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Ecco tutte le prime grane per Chiara Appendino a Torino

torino, CHIARA APPENDINO

Partecipate e cultura: arrivano i primi mal di pancia per la sindaca di Torino Chiara Appendino. Lo scorso 20 ottobre ha bussato a Palazzo Civico la Guardia di Finanza, in seguito a un esposto in procura di Alberto Morano, consigliere comunale di centrodestra, ex candidato sindaco con una lista civica sostenuta dalla Lega Nord. Il motivo? Disallineamenti per circa 80 milioni di euro tra i bilanci del Gtt (Gruppo Torinese Trasporti), Comune e infra.To, la società che gestisce rete metro e tram dei Torino.

I conti risalgono all’era Fassino, fanno notare i pentastellati. Ma a luglio scorso sono stati approvati i bilanci Gtt e Infra.to, dall’assessore al Bilancio Sergio Rolando, con “riserva”. La sindaca Appendino via Facebook ha rivendicato nei giorni scorsi la scelta: pur nella consapevolezza delle discrepanze tra i conti, ha sostenuto, i bilanci andavano approvati per non mettere a rischio i trasporti. Fassino taglia corto: “Sono stati anni di rigore e trasparenza”.

Rolando poi ha fatto notare che già quest’estate era partita da lui stesso una segnalazione alla Corte dei Conti. La procura, orientata verso l’ipotesi di falso in atto pubblico, spulcia i conti e vuol verificare se negli anni ci sia stato un tacito accordo tra Comune e Gtt, poi saltato nel 2015, secondo cui la società di trasporti detenuta al 100% dal Comune non avrebbe fatto valere i suoi crediti, cosicché il Comune avrebbe potuto omettere di iscrivere a bilancio i debiti.

Intanto a Palazzo Civico, l’approvazione della prima variazione di bilancio in consiglio comunale è stata l’occasione di nuove scintille tra maggioranza e opposizioni. Morano, l’autore dell’esposto, al momento di votare è uscito dall’aula. “L’assessore Rolando, sui giornali, mi ha tirato le orecchie come si fa con uno studente impreparato” ha risposto piccato in aula Morano. “Non esiste né nel codice civile né in quello penale, né nel diritto societario l’istituto dell’approvazione con riserva. Non esiste nemmeno l’istituto dell’obbligo di approvare un bilancio falso. L’approvazione di un bilancio falso è vietata dalla legge, salvo che il M5S abbia recentemente approvato una nuova legge che autorizza le giunte a maggioranza Cinquestelle ad approvare documenti falsi” ha ironizzato Morano, spiegando: “Ci saremmo aspettati che il 20 luglio venisse aperta l’assemblea e che il Comune invece di dichiarare che il bilancio presentava disallineamenti chiedesse la sospensione della delibera, chiedesse le notizie che erano necessarie per rivedere il bilancio e poi successivamente avrebbe potuto procedere all’approvazione”. Poi l’affondo con la richiesta di dimissioni per l’assessore al Bilancio, perché Rolando ha solo voluto “coprire un errore grave, cioè quello di approvare un bilancio con riserva, quando la riserva non è prevista, pensando che tutto ciò passasse inosservato. Ma talvolta è meglio tacere, perché assessore le sue affermazioni ci fanno venire il dubbio che lei non sia adeguato a ricoprire un incarico così delicato e questo ci obbliga a chiedere le sue dimissioni”. L’assessore non fa una piega, neanche quando dai banchi del Pd, il capogruppo Stefano Lo Russo lo accusa di “attività confusionaria” e di “deficit di competenza”. Seduto nei banchi dell’opposizione l’ex sindaco Piero Fassino, ogni tanto scuote la testa, ma non interviene. Dai banchi dei grillini si leva la difesa di Rolando: “È lui che ha segnalato i disallineamenti, sarà la magistratura e non Morano a dire se i bilanci sono falsi” ha detto Antonio Fornari.

Lo scranno della sindaca è vuoto quando si parla di bilancio. È stato un lungo lunedì iniziato con le dimissioni a mezzo stampa della presidente della Fondazione Torino Musei, Patrizia Asproni, a cui aveva fatto la guerra a colpi di post su Facebook e comunicati stampa, dopo che la mostra evento di Manet, prevista nel 2017, era sfumata. La mostra si farà, ma a Milano. È il secondo scippo che si consuma da parte dei milanesi, determinati anche a farsi un loro Salone del Libro. Sergio Chiamparino, presidente della Regione, che con la sindaca ha sempre mostrato concordia istituzionale, ha bacchettato Appendino: “Serve un chiarimento in sede di Fondazione Torino Musei perché la Regione Piemonte ne è uno dei soci fondatori e non può certo essere spettatrice passiva degli avvenimenti che si succedono”.

L’ultimo colpo di coda di Asproni contro il Comune è una diffida ad organizzare la Borsa Internazionale della Cultura. In una lettera recapitata al Comune da un legale romano, per conto della Fondazione Industria e Cultura, presieduta da Asproni, si fa notare che la Borsa non è una novità assoluta. Nel 2014 a Torino si è tenuta “The Culture Stock Exchange”, organizzata proprio dalla Fondazione che sottolinea come sia “del tutto evidente” che ci sia “un precedente”. “Non aver riferito la primogenitura del progetto in capo alla Fondazione – conclude la lettera – da un lato è una attribuzione di pregi in capo alla Città infondata e illegittima dall’altro arreca nocumento alla Fondazione”. A rendere nota la diffida Stefano Lo Russo, capogruppo del Pd. In Consiglio il Pd dà battaglia anche su Smat, la società metropolitana delle Acque, la cui assemblea sarà venerdì. I soci saranno chiamati a decidere se accogliere la richiesta del Comune di Torino di mettere le mani su un’extra dividendo proveniente da riserve accantonate e non vincolate. Per il Comune si tratterebbe di circa 8 mlioni, una boccata di ossigeno per le casse comunali.

Per il Pd si tratta “di una mutazione genetica” dei Cinquestelle. “Si è persa nella notte dei tempi quella ragazza che si scagliava contro Fassino su Smat? Allora le scelte contestate in passato erano giuste? Seduta al posto di Fassino vuol fare le cose che faceva lui, ma non sempre ci riesce” la punzecchia Enzo Lavolta del Pd. E in effetti dal Parco della Salute al nuovo zoo, tutte le opere contestate a Fassino e al Pd, stanno andando in porto con la benedizione dei Cinquestelle. Ma questa è un’altra storia.

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