Lontanissima dall’identikit tipico dei grillini delle origini, che della filosofia Rifiuti Zero avevano fatto uno dei loro cavalli di battaglia. Molto più adatta, invece, alla fase due che sta vivendo il movimento fondato da Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio, verso un profilo rassicurante che lo accrediti come forza politica in grado di amministrare senza isterismi. A leggere la biografia di Paola Muraro – la donna scelta da Virginia Raggi per guidare il nuovo assessorato alla sostenibilità del Campidoglio – è questa la prima considerazione che viene da fare.
IL CURRICULUM VITAE
Non una militante pentastellata della prima ora né un’estremista della materia decisa a fare la rivoluzione una volta arrivata al potere, ma anzi una manager del settore – con un curriculum da nove pagine – descritta da chi ci ha lavorato come un tecnico pro-valorizzazione dei rifiuti. Quindi, in sostanza, pro-impianti di smaltimento. Laureata in Scienze Agrarie a Bologna, oggi insegna al master in Tecniche e controlli ambientali della facoltà di Ingegneria dell’università romana Tor Vergata, del cui comitato scientifico fa anche parte. Nel suo passato c’è, tra le altre cose, anche un’esperienza in Federambiente, la federazione di rappresentanza delle quasi duecento imprese attive nel settore dei servizi pubblici d’igiene e risanamento ambientale.
LA QUESTIONE ROMA
“Sa esattamente che cosa sta accadendo, sa dove mettere le mani per far ripartire Ama“, ha detto di lei il nuovo sindaco di Roma venerdì scorso a Ostia quando – in occasione della chiusura della campagna elettorale – ha annunciato i primi nomi della sua giunta. E che conosca le mille sfaccettature della decennale questione rifiuti di Roma, emerge chiaramente dal suo curriculum. Tra il 2006 e il 2007 ha infatti partecipato alla scrittura del “Piano degli interventi di emergenza dei rifiuti urbani” redatto dalla struttura commissariale guidata dall’allora presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo. E soprattutto dal 2004 è consulente di Ama, l’azienda capitolina dei rifiuti (qui il dettaglio della sua retribuzione lorda del 2015 pari a oltre 115.000 euro).
MURARO IN AMA
Chi l’ha conosciuta in questi anni la descrive come un’esperta di compostaggio. Nel corso del suo impegno in Ama si è occupata principalmente dei due impianti di Trattamento Meccanico Biologico (TMB) di Roma che sorgono in via Salaria e nel quartiere di Rocca Cencia, contro i quali sono in lotta da anni le popolazioni locali. A proposito dell’impianto di Via Salaria – che sorge all’interno del raccordo anulare, tra l’Aeroporto dell’Urbe e la sede della televisione Sky – fece molto discutere una sua intervista rilasciata alla radio romana Tele Radio Stereo, nella quale Muraro, nel commentare la preoccupazione dei cittadini, paragonò i forti odori prodotti dall’impianto a quelli percepibili all’interno di un negozio di frutta e verdura: “Lo stesso composto lo ritroviamo all’interno dei fruttivendoli e non è che da lì noi scappiamo, anzi“. Una battuta che causò forti proteste da parte degli abitanti dei quartieri di Fidene e Villa Spada.
MURARO E I MEDIA
Un’intervista che rimane quasi un inedito – almeno per ora – nella carriera di Muraro. Sono molto rare, infatti, le sue incursioni su televisioni, radio e giornali. “E’ un tecnico puro e – come tale – molto schiva con i media“, commenta chi la conosce. Qualche altro intervento pubblico, però, – se si cerca bene in rete – lo si può trovare. Ad esempio un’intervista dello scorso ottobre nella quale, tra le altre cose, disse testualmente: “Il problema grosso di Roma è che i rifiuti non possono essere recuperati all’interno del proprio territorio“. Un’affermazione volta in sostanza a denunciare la mancanza di impianti nei quali poter chiudere il ciclo dei rifiuti e procedere al riciclo dei materiali differenziati. La raccolta differenziata – dice Muraro nello stesso video – si attesta nella capitale al 43%, “alla fine una delle eccellenze a livello europeo“.
MURARO E LE TASSE
Nel suo ragionamento, dunque, il problema è la fase successiva, in cui – vista l’assenza di impianti di riciclo – si procede a portare fuori, in altre regioni, gran parte del materiale differenziato con un’inevitabile aggravio dal punto di vista economico. Questo meccanismo – dice ancora l’assessore in pectore – “incide inevitabilmente sui costi che paga il cittadino“. E non può essere un caso che a Roma si paghi la tariffa sui rifiuti più alta d’Italia. Intervista rilasciata da Muraro nella sua veste di presidente di ATIA-ISWA ITALIA, l’associazione che riunisce tutti i professionisti, le aziende e gli enti operanti nel campo della gestione dei rifiuti e delle bonifiche.
LE CONTESTAZIONI
Una carica, quest’ultima, che le sta facendo già subire le contestazioni di un pezzo di mondo dei cinquestelle. E’ il presidente di un’associazione “in cui sono presenti i massimi costruttori e gestori di inceneritori e discariche in Italia” – accusano in una petizione pubblicata su Change.org – nella quale chiedono al nuovo sindaco “di recedere dall’annunciato proposito di nominare Paola Muraro assessore alla Sostenibilità di Roma e di consultare la base degli iscritti e dei meet up perché questo delicatissimo compito venga affidato a qualcuno che sia in discontinuità con l’attuale catastrofica gestione dei rifiuti a Roma e in sintonia con i valori fondanti del Movimento 5 Stelle“. E poi ancora: “La scelta di Paola Muraro come assessore alla sostenibilità di Roma è sbagliata e ingiustificabile da qualunque punto di vista“. Il nuovo assessore alla sostenibilità deve essere “un convinto sostenitore dei rifiuti zero e non un inceneritorista”.
GLI ATTACCHI DA PARMA
Stessa accusa che un paio di giorni fa le è stata mossa senza mezzi termini da Gabriele Folli, a Parma assessore all’Ambiente con Federico Pizzarotti, il primo sindaco dei cinquestelle in un Comune capoluogo – ormai a rischio espulsione dal movimento – al centro nel corso degli anni di una lunga querelle legata alla realizzazione di un inceneritore nella sua città. Scrive Folli su Facebook: “Fatemi capire.. a noi l’avete menata 4 anni per non essere riusciti a spegnere l’inceneritore e poi mettete come assessore all’ambiente una convinta inceneritorista? Ma andate un po’ a cagare, va! Da Parma de core…“.
LE POLEMICHE CON LA RAI
Tra le accuse che vengono mosse a Muraro c’è anche quella di aver scritto nel 2014 una lettera agli allora vertici di Viale Mazzini (consultabile qui) contro la messa in onda su Rai Tre del documentario Trashed – testimonial il divo Jeremy Irons – pro Rifiuti Zero. Tra le altre cose Muraro scrisse: “Rilevazioni e studi di ISPRA (l’Istituto Superiore per la Protezione dell’Ambiente italiano) dimostrano che dall’anno 2000 nel nostro Paese le diossine prodotte dai termovalorizzatori sono inferiori allo 0,05% di quelle complessivamente emesse dalle diverse fonti (residenze, traffico, industrie, generazione elettrica…).
MURARO E GLI IMPIANTI
Lettera nella quale Muraro evidenzia chiaramente quale sia la sua posizione a proposito della realizzazione degli impianti di smaltimento: “In Italia è sempre più difficile realizzare le opere infrastrutturali necessarie ad assicurare la gestione di servizi essenziali, come quello dei rifiuti. Questo stato di cose ha portato molta parte del Paese a non essere più autosufficiente nella gestione dei rifiuti“. Una fotografia, la sua, nella quale sono anche rappresentati i problemi italiani rispettto ad altri Paesi europei: “In mancanza del coraggio, da parte degli amministratori pubblici, di gestire il dissenso dei comitati che teorizzano che la soluzione debba essere ricercata nel superamento dell’attuale modello attraverso il progetto Rifiuti Zero (progetto questo che non è stato realizzato in nessuna parte del Mondo), la soluzione principale è oggi quella di esportarli in Paesi come la Germania, l’Olanda, la Svezia ed altri del Nord Europa, con pesanti ripercussioni economiche a carico dei cittadini e dello Stato“.
LA RISPOSTA A MURARO
La lamentela/denuncia di Muraro causò, peraltro, la dura risposta di Rossano Ercolini – considerato una sorta di guru dagli ambientalisti non solo italiani – presidente di Zero Waste Europe e vincitore del Goldman Environmental Prize 2013 (un riconoscimento considerato molto prestigioso). Ercolini inviò una lettera analoga ad Andrea Vianello – allora direttore di Rai Tre – per contestare la ricostruzione di Muraro che – è scritto testualmente – “si atteggia a “difensore d’ufficio” della lobby dell’incenerimento“.