E’ un super esperto di fisco ed enti locali, nonché magistrato della Corte dei Conti, il futuro assessore al Bilancio del comune di Roma. Si chiama Salvatore Tutino ed è stato anche il capo del Secit, il servizio centrale ispettivo del ministero delle Finanze. Ma alla fine Tutino ha rinunciato per le critiche ricevute da alcuni grillini di spicco a livello nazionale.
Dopo le dimissioni sia di Raffaele Minenna e l’esautoramento di Raffaele De Dominicis, la giunta Raggi si appresta dunque a nominare il nuovo assessore al Bilancio.
Salvatore Tutino si occupa prevalentemente di finanza pubblica e politica fiscale e segue i temi del Welfare e del costo del lavoro da anni.
Fino al dicembre 2006 è stato Dirigente Generale nel Ministero dell’Economia e delle Finanze: dal 1998, come Direttore del Servizio Consultivo e Ispettivo Tributario (Secit), dopo avervi operato come Ispettore (dal 1992); dal 2005, come Direttore dell’Informatica per la fiscalità. In precedenza è stato Direttore di ricerca presso l’Isae, a conclusione di un percorso da Ricercatore e da Primo Ricercatore, ed ha svolto attività di analisi e di studio presso il Dipartimento economico della Presidenza del Consiglio dei Ministri (1981-83).
E’ stato componente di Organismi, Comitati e Commissioni operanti nell’ambito del Ministero dell’Economia e delle Finanze e ha guidato Gruppi di lavoro ministeriali incaricati di approfondire specifiche tematiche: riordino della tassazione dei redditi familiari, in attuazione della delega della L. 413/1991 (1992); quantificazione e distribuzione dell’evasione fiscale (1995); revisione del c.d. redditometro (1993).
E’ stato docente ed ha tenuto corsi e seminari presso Università (Roma, Cassino, Siena, Urbino) ed Istituzioni (Guardia di Finanza, Scuola Superiore Economia e Finanze, Formez). E’ stato tra i fondatori del Cer (Centro europea ricerche) e negli ultimi anni ha scritto analisi e saggi su fisco, immobili e federalismo con l’ex ministro socialista delle Finanze, Rino Formica.
Il suo ingresso nella magistratura contabile suscitò le polemiche dei pentastellati Carla Ruocco e Alessandro Di Battista.