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Cara Virginia Raggi, è davvero un buon affare rottamare Roma per le Olimpiadi 2024?

VIRGINIA RAGGI

Il paradosso è evidente. All’estero ci credono: Roma sarebbe un’ottima sede dove poter svolgere le Olimpiadi 2024. Matteo Renzi, con tutto il Governo nazionale, si è prodigato per far crescere i consensi. Per Giovanni Malagò, insieme al suo team, sarebbe il coronamento di un sogno. A tutto questo manca solo un tassello. Purtroppo il più importante. Il “si” di Virginia Raggi: sindaco di Roma.

Ed invece i grillini della Capitale hanno un problema diverso. Scegliere, a quanto riportano i principali quotidiani, la strada migliore per ribadire il loro “niet”. Quel matrimonio, come diceva il Manzoni, non s’ha da fare. Il perché è tutt’altro che chiaro. Dubbi sui costi? Pericolo di infiltrazioni mafiosi nella realizzazione dei necessari lavori di adattamento? Vallo a sapere.

Nessuna di queste giustificazioni ha un serio fondamento. Tanto per cominciare gli eventuali costi non sarebbero a carico del Comune di Roma, ma dello Stato italiano. Di Maio, come aspirante leader, potrebbe obiettare. Ma la Raggi che c’entra? Come Sindaco ha un minimo di autonomia, nel difendere le ragioni della sua città, o è solo il megafono di Di Battista? Il nodo non risolto dei rapporti con quell’entità misteriosa che rimane il Direttorio. Nemmeno fossimo ai tempi del termidoro della Rivoluzione francese.

Sui rischi di malaffare ha già risposto Raffaele Cantone, presidente dell’Anticorruzione. I presidi di legalità sono sufficienti per evitare assalti alla diligenza. Giustificazione che non tranquillizzerà i grillini. La loro preoccupazione è tipica di quegli ipocondriaci che non escono di casa per paura di possibili contagi. Quindi: piuttosto che rischiare meglio rinunciare. Anche se i danni per la Capitale saranno ingenti. E non solo per l’inevitabile caduta d’immagine.

Fosse solo un eccesso di prudenza. La verità, purtroppo è più dolorosa. Nella storia di Roma, i grandi eventi – le Olimpiadi, il Giubileo e così via – sono stati sempre uno strumento, anzi l’unico, per modernizzare la Città, oltre l’ordinaria amministrazione. Dalle attrezzature sportive alla grande viabilità. Basti pensare alla Via Olimpica. Quel tracciato, in forme anche più esteso, era già previsto nel Piano regolatore del 1909, firmato da Edmondo Sanjuste di Teulata, quando Ernesto Nathan era sindaco di Roma. Fu realizzato, solo in parte, con le Olimpiadi del 1960. Solo un esempio tra tanti.

Un modo barbaro per gestire una Capitale? Non v’è dubbio. Per risolvere in modo giusto il problema, ci vorrebbe un continuo interessamento dello Stato centrale. Con fondi paragonabili a quelli spesi nelle altre grandi Capitali europee. Quindi un rapporto intelligente tra le diverse Istituzioni del Paese. Ma se saltano, per colpa della Raggi, le Olimpiadi del 2024, facendo fare a Renzi una figura barbina, sul piano internazionale, forse quei rapporti miglioreranno? O non andrà peggio per quei romani che vivono solo del proprio lavoro e non hanno tempo per le ubbie del politico di turno?


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