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Perché Matteo Renzi e i magistrati non si amano. Parla Cazzola

Lavoro cassimatis, GIULIANO CAZZOLA

Confermo tutto, penso che le procure vogliano azzoppare Renzi prima del referendum costituzionale“. Nessun ripensamento, sul rapporto tra governo e magistratura Giuliano Cazzola va dritto per la sua strada. A Roma InConTra di Enrico Cisnetto – dove è intervenuto lunedì scorso – il giuslavorista ha confermato quanto scritto di recente su Formiche.net in diversi articoli, tra cui uno dall’eloquente titolo “Una parte della magistratura vuole davvero fermare Renzi? Sì“.

LO SCONTRO

Cazzola si è interrogato sul perché di questo rapporto – sempre più “a rischio” – tra i pubblici ministeri e l’esecutivo guidato da Renzi. La risposta che ha dato è tranchant: “Credo che attacchino seriamente chi ha il potere ma non si genuflette“. In questo senso – a suo modo di vedere – sarebbe la poca sudditanza del premier verso la magistratura ad aver causato anche le attuali turbolenze: “Credo che a Renzi non perdonino il fatto che sia sembrato non voler baciare loro la pantofola“.

I GIUDICI, LA SINISTRA E L’ELETTORATO PD

In questo senso – secondo l’ex sindacalista Cgil ed ex deputato Pdl – la sinistra Dem non avrebbe nulla da temere: “Nessuno la tocca“. Un po’ sulla falsariga di quanto accaduto a inizio anni ’90 – ha evidenziato la firma di Formiche.net dove cura la rubrica “Punture di spillo” – quando, “durante Tangentopoli, le procure pensavano che gli unici a poter governare fossero gli ex Pci“. Il dubbio – sembra voler dire in sostanza Cazzola – riguarda anche come reagiranno gli elettori del Partito democratico: “La base elettorale del Pd è stata abituata a credere di più nei  pubblici ministeri che nella sua classe politica“.

PROVE DI TREGUA?

Nel corso della chiacchierata con Cisnetto, Cazzola ha dato al premier anche qualche consiglio: “Gli ho suggerito di non fare compromessi perché loro non li fanno“, ha dichiarato. Poi, ha commentato le parole di Renzi alla trasmissione di Fabio Fazio Che tempo che fa, nella quale il presidente del Consiglio ha cercato di chiudere ogni fronte di scontro. “Non mi troverete mai a fare polemica sui magistrati. Evviva i magistrati, vadano a processo, facciano le sentenze“, ha detto, tra le altre cose, il premier. “E’ sul punto di arrendersi?“, ha domandato Cisnetto a Cazzola che ha risposto: “Forse non crede di potercela fare“.

DAVIGO L’AYATOLLAH

Non poteva mancare, ovviamente, un riferimento al presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati Piercamillo Davigo, che – con le sue parole al Corriere della Sera sulla corruzione in politica – ha di fatto riaperto lo scontro dopo la fine del ventennio berlusconiano. Dichiarazioni sulle quali Cazzola si è più volte concentrato nei suo interventi su Formiche.net (tra gli altri, si segnalano in particolare due articoli: “Ecco la bizzarra filosofia politica di Piercamillo Davigo” e “Benvenuti nel fantasmagorico mondo della giustizia alla Davigo“). Riferimento sintetico ma netto: Davigo si comporta “come un’ayatollah“.


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