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Tutti gli autogol a 5 stelle di Paola Muraro su Ama

Paola Muraro

Virginia Raggi prova a difenderla, ma la posizione di Paola Muraro si fa più complicata ogni giorno che passa : attaccata dalle opposizioni che ne chiedono le dimissioni e presa di mira dai giornali che con regolarità quotidiana le dedicano articoli ed editoriali al vetriolo, la responsabile rifiuti dell’amministrazione pentastellata di Roma sta già vivendo giornate difficilissime, a neppure un mese dal suo ingresso ufficiale in Campidoglio (qui su Formiche.net il testo integrale del suo intervento – di spiegazione e autodifesa – pubblicato sul blog di Beppe Grillo).

ROMA CAPITALE DEL DEGRADO

Un’attenzione inevitabile considerato il degrado in cui versa Roma, alle prese con un’emergenza rifiuti che sembra non finire mai. La sporcizia della città eterna, però, non basta a spiegare le polemiche che stanno investendo Muraro: i cinquestelle, d’altronde, sono arrivati in Campidoglio da pochissimo. Ma perché allora l’assessore all’ambiente è già finito sotto tiro?

I BLITZ E IL PASSATO IN AMA

Ad alzare i toni è stata la stessa Muraro, protagonista di due discussi blitz trasmessi entrambi in diretta su Facebook: il primo con Raggi presso l’impianto di Trattamento Meccanico Biologico (TMB) di Rocca Cencia di proprietà di Ama, il secondo da sola la scorsa settimana nella sede della municipalizzata romana. Incursioni caratterizzate dall’utilizzo di parole durissime pronunciate all’indirizzo dell’azienda capitolina e dell’attuale presidente Daniele Fortini. Una strategia che almeno a livello mediatico e di comunicazione non si sta mostrando troppo efficace. Molti – anche nella base dei Cinque Stelle – si stanno ponendo una domanda: ma l’assessore all’Ambiente che ora critica così fortemente Ama non è la stessa persona che per dodici anni ha svolto all’interno della municipalizzata il ruolo di super consulente?

IL CV DI MURARO

Domanda ovviamente retorica, nel senso che la carriera di Muraro – come ha rivelato Formiche.net con un articolo pubblicato ancor prima della sua nomina nella squadra di Raggi – brilla soprattutto per la lunga consulenza in Ama. Anzi di più: è proprio sul sito della municipalizzata della nettezza urbana che il suo curriculum vitae può essere liberamente consultato. Inevitabile, dunque, che qualcuno le chiedesse conto delle ultime durissime dichiarazioni alla luce della sua esperienza professionale.

I TMB DELLA DISCORDIA

Ma c’è di più: la stessa Muraro ha individuato la principale causa dell’emergenza che sta vivendo Roma nel non corretto funzionamento dei due impianti TMB di proprietà di Ama – quello di Rocca Cencia e quello di via Salaria – ai quali poi se ne aggiungono altri due che fanno capo all’ex patron di Malagrotta Manlio Cerroni. Peccato, però, che nel suo curriculum sia scritto chiaramente che Muraro, all’interno della municipalizzata romana, si sia occupata anche di questi impianti: testualmente, l’attuale assessore è definita “responsabile IPCC per gli impianti TMB di via Rocca Cencia e via Salaria“. Nello specifico, il suo ruolo comprendeva il “monitoraggio del processo svolto e di tutte le attività di accettazione del rifiuto, selezione, trattamento”. Peraltro, i due impianti sono adesso anche al centro di un’indagine della Procura di Roma che qualche giorno fa ha acquisito tutti i relativi documenti.

IL RUOLO DI CERRONI

Per far fronte alle carenze impiantistiche di Roma, la proposta di Muraro – formulata lunedì scorso in diretta su Facebook nel corso dell’incontro/scontro con il presidente di Ama Fortini – prevede che si utilizzi un impianto di tritovagliatura dei rifiuti di proprietà di Cerroni, la cui gestione, però, è stata affidata con contratto d’affitto di ramo d’azienda al gruppo Porcarelli. Impianto finito anche questo al centro di un’indagine della Procura della Capitale.

GLI EDITORIALI DI RIZZO

Dunque, riassumendo, nel mirino di Muraro sono finiti l’azienda nella quale lei stessa ha lavorato per dodici anni e, in particolar modo, gli impianti che – curriculum alla mano – rientravano in parte sotto il suo ambito di competenza. Circostanze così intricate e confuse da far sorgere inevitabilmente dubbi e domande. “Perché la sindaca ha nominato assessore all’Ambiente un’ex consulente dell’Ama per 12 anni rischiando un pericoloso conflitto d’interessi? E perché la prima cittadina non risponde alle richieste di chiarimenti?”, ha scritto ieri sul Corriere della Sera Sergio Rizzo, che qualche giorno prima, in un altro articolo, aveva anche fatto i conti in tasca a Muraro: “Paola Muraro ha incassato dall’Ama fra il 2004 e il 2016 un milione 136 mila euro. Quelle somme sono state corrisposte all’attuale assessora all’Ambiente del Comune di Roma dall’azienda sulla quale ora lei ha competenze politiche in virtù di un rapporto di consulenza della singolare durata di 12 anni“. Senz’appello la conclusione cui giunge il giornalista: “Chiunque, in una storia del genere, vedrebbe l’ombra di un macroscopico conflitto d’interessi. Una superconsulente che ha condiviso per un tempo tanto lungo responsabilità aziendali importanti proprio nel periodo più disastroso per l’Ama si ritrova ora ad avere pieni poteri sulla stessa azienda“.  

L’ALTRA CONSULENZA

Una vicenda che adesso si fa ancora più complessa per Muraro in virtù dell’ultimo fronte aperto questa mattina da Repubblica. In un articolo firmato da Lorenzo D’AlbergoGabriele Isman, il quotidiano diretto da Mario Calabresi aggiunge un ulteriore tassello a questa storia: la consulenza che tra il 2010 e il 2012 – il periodo in cui collaborava con Ama – Muraro fece a favore della BIOMAN Spa di Pordenone. La stessa società che – racconta Repubblica – nel 2013 e nel 2016 si sarebbe aggiudicata due gare indette da Ama per la valorizzazione dei rifiuti organici. La prima nel 2013 nell’ambio di un raggruppamento temporaneo di imprese, la seconda nel 2016 in solitaria. Anche in questo caso il giudizio è netto, come emerge dal titolo dell’approfondimento: “Roma, per Muraro spunta un nuovo conflitto d’interessi “.

OPPOSIZIONE ALL’ATTACCO

Un vero e proprio caso politico-mediatico, sul quale in questi giorni stanno intervenendo duramente le opposizioni: chiesto un consiglio comunale straordinario da dedicare alla vicenda Ama – il cui presidente Fortini intende lasciare il suo incarico il 4 agosto – e alle polemiche che stanno travolgendo l’assessore Muraro. Richiesta a cui il presidente dell’Assemblea Capitolina, il pentastellato Marcello De Vito sembra non voglia dare seguito. “Sorprende la decisione del presidente d’Aula di non averci concesso la possibilità di chiedere all’assessore ‘milioncino’ di fare chiarezza sui suoi 12 anni di consulenza all’Ama“, ha commentato la capogruppo del Pd Michela Di Biase, che poi ha aggiunto: “Sarebbero state molte le domande che avremmo voluto fare alla sindaca che ha sì il compito di governare la città, ma ha anche il dovere di confrontarsi con l’opposizione. Il M5S chiede onestà e trasparenza e poi rifugge dal dibattito“. La richiesta di dimissioni ormai è unanime: in arrivo una mozione in tal senso anche da parte di Fratelli d’Italia, come hanno confermato il capogruppo Fabrizio Ghera e il consigliere Andrea De Priamo.

L’AMA SECONDO RAGGI

Intanto oggi in Assemblea Capitolina è stato il giorno di Virginia Raggi che si è presentata di fronte ai 48 consiglieri comunali per illustrare le sue linee guida per il governo della città. Nel suo discorso, ovviamente, non potevano mancare alcuni passaggi dedicati alla questione rifiuti e al momento che sta vivendo l’azienda della nettezza urbana. “Roma Capitale deve procedere alla riorganizzazione di Ama“, ha affermato il primo cittadino, che ha poi spiegato ulteriormente la sua posizione: “Ama, incautamente, in questi ultimi anni non si è dotata delle infrastrutture impiantistiche necessarie offrendo, quindi, di fatto, opportunità a gruppi privati e ad Acea di inserirsi nel settore di attività proprio di Ama. Di fatto, Ama è stata relegata a svolgere mera attività di raccolta, trasbordo, trasporto e scarico in discarica, con enormi costi di dotazione per contenitori, veicoli e mezzi.” Raggi ha, dunque, confermato almeno indirettamente il crescente interesse nei confronti del settore dei rifiuti di un’altra municipalizzata – la privatizzata e quotata in borsa Acea – del quale Formiche.net ha dato conto in diversi articoli (qui e qui). Ipotesi che si sta facendo più probabile anche alla luce del maggiore impegno in Acea del colosso francese dell’energia Suez. Bisognerà, però, capire cosa ne pensa Raggi, visto che il Campidoglio rimane il socio di maggioranza della multiutility capitolina: “Roma Capitale ed la sindaca devono reclamare, rivendicare e riappropriarsi del ruolo di indirizzo operativo e di vigilanza del socio di maggioranza al 51% e ricondurre Acea a servizio della città“. Il sindaco, infine, ha anche snocciolato i numeri, tutt’altro che incoraggianti, relativi alla situazione economico-finanziaria di Ama: “Oltre 600 milioni di euro di debiti, di cui 200 milioni verso fornitori, oltre 35 milioni di euro annui verso il pool di banche che la sostiene; 250 milioni di costi per la esportazione di rifiuti; circa 7500 dipendenti; una flotta di veicoli acquistati per oltre 200 milioni nel 2009 e 2010″.

A questo link può essere letto l’intervento pubblicato oggi da Muraro sul blog di Beppe Grillo 

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