona può garantirlo. Soltanto Grillo, al momento, può rappresentare questo collante. Una bella mossa, per esempio, sarebbe quella di prendere in mano la campagna referendaria sulle riforme e mettersi alla testa del fronte del No.

Chi prenderà le redini del Movimento?

Ci dovrà essere un’intesa tra Davide Casaleggio, che guiderà la “Casaleggio & Associati” e avrà in mano l’utilizzo dei server, e il direttorio composto dai cinque membri. A mio parere, se si vuole tornare allo spirito originario, il direttorio andrebbe allargato e dovrebbe essere di nuovo la rete a decidere.

Molti vedono in Di Maio il nuovo leader.

Se così fosse, ovvero se l’M5S sarà guidato da una persona sola, allora diventerà un partito come tutti gli altri, di lotta e di governo, ma pur sempre un partito. E inizierà la parabola discendente.

Quanto c’era di Casaleggio nel movimento?

Lui era il cervello, Beppe era il cuore. Il movimento è nato sulle sue intuizioni, prima fra tutte l’uso del web per arrivare a una nuova forma di democrazia diretta, con la rete che permette ai cittadini di entrare in contatto con lo Stato saltando i partiti. Lo tsunami tour, per esempio, era un’idea sua. A me interessava molto questo aspetto, soprattutto come si riesce a generare un’intelligenza collettiva attraverso il web e l’uso della rete come massima espressione della democrazia.

Un personaggio strano, schivo, sfuggente…

Era solo una persona molto riservata. Di apparire, tanto meno in tv, non gli interessava. Era un uomo di grandissima cultura, di altissime letture, che spesso condividevamo. Aveva una formazione anglosassone e doveva molto, anche culturalmente, ad Adriano Olivetti. Ci sentivamo al telefono e alcune volte ci vedevamo.

Nel corso degli anni ci sono state innumerevoli polemiche. Due su tutte: le innumerevoli espulsioni e il caso delle mail spiate ai parlamentari…

Alla storia delle mail spiate non ci credo, non penso proprio che fosse quel tipo di persona. Penso semmai a disservizi nel cambio di server. Sulle espulsioni, all’inizio era comprensibili perché nel Movimento è arrivata tantissima gente senza grandi controlli: è stata un’opera di pulizia. Poi la situazione è degenerata e si è arrivati all’arbitrio più totale.

E lei se n’è andato…

Vedevo che le istanze originarie non erano più rispettate. Ad esempio il divieto di non andare in tv, nei talk show. “La tv è un dinosauro, non ci serve…?”, diceva. Il movimento ha fatto una svolta in senso istituzionale, i cittadini vengono consultati sempre di meno. Da quanto lei non vede più una riunione grillina in streaming?

Da molto.

Ecco appunto. Ma forse lui, a causa della malattia, negli ultimi tempi non riusciva più a controllare tutto, a imporsi…

Cosa rimarrà di Casaleggio nei libri di storia?

Verrà ricordato per i 9 milioni di persone che hanno votato Cinque Stelle alle elezioni del 2013. Lì il cambiamento era davvero possibile, ma è stato bloccato da un golpe guidato dall’ex presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.

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