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Cosa cambia con la riforma costituzionale in materia di energia?

Maria Elena BoschI

Non è solo una complessa questione di assetti politico-istituzionali: l’eventuale vittoria del Sì al referendum confermativo del prossimo 4 dicembre determinerà – come riconoscono gli stessi fautori del No – anche rilevanti conseguenze di carattere pratico. La valutazione cambia a seconda che si sostengano le ragioni dell’uno o dell’altro fronte, ma gli effetti concreti della riforma sono innegabili. In questo senso un esempio su tutti è rappresentato dal settore dell’energia.

COSA CAMBIA CON LA RIFORMA

Quella che potrebbe verificarsi in questo comparto è quasi una rivoluzione. Attualmente – in virtù della riforma del titolo V della Costituzione varata nel 2001 dal centrosinistra – il tema energia è sottoposto alla cosiddetta competenza concorrente tra Stato e Regioni: al primo il compito di adottare i principi, alle seconde, invece, quello di occuparsi della disciplina di dettaglio. Se al referendum dovessero però prevalere i Sì, tutto cambierebbe: la riforma RenziBoschi elimina, infatti, la competenza concorrente e riassegna allo Stato una lunga serie di materie tra cui anche “la produzione, il trasporto e la distribuzione nazionale dell’energia“. Questo settore, quindi, non dovrebbe più fare i conti con la legislazione regionale, ma solo con quella statale.

LA CAMPAGNA REFERENDARIA

Per stimolare una discussione sul merito della riforma – con un focus particolare su questo settore – è stata lanciata oggi alla Camera la campagna referendaria “Energie al voto“. La promuove l’associazione Ottimisti & Razionali – nata la scorsa primavera in occasione del referendum sulle trivelle – che nelle prossime settimane organizzerà un tour in tutta Italia per parlare specificamente di Costituzione ed energia.

IL TOUR 

Già fissate le prime cinque tappe del tour: a Milano, Ravenna, Bari, Potenza e Catania, con un evento conclusivo a Roma a fine novembre. Nel corso di questi incontri esperti, imprenditori e amministratori locali saranno chiamati a confrontarsi pubblicamente sull’argomento così da spiegare nel merito il contenuto della riforma. A questi appuntamenti parteciperanno anche alcuni costituzionalisti in modo da rappresentare sia le ragioni del Sì che quelle del No. Tra gli altri ci saranno, da un lato, Francesco Clementi e Massimo Rubechi – in prima linea nel sostenere la bontà della riforma – e, dall’altro, i contrari Alfonso Celotto e Andrea Pertici. Confermata anche l’adesione di alcune delle principali associazioni energetiche italiane, tra cui Assoelettrica, Assorinnovabili, Assomineraria, Unione Petrolifera e Confindustria Energia. Incontri pubblici che saranno anche caratterizzati da confronti serrati tra i sostenitori del Sì e del No animati dalla voce di Radio 24 – e firma del FoglioMario Sechi.

LE RAGIONI DELL’ENERGIA

Vogliamo che sul tema si sviluppi un confronto pubblico serio ed equilibrato, ma senza prendere una posizione contro o a favore“, ha spiegato uno degli animatori della campagna, il comunicatore politico Claudio Velardi. “L’energia non è di destra né di sinistra“, gli ha fatto eco il presidente di Ottimisti & Razionali Gianfranco Borghini. L’obiettivo finale? “Far sì che – a prescindere dall’esito del referendum – l’Italia torni ad avere in materia di energia una visione globale e una strategia nazionale. Come è successo ai tempi del secondo dopoguerra con l’Eni di Enrico Mattei e la nazionalizzazione dell’Enel“, ha commentato ancora Borghini. E – affinché ciò accada – è necessario, innanzitutto, tornare a parlare concretamente di questo tema “fuori da ogni approccio ideologico“.

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