Il mondo cattolico, popolo inquieto, dotato di libero arbitrio, quindi, consapevole della propria libertà di coscienza, dal genio multiforme nei tempi elettorali è sempre oggetto di interessate attenzioni e di molteplici analisi, al fine di comprendere come o per chi voterà. Sta accadendo anche col referendum sulle modifiche che si vorrebbero apportare alla nostra Carta costituzionale.
Formiche.net ieri ha dedicato un articolo sull’argomento firmata da Giovanni Bucchi, che ha illustrato quali organismi cattolici potrebbero votare no e quali sì. Alla fine l’autore dell’articolo non dà una fotografia certa e chiara dell’orientamento del multiforme mondo cattolico. Infatti, i no, i sì e i nì delle diverse sigle dell’associazionismo sono solo ipotetici, con margini di certezza dubbi.
Nessuno può metterci la mano sul fuoco, anche in considerazione di una cattolicità in libera uscita, talvolta confusa e smarrita, che attraversa le stesse organizzazioni, visti i tanti accadimenti e mutamenti avvenuti negli ultimi anni, soprattutto dopo il coraggioso atto di dimissioni di Benedetto XVI. C’è un dato però che bisogna tenere in grande considerazione. I cattolici sanno bene che la nostra Costituzione nel dicembre 1947 è stata partorita, oltre che dai cosiddetti partiti antifascisti, soprattutto da spiriti puri e da illuminati ingegni del cattolicesimo politico, alcuni addirittura sulla strada della Santità come De Gasperi, La Pira, Lazzati. L’interesse per loro era costruire l’architettura della Repubblica Italiana su solide basi, con un pilastro fondamentale che era il bene comune. Infatti, l’ubi consistam della Carta costituzionale è il concetto di persona umana che si percepisce e si riscontra in tutti i 139 articoli.
L’intesa realizzata tra il democristiano De Gasperi e il comunista Togliatti fu possibile grazie alla comune visione che si aveva dell’uomo-cittadino, sia pure partendo da concezioni filosofiche diverse se non addirittura opposte. In gioco c’era l’obiettivo ambizioso e più alto di restituire la libertà al popolo italiano; di consegnargli una democrazia moderna fatta di partecipazione, dopo venti anni di dittatura; di creare le migliori condizioni per ricostruire il Paese, ponendo le premesse per uno sviluppo concreto e armonico. I “costituenti” mai si piegarono di fronte ad interessi di altra natura, se non a quelli che erano legati alla crescita civile, sociale, umana del popolo italiano. I cattolici con difficoltà oggi farebbero una scelta di voto opposta o in contrasto con l’ispirazione originaria della Carta fondamentale della Repubblica Italiana, ma il mondo cattolico è variegato e dei voti favorevoli ci possono pure stare. Non è scandaloso.
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