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Perché Virginia Raggi usa i guanti bianchi con i vertici Atac a Roma

Virginia Raggi

Nessun blitz in diretta Facebook, poche dichiarazioni sopra le righe e la sensazione di voler affrontare la questione senza eccessi mediatici. C’è qualcosa di inedito nel modo in cui l’amministrazione di Virginia Raggi sta lavorando sul nodo trasporti: le polemiche e gli scontri frontali che si sono registrati in materia di rifiuti – si pensi solo alle polemiche tra l’assessore all’Ambiente Paola Muraro e l’ex numero uno di Ama Daniele Fortini (qui, qui e qui i più recenti articoli di Formiche.net sull’argomento) –  sono del tutto assenti. Nel caso di Atac – la municipalizzata capitolina dei Trasporti – l’approccio scelto appare, invece, più che altro improntato alla realpolitik.

LA CONFERMA DI RETTIGHIERI

In questo senso depone, innanzitutto, la conferma di Marco Rettighieri al vertice dell’azienda della mobilità. L’ex direttore generale Costruzioni di Expo 2015 – considerato uno dei principali esperti italiani di trasporti, con un passato tra le altre cose alla guida di Italferr (qui il suo curriculum consultabile sul social network professionale Linkedin) – continuerà, infatti, a guidare Atac, dov’è arrivato lo scorso febbraio nominato dal commissario straordinario Francesco Paolo Tronca. L’ufficialità l’ha data poco prima di Ferragosto l’assessore al Bilancio e alle Partecipate della giunta Raggi Marcello Minenna. “Confermo la mia fiducia a Marco Rettighieri. Lavoriamo a ritmi serrati per migliorare la nostra città“, ha detto Minenna.

LA SCELTA DI RETTIGHIERI

All’indomani della vittoria di Raggi Rettighieri aveva rimesso il suo mandato da direttore generale nelle mani dell’amministratore unico di Atac Armando Brandolese. Un gesto istituzionale” in attesa di un confronto con il nuovo sindaco, lo aveva definito il diretto interessato, che adesso sembra abbia invece deciso di rimanere al suo posto. “Io lavoro per l’azienda, ma devo essere messo nelle condizioni di lavorare e di attuare il piano che abbiamo messo a punto“, ha dichiarato il 10 agosto in un’intervista al Sole 24 Ore. Una frase che l’autore dell’intervista – il giornalista  Giorgio Santilli – ha interpretato così: “Detta in altre parole, Rettighieri è assolutamente motivato a lavorare anche con la nuova giunta ma la condizione è che si possano davvero affrontare i problemi della mobilità romana“.

I FONDI PER LA METRO A

Due le priorità di breve termine che Rettighieri aveva indicato all’amministrazione capitolina per procedere con il suo piano di rilancio e risanamento di Atac, la prima delle quali è già stata rispettata. Il direttore generale dell’azienda dei trasporti aveva, infatti, chiesto lo stanziamento di 18 milioni di euro per la manutenzione della linea A della metropolitana di Roma. Soldi che sono stati sbloccati dalla giunta lo scorso 12 agosto, con i quali si è riuscito a garantire che non diminuisse il numero dei treni in circolazione. “La somma” – ha spiegato l’assessore Minenna – “è stata reperita grazie all’operazione di pulizia del bilancio che avevo annunciato durante l’assestamento di luglio“.

I NUOVI AUTOBUS

L’altro atto che ora Rettighieri si attende dal Campidoglio è una sorta di comunicazione interpretativa del contratto di servizio in essere tra Atac e Comune di Roma: un provvedimento necessario per chiudere la gara per il leasing di 150 nuovi autobus, i primi trenta dei quali dovranno essere in circolazione entro la fine di settembre. Passaggio fondamentale per migliorare la mobilità a Roma il cui parco mezzo è il più vecchio tra quello delle principali capitali europee. Basti pensare da questo punto di vista che nella città eterna i veicoli utilizzati da Atac hanno mediamente sulle spalle 11 anni di servizio, mentre a Parigi 4, a Londra 5 e a Madrid 8.

I GUASTI

Un’età media così elevata da non potersi, certo, meravigliare dei guasti che si ripetono con cadenza quotidiana. In estate il piano trasporti prevede che siano in circolazione 950 autobus al giorno, molti dei quali però sono costretti a rientrare nei depositi per problemi vari. L’8 agosto scorso, ad esempio, l’assessore alla Mobilità Linda Meleo si è presentata a sorpresa nella rimessa Atac di Tor Sapienza – periferia est della città – accompagnata dal presidente della commissione Trasporti Enrico Stefàno.  Visita che le ha svelato una verità ben nota ai romani, costretti soprattutto quest’estate ad estenuanti attese alle fermate: su 100 mezzi totali ben 35 risultavano, infatti, bloccati in deposito perché fuori uso.

L’IPOTESI SABOTAGGIO

I guasti si sono fatti così frequenti da far balenare anche l’ipotesi di sabotaggio (ne parla in questo articolo Il Messaggero). Di sicuro, comunque, la commissione d’inchiesta istituita da Atac per fare luce sulla situazione ha evidenziato come negli ultimi mesi il numero degli autobus rimasti bloccati in rimessa causa rottura sia aumentato addirittura del 60%. Problemi che il rinnovo del parco mezzi dovrebbe aiutare a risolvere.

LA SITUAZIONE DEBITORIA

Certo, per migliorare la qualità dei trasporti a Roma bisognerà soprattutto mettere mano all’enorme situazione di indebitamento con cui Atac ancora è costretta a fare i conti. Negli ultimi tempi ci sono stati alcuni passi in avanti ma la strada è ancora lunghissima, come dimostrano impietosamente i numeri. I debiti – che nel 2013 ammontavano a 1,7 miliardi di euro – nel 2016 sono scesi a 1,3 miliardi. Il bilancio 2015 si è chiuso con una perdita 79 milioni di euro contro i 141 del 2014.


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