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Ecco come Silvio Berlusconi su Twitter e Facebook fomenterà i No al referendum

Silvio Berlusconi

Per spiegare la campagna web di Forza Italia sul referendum, Antonio Palmieri, deputato, responsabile internet e nuove tecnologie del partito berlusconiano, usa una metafora campestre: “L’obbiettivo è tenere all’interno del recinto le nostre 99 pecorelle, se poi la centesima è nuova e la prendiamo, tanto di guadagnato…”. Tradotto in politica: “Dobbiamo parlare soprattutto ai nostri elettori, una platea del 12-14%, che si sente smarrito. Dobbiamo rimotivarli, far capire loro che su questo referendum Forza Italia è in campo, che Berlusconi è per il No. Non dobbiamo dare la sensazione di essere per il Nì come qualcuno sostiene”. I dubbi, finora, erano giustificati. L’assenza mediatica di Silvio Berlusconi si fa sentire. Alcuni giornali sostengono la tesi che gli impedimenti fisici del Cavaliere sono caduti a fagiolo per evitargli la campagna per il No. Cosa che tra l’altro era stata severamente vietata dalla figlia Marina: per il leader di Forza Italia mai più comizi, tour o bagni di folla. Solo, al limite, qualche intervista televisiva, come quella andata recentemente in onda sul Tg5. In più mettiamoci il partito Mediaset, con Fedele Confalonieri che lascia trasparire una sua simpatia per Renzi e per il Sì.

Così l’assenza del capo e lo strapotere mediatico di Renzi costringe il partito ad adeguarsi. E forse mai come questa volta gli azzurri hanno intenzione di sfruttare l’arma del web. Il modello, naturalmente, è Barack Obama, il primo presidente degli Usa eletto anche grazie a una massiccia campagna on line. “Ci saranno due fasi”, spiega Palmieri, “ora siamo al primo step con la realizzazione di un messaggio al giorno veicolato tramite il sito di Forza Italia, quello del Comitato del No di Brunetta, WhatsApp e le pagine social del partito. In gergo si chiama mettere un chiodo nel muro del web: messaggi semplici e chiari, che arrivano subito. Nella seconda fase i contenuti saranno più complessi e verranno utilizzati anche video”. Il tutto, naturalmente, parte dal Palazzo e dal partito per arrivare a cascata ai rappresentanti locali, ai militanti e agli elettori. Il rischio è però quello di parlare a una platea che già ti vota.

E qui si ritorna al gregge. “Dobbiamo recuperare i nostri, fargli sentire la nostra voce. Non possiamo lasciare il fronte del No orfano di Forza Italia. Da qui si parte per costruire una reale alternativa a Renzi”. La mission, dunque, è recuperare gli elettori forzisti e portarli in massa a votare No. Come ha spiegato qualche giorno fa, nel bel mezzo del Transatlantico, Brunetta e Pierluigi Bersani: “Se Berlusconi fa sentire la sua voce sposta il 5% dei voti…”. “Solo col web non si vincono le elezioni, ma senza si perdono”, spiega Palmieri, che è un esperto. Da poco ha infatti dato alle stampe “Internet e comunicazione politica. Strategie, tattiche, esperienze e prospettive” (Franco Angeli editore), un volume dove il deputato azzurro racconta l’evoluzione ormai simbiotica del rapporto tra web politica. “Il vecchio sistema fatto di sezioni, rapporto capillare col territorio, comizi, non esiste più, anche perché è molto costoso e nessuno se lo può più permettere. E non c’è più nessuno che disposto a dedicare tutto il suo tempo extra lavorativo a un partito: ormai la gente partecipa alla politica a periodi, sui singoli temi di interesse, non più per un’ideale o tanto meno un’ideologia”. Il web, secondo il deputato forzista, “specialmente attraverso i social, Facebook e Twitter, aiuta a mantenere il rapporto quotidiano con la tua comunità. La Rete ti permette di recapitare un input o un messaggio a migliaia di persone in pochissimo tempo. Ma è anche un’arma a doppio taglio: poi quelle persone le devi ascoltare, devi sentire cosa dicono, leggere i loro commenti. Altrimenti è inutile”.

E Stefano Parisi? L’ex candidato sindaco di Milano è in giro per l’Italia con il suo tour, Megawatt per il No. “Con Stefano stiamo marciando divisi per colpire uniti. Credo che tenere separate le nostre campagne sia un modo per raggiungere più elettori possibile”, spiega Palmieri. E Berlusconi? “Mi ha chiesto personalmente di inserire il suo nome all’interno del simbolo di Forza Italia. Se deciderà di partecipare a qualche iniziativa, lo farà negli ultimi dieci giorni, il periodo più importante per convincere gli indecisi”, risponde Palmieri. Berlusconi, si sa, non è uno smanettone, non usa Fb o Twitter. Ma vuole essere tenuto al corrente di tutto.

 



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