Toni formalmente rispettosi di tutti i governi, ma nella sostanza i rilievi critici più netti sono stati indirizzati alla Germania di Angela Merkel. E’ quello che è emerso dalla conferenza stampa del premier italiano Matteo Renzi dopo il vertice europeo post Brexit. In particolare le stilettate verso Berlino si sono concentrate sulla questione delle banche e dei conti pubblici. Ecco tutti i dettagli e le parole del presidente del Consiglio.
DOSSIER BANCHE
“Non abbiamo chiesto di modificare le regole sulle banche. Se vi fossero necessità noi saremmo in condizione di proteggere i denari dei cittadini senza cambiare le regole. Non c’è rischio per il denaro del contribuente”, ha detto Renzi in conferenza stampa al termine della riunione informale dei capi di Stato e di governo dei 27 Paesi Ue a Bruxelles. “La questione bancaria – ha aggiunto – non è all’ordine del giorno, perché non vede delle richieste di modifiche di regole”. Poi, la stoccata verso Berlino: “Purtroppo abbiamo perduto l’occasione di intervenire in modo strutturale come ha fatto la Germania intorno al 2011, che ha messo 247 mld per salvare le banche. Chi stava al governo in Italia non l’ha fatto. Non possiamo farlo adesso che le regole sono diverse”.
IL BOTTA E RISPOSTA
Le parole di Renzi sono arrivate pochi minuti dopo quelle pronunciate dalla cancelliera Angela Merkel, in una sorta di botta e risposta a distanza. Rispondendo in conferenza stampa al termine della riunione informale dei capi di Stato e di governo dei 27 Paesi Ue alla domanda di un giornalista sull’eventualità di concedere una maggiore flessibilità ad alcuni Paesi e cambiare le regole sul settore bancario in Italia a seguito della Brexit, Merkel ha dichiarato: “Non si possono cambiare le regole ogni due anni”. “Abbiamo lavorato per darci regole comuni sulla ricapitalizzazione delle banche. Le basi attuali offrono lo spazio per rispondere alle necessità dei diversi Stati membri”, ha aggiunto Merkel, sottolineando che “l’aspetto stabilità è prioritario, assieme a quello della flessibilità”.
CAPITOLO FINANZA PUBBLICA
Anche sui conti pubblici, e sulle regole europee, con le richieste che arrivano su una maggiore flessibilità nel rispetto dei vincoli europei, il premier italiano ha usato parole chiare. Prima nel difendere Spagna e Portogallo dal rischio di sanzioni per sforare di uno zero virgola qualcosa il deficit statale, poi per ricordare come in passato sia stata proprio Berlino ad aver beneficiato della clemenza europea: “Devo confermare quel che ha detto Angela Merkel: nessuno di noi vuole cambiare le regole, sono state cambiate nel 2003 per superare il tetto del 3% e Berlusconi accettò di violare le regole per fare un favore a Francia e Germania”, ha detto Renzi, in conferenza stampa al termine della riunione informale dei capi di Stato e di governo dei 27 Paesi Ue a Bruxelles. “Noi – ha aggiunto – abbiamo grande capacità di rispettare le regole e continueremo. Gli ultimi a non rispettare regole sono stati i tedeschi”.