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Vi racconto la chiassosa campagna elettorale a Napoli

VALERIA VALENTE , napoli

I cittadini-elettori di un comune durante la campagna elettorale per il rinnovo degli organi di amministrazione: sindaco, giunta, consiglio comunale valutano le diverse proposte dei partiti, per scegliere il buon governo della propria città: dalla scuola ai trasporti, dalla viabilità all’ambiente, dalla tutela della salute alla sicurezza, dall’uso del territorio all’assetto urbanistico, conforme allo sviluppo intervenuto nel perimetro comunale negli anni. La storia delle elezioni negli enti locali conferma tale dato. Oggi non è più così, l’esempio concreto viene da Napoli.

La campagna elettorale qui ormai viaggia su sentieri accidentati e perigliosi. Essa è compromessa, con poca possibilità di recupero: chiassosa, aggressiva, confusa, asfittica, inconcludente. Se si aggiunge anche il fuoco amico su qualche coalizione in campo, cosa gravissima e impensabile in passato, il quadro diventa a dir poco raccapricciante. Le velenose polemiche che si stanno consumando all’interno del Partito Democratico appartengono a un clima che non ha niente a che vedere con la politica. Inconcepibile! Che senso ha sparare a zero un giorno sì e l’altro pure sul candidato sindaco della propria coalizione e dello stesso partito? Non sarebbe opportuno sospendere e rinviare le polemiche a dopo il voto?

E se si continua con gli stessi toni non vi è per caso il sospetto (certezza?) che si sta lavorando per la sconfitta? Nell’ambito dello stesso partito tale tattica masochista può anche essere tollerata, ma gli altri partiti che hanno accettato di stare nella medesima coalizione con idee e programmi, per la governabilità della città potrebbero anche stufarsi e non tollerare più simili aggressioni, che non colpiscono solo il candidato sindaco ma tutta l’alleanza. La gente è già molto confusa nel dover esprimere il voto, se si manifestano questi plateali dissensi sui candidati sindaci o consiglieri, gli elettori si sentono ancor più giustificati a disertare le urne.

C’è ancora tempo per raccogliere le energie di tutti coloro che avvertono il peso della responsabilità del governo di Napoli, si sospenda allora ogni polemica, lasciando spazio ad un convinto e meditato atto di resipiscenza, che porti a recuperare le ragioni dell’alleanza funzionali alla vittoria finale. Nessuno può pensare, autoproclamandosi uomo della “provvidenza”: dopo di me il diluvio.



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