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Cosa pensano davvero Renzi ed Emiliano di Ilva, Tap e non solo

Non credo ad un Mezzogiorno deindustrializzato in cui solo turismo, agricoltura e artigianato abbiano la forza di trainarne l’economia“. E’ stato questo uno dei passaggi salienti dell’ampio discorso del presidente Renzi inaugurando la Fiera del Levante di Bari. E subito dopo ha aggiunto: “L’Italia meridionale ha già un apparato industriale che in molte delle sue aziende stiamo difendendo anche con l’impegno della viceministra pugliese Teresa Bellanova“. E nel giusto riconoscimento del suo lavoro, c’era anche l’implicito riferimento alle diverse vertenze che Governo e Regione stanno gestendo insieme e con buoni risultati in un serrato lavoro di collaborazione che – è bene ricordarlo – è lontano anni luce dai dissensi ormai noti fra Palazzo Chigi e Regione Puglia su alcuni punti specifici.

E a difesa dell’apparato industriale pugliese il presidente Emiliano ha elencato i dati di quanto la sua amministrazione ha già erogato ed è in procinto di erogare a piccole, medie e grandi imprese localizzate nel territorio che hanno avuto accesso ai finanziamenti comunitari.

I contratti di programma per le grandi aziende, sul vecchio ciclo di programmazione 2007-2013, hanno consentito a numerosi big player italiani ed esteri con loro siti nella regione di realizzarvi nuovi investimenti per ampliamenti, ammodernamenti e in alcuni casi riconversioni produttive. Ma anche la nuova programmazione 2014-2020 sta ponendo in luce una capacità di molti grandi impianti di realizzare altri investimenti, grazie alle risorse poste a disposizione dalla Regione: basti pensare agli investimenti delle multinazionali Merck a bari e della Jindal a Brindisi solo per citarne due.

Ed Emiliano inoltre ha voluto ricordare che la Puglia è stata la prima in Italia per volume complessivo di risorse destinate all’incentivazione industriale: un dato quest’ultimo già noto agli addetti ai lavori e agli studiosi più accorti e che anche la Svimez ha scoperto (buon’ultima) proprio di recente.

Sono rimaste sul tappeto dei due discorsi presidenziali le due questioni che oggi impegnano e dividono per certi aspetti governo e regione: l’approdo della Tap e l’Ilva. Ma voglio sottolineare che nell’intervento di Emiliano sulla Tap non c’è stato alcuno spazio per visioni antindustrialiste e di contrarietà al gasdotto. Tutt’altro. Il Presidente della regione ha riproposto il problema dell’approdo che continua motivatamente a ritenere migliore a Brindisi, pur se gli amministratori locali si sono detti nettamente contrari a tale ipotesi. Renzi su questo punto specifico non ha risposto perché considera chiuso l’iter di approvazione della Tap e necessaria la partenza della sua costruzione, nel rigoroso rispetto di quanto previsto sotto il profilo della tutela ambientale.

Sull’Ilva il Presidente della Regione – ricordando i dati dell’indagine epidemiologica più recente che sottolineerebbero l’incidenza dell’inquinamento industriale sulle patologie e i decessi degli abitanti dei quartieri prospicienti l’Ilva – ha sottolineato con forza la necessità di procedere alla ambientalizzazione del sito siderurgico ma non ha affatto affermato che esso debba essere dismesso. Su questo punto specifico Renzi ha ricordato che con l’ultimo decreto sull’Ilva si valuta in primo luogo il piano ambientale delle due offerte in lizza e poi il valore dell’offerta economica: pertanto anche il Governo concorda pienamente sulla necessità della piena ambientalizzazione della fabbrica in cui lavorano 11.222 persone dirette oltre a circa 3.500 occupati dell’indotto.

Insomma i discorsi dei due presidenti a ben vedere hanno marciato sostanzialmente nella stessa direzione, che consente alla Puglia di presentarsi sulla scacchiera nazionale ed europea come una grande regione industriale che guarda alle aree regionali contigue come risorse preziose per una crescita che abbracci l’intera parte sud orientale dell’Italia peninsulare.

Questo, a nostro avviso, è ciò che conta veramente negli interventi di Renzi ed Emiliano al di là di specifiche sfumature dell’uno e dell’altro. La realtà oggettiva è molto più forte delle diversità temperamentali dei protagonisti.


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