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Tutti gli effetti malmostosi del moralismo a 5 stelle

Marco Travaglio e Luigi di Maio

Nemesi. I Cinque Stelle stanno ripetendo la storia che ha distrutto i partiti della prima e della seconda Repubblica. Hanno fatto gli apprendisti stregoni e ora stanno vacillando.

Il problema della politica italiana, in questi 30 anni, non è stata la scarsa attenzione alla questione morale. E’ stata la resa ad essa. E non nel senso che sono diventati tutti corrotti. Ma nel senso della miopia politica: tutti hanno a turno pensato di sfruttare la questione morale contro l’altro. Ne hanno tratto un effimero e breve beneficio. Ma alla lunga sono stati travolti essi stessi. La cosa che si doveva fare, fin dal 1992, avrebbe dovuto essere un patto nazionale per difendere la politica dagli esiti catastrofici della questione morale: la distruzione di un partito a seguito anche solo di indagini (non di sentenze della magistratura).

Si doveva avere il coraggio di guardare oltre l’interesse immediato di ogni partito alla deligittimazione dell’altro. Si doveva avere il coraggio, come recita del resto il nostro codice penale, di limitarsi alle responsabilità individuali dei singoli, la presunzione di innocenza fino ai processi, il ruolo di garanzia dell’avviso di indagini, il divieto all’uso pubblico delle intercettazioni, gli eccessi “politici” della magistratura, il divieto dei teoremi preconfezionati come esigenze bipartisan: necessità della democrazia. Invece si è lavorato a sfruttare la questione morale con l’esito che è sotto gli occhi di tutti: la delegittimazione e la rovina di tutti i partiti.

A me non piace che i 5 Stelle cadano per queste tipologie di imputazioni “morali” che stanno travolgendo la giunta di Roma. Non mi sembrano, veramente, cose eclatanti o che meritino la smentita del voto popolare. Preferisco che, come sono convinto, questi siano messi alla prova: credo che si faranno male da soli. Per incompetenza, vanità, inconsistenza programmatica, estremismo, populismo. Sono tutte evidenze dei 5 Stelle. E le pagheranno. Ma non vorrei che, anche loro, cadano per la questione morale. Peraltro costruita, come per ogni partito in precedenza, su fatti non sempre meritevoli di liquidazione di un partito.

Vale per i 5 Stelle come valeva per Craxi, Berlusconi e i loro partiti. E come valeva per i primi veri apprendisti stregoni della storia ultima dell’Italia: la sinistra, dalla prima sinistra di Occhetto e D’Alema fino a quella ultima. Loro hanno sempre pensato di vincere con la questione morale agitata contro gli avversari (invece di batterli nelle urne) e sono stati poi travolti e ripagati con la stessa moneta.

Non ripetiamo gli stessi errori: decidiamoci, finalmente, a rileggittimare e a ridare dignità alla politica.



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