Era noto che Luigi De Magistris prevalesse, era risaputo anche che vincesse con un’ampia percentuale. Le previsioni sono state giuste, a parte la percentuale dei votanti. Infatti, il dato finale dell’affluenza alle urne a Napoli non avrà di sicuro fatto gioire De Magistris, se si pensa alle mire rivoluzionarie annunciate durante i suoi infuocati comizi.
Partendo da Napoli il suo partito transnazionale dovrebbe trasferirsi a Roma, in Europa, nel mondo. Ambizioni alte certo, non di poco conto. Considerata però la scarsa affluenza alle urne, al secondo turno non ha votato mezzo milione di elettori su ottocentomila circa, mancherà al sindaco il conforto della maggioranza del popolo napoletano nella grande impresa espansionistica.
Egli però non mai ha esposto con chiarezza e dovizia di particolari il programma politico di questo suo ambiziosissimo progetto, così come ha fatto anche con il programma amministrativo dei prossimi cinque anni, se saranno cinque, per Napoli. De Magistris per i napoletani che l’hanno votato va preso sulla parola, a fiducia, non c’è bisogno che esponga idee nuove, programmi, strategie amministrative.
E’ importante che gridi tutto il suo livore contro Renzi, blocchi i lavori sulle bonifiche da realizzare a Bagnoli, le periferie continuino a vivere il degrado, i trasporti urbani mostrino tutta la loro insufficienza, i servizi comunali siano opera gradita di qualche impiegato comunale e non efficiente organizzazione tecnico-amministrativa.
Tra qualche anno Napoli si ritroverà nelle medesime condizioni critiche di oggi, e si ascolteranno i tanti cittadini napoletani inveire, bestemmiare, arrabbiarsi, imprecare. Non sapendo verso chi indirizzare la protesta si lasceranno prendere dalla disperazione, auspicando l’arrivo di qualcuno che miracolosamente risolva tutto.
E’ il possibile scenario che si presenta quando si sceglie con pregiudizio emotivo e senza convinzione politica.