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Il referendum, l’Anpi e la sinistra parruccona

Si può votare sì senza dover spiegare che che non c’entra nulla il fascismo o l’antifascismo? E la cosa vale, ovviamente, anche per il no. Siamo a 70 anni dalla Resistenza: quasi un secolo. Per almeno 30 anni, la politica tutta ha promesso riforme. Anche di quelle parti della Costituzione che hanno un impatto sulla governabilità e l’efficienza del governo del paese. Che non è, per un eufemismo, perfetta. E che, a detta di tutti, è la causa di molti problemi italiani.

La sinistra Pd si deve decidere. Non può accusare Renzi di politicizzare (in senso di partito) il referendum, legandone gli esiti alla sua permanenza e poi strumentalizzare, addirittura, le posizioni dell’Anpi. Così non solo si politicizza il referendum, lo si ideologizza. Si giustifica quello scontro frontale, da guerra civile, tra il sì e il no che Reichlin e altri della sinistra Pd dicono di temere.

E su l’Anpi siamo onesti. E sia onesta l’Anpi. Non può essere considerata “l’Associazione dei partigiani”. Non ce ne sono più molti, purtroppo. Dovrebbe essere, invece, considerata un luogo che intende rappresentare i valori unitari della Resistenza. A cui tutti potrebbero aderire. Con le opinioni più diverse sull’attualità e sulle riforme. L’Anpi ha fatto un errore a schierarsi. Non si sono schierati i “partigiani” ma persone che hanno preso posizione su un tema politico dell’attualità. E che non fanno un servizio alla causa. Perché lasciano identificare i valori dell’antifascismo con la conservazione. Esattamente quello che vuole quella destra estrema che oggi marcia per il No al referendum.

L’Anpi doveva limitarsi, semmai, a richiamare il rispetto, nella contesa, dei valori della Costituzione, la sua prima parte, che nessuno tocca. La riforma riguarda, infatti, le parti su cui gli stessi costituenti ammettevano la possibilita’ di cambiamenti e riforme successive. Lasciamo che questo paese discuta in serenità e tranquillità di una riforma. Lasciateci decidere in libertà. Senza ricatti ideologici. Non abbiamo il fascismo alle porte. E siamo un paese maturo, per fortuna.

Guardate a che succede in altre parti d’Europa. Lì la destra vera è arrivata al governo. Secondo me a portarcela è anche stata una sinistra, ormai impresentabile: parruccona e conservatrice, da un lato, impotente e incapace di fare riforme dall’altro. In Italia no. Non siamo ancora a questo. Ma facendo dell’Anpi un feticcio ci arriviamo anche noi. E i presupposti ci sono. Statene certi.

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