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Come ricordare il pensiero e l’azione di Ettore Bernabei

Ettore Bernabei

Il fondatore di Formiche, Paolo Messa, attuale consigliere di amministrazione della RAI, ha lanciato la proposta per intitolare la Scuola di giornalismo radiotelevisivo di Perugia a Ettore Bernabei, già direttore generale della RAI, di recente scomparso: “Vorrei suggerire di intitolare ad Ettore Bernabei la Scuola di giornalismo radiotelevisivo di Perugia”, ha sostenuto Messa, aggiungendo: “Si tratterebbe di un modo per tenere vivo il legame fra i giovani e la Rai anche perché, come ha insegnato lo stesso Bernabei, non si può fare buon giornalismo senza etica”.

Formiche.net nei giorni passati ha dedicato particolare attenzione alla morte di Ettore Bernabei, personaggio legato intrinsecamente al cattolicesimo e al cattolicesimo politico, noto per aver impegnato un intenso periodo della sua vita allo sviluppo della cultura e della televisione in Italia.

Ho avuto modo di condividere nel corso dei decenni le idee di Cronache Sociali, storica rivista dei dossettiani, trasfuse, in parte, successivamente, nel pensiero politico di Amintore Fanfani e di Nuove Cronache, di cui Bernabei è stato acuto protagonista. Con interesse e commozione pertanto mi sono fermato a leggere la sua bella autobiografia sul nostro giornale, dove l’aspetto etico risalta in modo inconfutabile. La comunicazione, l’informazione senza etica può suscitare emozione momentanea, ma non crea convinzione. Il compito dell’informazione, invece, deve avere come obiettivo, tra gli altri, la formazione della coscienza civile.

I ricordi citati da Bernabei nell’intervento del 13 luglio scorso in occasione dell’assegnazione del premio dell’AGOL, (associazione giovani opinion leader) sono fatti che appartengono alla vita pubblica del grande manager di Stato non solo, ma anche alla storia del movimento politico dei cattolici, dagli anni del secondo dopoguerra fino alla fine dell’esperienza democristiana al governo del Paese.

L’amicizia con Giorgio La Pira a Firenze, con cui ebbe uno stretto rapporto costruito su basi religiose, culturali, politiche fu molto significativa, per il particolare valore che entrambi assegnavano al rispetto della dignità della persona umana. Fu il professore La Pira che lo introdusse in quel gruppo chiamato dei “professorini”, dove Giuseppe Dossetti, Amintore Fanfani, Giuseppe Lazzati, animati dal desiderio di contribuire con determinazione alla ricostruzione dell’Italia, afflitta da una profonda crisi civile dopo la guerra. Gli stessi che si impegnarono nella elaborazione e nella stesura della Carta costituzionale del gennaio 1948, fondamento imprescindibile della democrazia repubblicana in Italia.

Non solo i dossettiani ma anche, attraverso il giornale democristiano Il Popolo di cui Bernabei fu direttore, la conoscenza e il legame con Alcide De Gasperi, grande statista, nobile esempio della storia della Repubblica Italiana e del cattolicesimo politico in Europa, di cui proprio oggi si celebra il 62° anno della scomparsa. La morte di Ettore Bernabei e il ricordo di Alcide De Gasperi si intersecano intimamente, sollecitando i veri democratici a riflettere su un tempo storico peculiare della vita dell’Italia caratterizzata da crescita, sviluppo e benessere di tutto il popolo italiano.

La politica oggi è ferma a ragionare di svecchiamento, di cambiamento, di rottamazione con scarsissimi risultati, non sarebbe forse più utile guardare alla storia della nostra giovane democrazia che negli anni 1948/1992, pur tra difficoltà e insufficienze, ha portato per la prima volta l’Italia tra i sette paesi più industrializzati e moderni dell’Occidente? Ettore Bernabei, Alcide De Gasperi che oggi celebriamo per i tanti servigi che hanno reso all’Italia, con altri illuminati esponenti del cattolicesimo politico, sono esempio nobile per ritornare alla buona politica. Se non si hanno riferimenti per il futuro l’unico riferimento a cui guardare è la storia. E allora ben venga l’iniziativa di Paolo Messa per onorare la memoria di Ettore Bernabei.

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