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Come e perché i Sì Triv faranno vincere i Sì al referendum costituzionale

Bessi, Ilva

Al nostro Paese servono nuove regole che permettano di aumentare l’efficienza della ‘macchina istituzionale’, che permetta di fare, ma soprattutto di applicare, le leggi in tempi più rapidi. Questo è il concetto su cui insistono i sostenitori del Sì al referendum costituzionale di ottobre. Mi pare che il punto sia condivisibile, ma ciò che per me è più importante è come sia possibile coinvolgere il maggior numero di cittadini possibile a sostegno della modifica approvata già dal Parlamento – vale la pena sottolinearlo – della nostra carta costituzionale. Insomma, è opportuno che anche su questa consultazione si crei un movimento ‘dal basso’ come è avvenuto per quella che si è occupata delle estrazioni di gas naturale.

In quest’ultimo caso il risultato, al di là del conteggio delle urne, cioè il mantenimento della legge per il mancato raggiungimento del quorum, è stato ottenuto grazie alla mobilitazione dei lavoratori del settore. Che hanno fatto sentire la propria voce, organizzandosi sui social network, partecipando a iniziative e ‘testimoniando’ in prima persona cosa avrebbe significato per loro la scelta di proibire l’attività estrattiva di gas naturale.

La stessa cosa, con le differenze del caso, credo valga per il referendum costituzionale, che propone un quesito meno ‘concreto’ all’apparenza, ma che in realtà nel lungo periodo è in grado di influire sulla vita del Paese in modo significativo. E i cittadini sono pronti a fare la loro parte, a recuperare quel protagonismo che da molte parti si ritiene esaurito ma che è vivo e che ha solamente bisogno di essere attivato con le motivazioni giuste.

Ho già avuto conferma di quanto sto dicendo proprio incontrando ed ascoltando imprenditori, dirigenti e lavoratori dell’oil&gas e in generale delle piccole e medie imprese. Adesso sono curiosi e disponibili ad appoggiare le ragioni del Sì in quello costituzionale, perché toccano il loro lavoro, la loro vita quotidiana.

È un fenomeno importante perché ci permetterebbe di spostare una possibile ‘deriva’ del confronto sul referendum dal merito del quesito- che è prioritario verso – verso un voto pro e contro Renzi. In questa direzione lo strumento più efficace è la creazione di strumenti, slogan, slide e iniziative ad hoc per spiegare i contenuti del quesito referendario e contribuire a un risultato che sia frutto di scelte consapevoli e non ideologiche. Inoltre, questa esigenza di protagonismo dal basso deve essere organizzata e convogliata con modalità diverse dei ‘tradizionali’ comitati per il Sì legati alla strategia politica dei Partiti. E che tale protagonismo conquisti spazio nella più potente istituzione che esista: la rete dei mass media.

Da parte mia ho già iniziato a impegnarmi su questo fronte: per non disperdere il patrimonio di passione e di responsabilità che il referendum sulle estrazioni ha attivato per creare quella consapevolezza delle ragioni del Sì. Perché credo sia venuto il momento di adeguare lo strumento fondante della convivenza civile, la Costituzione, alle esigenze del nostro tempo.



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