Ben vi sta.
Politicanti dell’antipolitica che hanno fatto harakiri. I 5 Stelle sono vittime di se stessi e del mostruoso sistema che hanno contribuito a costruire. Da oltre 20 anni il vero “sistema” dominante italiano non sono i poteri forti. Che forza possono averi interessi economici e capitalistici in un paese che non cresce, che non può investire, che ha una tassazione mostruosa.
No. Qui i poteri forti veri sono quelli dell’antipolitica. E’ un blocco articolato fatto da giornali-partito, imprenditori-comunicatori, settori della magistratura, caste politiche, burocrati pubblici. Che ha elevato l’antipolitica a ideologia. Anche demenziale oltre che orribile. I 5 stelle, negli ultimi anni, sono diventati i portabandiera di questo sistema. Che ha creato un sistema di trappole. In cui, stavolta sono caduti loro stessi.
La prima trappola è la fuffa: è diventato scandalo ogni frivolezza e, nei fatti, si è determinata una ossessione patologica che criminalizza l’ attività politica a tutti i livelli. Senza più distinzione del merito e della natura delle imputazioni: grande corruzione, illeciti e anomalie comportamentali sono messe tutte sullo stesso piano.
La seconda trappola è il virus di un giustizialismo e giacobinismo inquisitorio che ha raggiunto limiti patologici. I politici non vengono più giudicati per il merito, la competenza, il bilancio dei programmi. Tutto passa in secondo piano e qualunque atto e comportamento sono oggetto di una deleggittimazione moralistica che annebbia e svaluta l’azione concreta di governo. Il risultato è che siamo al parossismo: a Roma si pretenderebbe di sfasciare un governo ancor prima che abbia cominciato a governare. Per errori e imputazioni che non sono molto lontani dal veniale. Se lo meritano.
I 5 Stelle e i loro tanti mentori in giro sono come pifferai: hanno svegliato il cobra. E sono rimasti avvelenati. Il crimine dell’antipolitica è di aver dato a centinaia di arruffoni, disoccupati, nullafacenti, mediocri, incompetenti, senza mestiere, ambiziosi la convinzione che potesse essere facile diventare eletti, deputati, senatori, assessori. Bastava pronunciare il mantra degli slogans dell’antipolitica: tutti in politica in nome dell’antipolitica. Le vecchie e sane categorie della delega politica: il rapporto con gli elettori, il territorio o la competenza, le idee, i programmi non valgono più.
In nome dell’antipolitica qualunque cavallo si è ritenuto in grado di salire i gradini dello Stato. Di scalare la Repubblica. Una vera degenerazione di massa. Se la politica non trova il coraggio di riscattarsi, di recuperare dignità, autonomia, senso della misura e delle proporzioni lo scarto con la gente aumenterà. In Spagna un’intero paese vive da 15 mesi senza governo e non è morto. Se lo ricordino buffoni e clowns dell’antipolitica. Il paese che si era stufato della vecchia politica si sta stufando della falsa alternativa della nuova politica antipolitica.
Antipolitici? A casa.