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Putin, Erdogan e l’alleanza del tubo su Turkish Stream

Putin e Erdogan ormai fanno sul serio sul Turkish Stream. L’accordo intergovernativo siglato ieri ad Istanbul tra i due governi è la prima pietra concreta verso l’avvio dei lavori sul progetto di tubo che punta a ripristinare le mire geopolitiche russe per tracciare una via meridionale alle forniture energetiche europee. “La Turchia vuole diventare un corridoio di transito per l’Europa e si propone di istituire un corridoio energetico con la Russia per le forniture di energia per l’Europa”, ha detto Erdogan. Il presidente turco non ha mancato di ricordare lo storico ruolo che Ankara non ha mai mancato di svolgere, a partire dal progetto del Blue Stream.

Il progetto del nuovo gasdotto russo-turco ha un’importanza strategica per la Russia, che grazie ad esso potrebbe interrompere la fornitura a paesi come l’Ucraina garantendo al contempo quelle a paesi europei come Austria e Italia. La partecipazione di Putin a una conferenza energetica internazionale, ieri, è stata la sua prima visita in Turchia dalla crisi diplomatica tra i due paesi seguita all’abbattimento di un aereo da guerra russo al confine tra Siria e Turchia, lo scorso novembre 2015. Resta da capire se è come quello che ha tutti i connotati di tubo anzitutto “politico” piuttosto che frutto di un calcolo economico alla fine si farà. Il capo di Gazprom, Alexei Miller, ha confermato che i primi lavori cominceranno nel 2018 per strutturare due direttrici del gasdotto che si divideranno nella tratta offshore che sarà posata nel Mar Nero, come ha fatto sapere la compagnia energetica russa.

Una delle gambe consegnerà il gas direttamente al mercato turco, mentre l’altra verrà utilizzata per il transito del gas attraverso il territorio turco per l’Europa. Oltre a Gazprom e alla società turca Botas, al Cremlino sono a caccia di altri partner per il progetto. Importanti novità potrebbero arrivare ad esempio per l’italiana Saipem, che potrebbe vedersi aggiudicata qualche commesse per la posa e la sistemazione dei tubi. Non è un caso che la notizia dell’accordo sul Turkish Stream abbia fatto guadagnare il titolo in Borsa. Secondo alcune stime di mercato, se al gruppo guidato da Stefano Cao fosse assegnato un ruolo sul Turkish Stream come compensazione per la brutta vicenda del South Stream, ipotizzando un valore della commessa di 2 miliardi e un Ebit margin del 15%, il nuovo gasdotto potrebbe portare al gruppo un contributo di circa 300 milioni di euro nel prossimo triennio.

Il Turkish Stream potrebbe poi bene intersecarsi con un altro progetto di interesse del Cremlino, il Poseidon, un collegamento energetico che coinvolgerebbe anche Grecia e Italia. A riguardo, sempre da Istanbul Miller ha fatto sapere che la sua società prevede di avviare negoziati a novembre o a dicembre con i partner del progetto Poseidon.



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