Trovo un po’ ipocrite e reticenti le celebrazioni da sinistra di Pannella. Del suo pensiero si vuole ricordare solo il lato laicista e anticlericale. Tutti dimenticano, invece, il Pannella strenuo liberista, l’evocatore delle battaglie liberali di Ernesto Rossi, il sostenitore in Italia della traduzione in politica del liberalismo sociale di Gobetti, il teorizzatore dell’incontro – la rosa nel pugno – tra liberismo e socialismo riformista, il nemico dello statalismo, del collettivismo socialista, del corporativismo sindacale, il censore dei ritardi italiani in economia dovuti al compromesso storico quarantennale tra tradizione comunista e conservatorismo cattolico-statalista. Questo Pannella io lo ritengo assai più coraggioso, importante e utile del laicista anticlericale o del Pannella antiproibizionista estremo. So che un uomo politico non si può prendere in parte. Ma questa terza parte di Pannella, liberale e liberista, è quella che a me piace di più. E che mi ha fatto cambiare delle idee. E questo Pannella liberale e liberista, ha rappresentato, per me, la presenza coraggiosa in un’Italia egemonizzata dal pensiero unico, statalista.
Perché sono ipocriti da sinistra gli elogi a Marco Pannella
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