Non mi sono perfettamente chiari gli obiettivi di Renzi in questa sorta di campagna contro la Germania e sui migranti. Nel merito, ovviamente, Renzi non ha torto. La Germania non spende il suo surplus commerciale e non contribuisce così alla crescita. Draghi ha ragione: è sbagliato che i paesi in deficit (tra cui l’Italia) siano obbligati a non spendere. Ma quelli in surplus non sono obbligati a spendere. Asimmetria. Quindi bene incalzare la Germania.
Ma attento Renzi. Alzi pure la voce, ma l’Italia non ha tutte le carte in regole per prendersela con la Germania. Non dimentichiamolo. Noi non abbiamo fatto ancora tutti i compiti a casa che ci spettano. Ancora una volta ha ragione Draghi: la Germania deve spendere di più ma i paesi con alto debito e deficit devono fare le riforme per meritarsi il diritto di criticare la Germania. E noi, dopo il Jobs Act, ultima grande riforma, non abbiamo ancora completato il compito: spesa pubblica, debito, competitività e produttività sono, spiace dirlo, ancora riforme ferme al palo.
Un Renzi che riprendesse lo smalto riformatore, stile Jobs Act, sarebbe più credibile nelle critiche alla Germania. Sennò si dà l’impressione che inseguiamo solo le richieste di maggiore flessibilità. E quelli ci rispondono, non senza ragioni, “completate le riforme“. E poi i migranti. Va benissimo la critica al l’ipocrisia europea che chiude la via orientale e turca all’immigrazione, non procede alla distribuzione delle quote e spinge gli immigrati a usare solo la rotta mediterranea e italiana. Una vergogna. Ma anche qui, Renzi dovrebbe dirla tutta.
Questa vergogna non si risolve solo implorando quote più giuste di accoglienza. Occorre fare qualcosa per fermare gli afflussi all’origine. Sennò non se ne esce. Tutti lo sanno ma nessuno fa nulla. Siamo bloccati dall’ipocrisia. Fermare all’origine significa tre cose: impedire ai barconi di partire ( ovviamente distruggendoli prima che i migranti vi montino sopra); controllare militarmente la costa libica; fare accordi con i paesi africani per offrire alternative ai migranti economici. È dura, lo so. Ma è la verità. Il resto è chiacchiera.