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Inps, ecco verità e stranezze fra Tito Boeri, Massimo Cioffi e Matteo Renzi

Per la stima che per un grande giornalista come Ferruccio de Bortoli non posso esimermi dal manifestare le mie perplessità su quanto ha scritto, sul Corriere della Sera di sabato 24 settembre, nell’articoloIl presidente dell’Inps e le scelte del Governo’’.

L’ex direttore del Corriere della Sera ritorna su taluni contrasti emersi nel vertice dell’Inps (la ‘’fabbrica delle pensioni’’ degli italiani), che erano stati trattati nei giorni precedenti in un servizio di Enrico Marro e che contrappongono il presidente Tito Boeri al direttore generale Massimo Cioffi, al Collegio dei Sindaci e al Consiglio di indirizzo e vigilanza (Civ).

Che Boeri sia un intellettuale di grande valore e competenza è senz’altro vero, come è esatto che sia una “persona libera e preparata’’. E’ un po’ meno vero che sia estraneo ad “alcun cerchio magico’’ essendo stato direttore scientifico della Fondazione Rodolfo De Benedetti di cui è ben noto il presidente.

Quanto alla rappresentazione dei motivi del contendere, potrò sbagliarmi ma dalla lettura dell’articolo ho tratto l’impressione che Boeri sia descritto, senza possibilità di smentita, come l’innovatore che vuole cambiare le cose e che si scontra con la burocrazia dell’Istituto. Così di Cioffi (scelto a suo tempo dallo stesso Boeri) si ricorda che è stato “al centro di un caso curioso’’ (aver sospeso l’autosospensione adottata autonomamente quando aveva appreso di essere indagato per abuso d’ufficio); si dice che il Collegio sindacale (composto da dirigenti del Lavoro e dell’Economia) è “ugualmente politicizzato’’, al pari del Civ “formato da rappresentanti delle imprese e dei sindacati’’.

Tutti questi organi si sarebbero ‘’messi di traverso’’, minacciando addirittura il Civ di ricorrere al Tar. Osservatore obbiettivo, Ferruccio de Bortoli non esita a ricordare che Boeri si è preso più volte la libertà di agire in proprio in materia di pensioni, schierando una “macchina da guerra’’ come l’Inps a sostegno delle sue autorevoli ma discutibili opinioni. E’ arrivato persino a criticare, pubblicamente ed apertamente, le proposte a cui sta lavorando il Governo nel confronto con i sindacati. L’Italia è un Paese libero, ma ci chiediamo che cosa succederebbe se il Ragioniere generale dello Stato, Daniele Franco, rilasciasse un’intervista di netta critica al disegno di legge di stabilità, magari facendo proprie le posizioni della Ue e della Merkel.

La conclusione a cui arriva l’articolo è la seguente: o Boeri viene “sostenuto senza indugi nella rottura di vecchi equilibri e inefficienze’’ o, se ha perduto la fiducia di Renzi, “va sostituito’’. Un’apertura di credito eccessiva, verso l’attuale presidente; quasi pregiudiziale.

Innanzi tutto non è assodato che la linea di Boeri sia quella giusta. In secondo luogo, non è detto che all’Inps ci debba stare una persona di fiducia del premier (un altro toscano?). E’ sufficiente un manager, corretto, capace di gestire una struttura amministrativa complessa, che accetti di agire all’interno dei poteri che gli sono conferiti dalla legge e sia rispettoso delle altrui prerogative istituzionali. Magari, poi, sarebbe l’ora di ridefinire la governance dell’Istituto. Nella passata legislatura non si parlava d’altro. Ora il silenzio è quello “degli innocenti’’. O presunti tali.

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