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Vi racconto vizi e virtù dei banchieri. Parola del banchiere Fabio Innocenzi

Scomodare gli anni 80 con i vari Roberto Calvi e Michele Sindona sarebbe troppo. Eppure nemmeno questi sono tempi facili per un banchiere. Tra casi più o meno eclatanti, come la Popolare di Vicenza o Veneto Banca, salvataggi dai risvolti tragici, come l’Etruria e un futuro sempre più in bilico, come per il Monte dei Paschi di Siena, gli istituti italiani e i loro manager non è certo un bel periodo. Se poi ci si mette anche l’Europa con le sue regole sui patrimoni bancari allora la situazione diventa ancora più incandescente. Non deve essere facile fare il banchiere in questa situazione.

INNOCENZI, IL BANCHIERE PERBENE?

Il primo ad esserne convinto è Fabio Innocenzi, che banchiere lo è per davvero. Amministratore delegato di Ubs Italia, presidente della Aipb, l’associazione del private banking, con un passato in Banco Popolare, Innocenzi è stato da poco assolto nell’ambito di uno dei filoni del processo Italease, dall’accusa di concorso in aggiotaggio e falso in bilancio. Ma, soprattutto, ha pubblicato da poco il libro Sabbie mobili. Esiste un banchiere per bene? (Codice edizioni)presentato ieri sera a Roma presso la sede dell’Enciclopedia Italiana, alla presenza tra gli altri del direttore generale della Banca d’Italia Salvatore Rossi.

IL PERCHE’ DI UN LIBRO

Perché scrivere un libro del genere? Innocenzi lo spiega fin da subito, nella prefazione: “Con questo libro ho voluto aprire uno squarcio di verità sulle banche: come vengono prese le decisioni, come vengono scelti e pagati i banchieri, com’è possibile anche organizzare truffe di dimensioni gigantesche. Ho fatto nomi e cognomi, ho raccontato il dietro le quinte della cronaca di questi anni sapendo quanto sia delicato parlare di persone vere, alcune delle quali non ameranno comparire in un libro. Ma non è un libro polemico; non ha come obiettivo difendere o attaccare le banche. È un libro che spiega come spesso elementi legati alla debolezza umana o addirittura al caso siano stati il motore di avvenimenti finanziariamente importanti”. Dunque, un’operazione verità su un mondo spesso mal visto e mal sopportato? Sì. Ma non solo. Ce ne è anche uno più “umano”. “Esiste però anche un secondo motivo che mi ha portato a scrivere: quando mi sono trovato dentro le sabbie mobili di una vicenda giudiziaria paradossale, ho iniziato a scrivere delle memorie destinate a restare private, per me e la mia famiglia. Alcuni mi hanno raccomandato di non pubblicarle mai; altri mi hanno detto che sarebbe un peccato non raccontare che uscire dalle sabbie mobili è possibile. Mi hanno convinto”.

I BANCHIERI? UMANI CHE (SPESSO) SBAGLIANO

Qualcuno, nel corso del dibattito, ha fatto notare come ormai sia quasi una consuetudine l’aumento degli emonumenti dei banchieri a fronte di disastri bancari. “I banchieri? Sono esseri umani che sbagliano, e anche spesso. Diciamo che spesso non si comportano come devono”, ha affermato Innocenzi. Chiarendo come “la verità è che dentro le stanze delle banche, dove si pensa che ci sia nebbia che copre tutto, ci sono storie umane”. Idee chiare anche sugli stipendi: “Vanno posticipati, ogni banchiere deve essere pagato in relazione al lavoro che fa e alle azioni che persegue. Ma prima di dare stipendi troppo alti bisogna far passare qualche anno alla guida di una banca”.

GENERALIZZARE, CHE ERRORE

Eppure il problema è sempre quello. L’opinione della gente verso questi banchieri. Il numero due di Bankitalia Rossi ha messo subito dei paletti. “Sbagliato generalizzare, dire che tutte le banche sono buone è sbagliato, così come è un errore dire che tutte sono cattive. Ci sono banche demoniache oppure buone, bisogna scegliere istituto per istituto”. Per esempio “per Fabio Innocenzi la giustizia ha trionfato e ha dimostrato che lui è una persona perbene”.

LE BANCHE? UN PO’ COME LE AZIENDE

Il direttore generale di Bankitalia ha poi tracciato un percorso storico delle banche. “E’ lontano il tempo delle banche pubbliche. La gente era tranquilla e le banche erano quasi uffici ministeriali. Tra loro non c’era concorrenza. Oggi le banche sono imprese orientate al profitto, anche se alcune banche sono cooperative. Sono però imprese speciali perché maneggiano la fiducia dei risparmiatori. I risparmiatori sono i fornitori delle banche e i clienti sono coloro, imprese e privati, che chiedono un prestito o un mutuo. Per questo sulle banche, sulle assicurazioni e sugli intermediari finanziari c’è una vigilanza speciale settoriale. Non ci sono solo le Autorità della Concorrenza, l’Antitrust e la Consob. Quanche banchiere per male c’è sempre, come c’è sempre qualche funzionario pubblico per male”.

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