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Tutte le volte che Papa Francesco sfida il politicamente corretto su gender, eutanasia e aborto

Papa Francesco

“Oggi c’è una guerra mondiale per distruggere il matrimonio” e il matrimonio “non si distrugge con le armi, ma con le idee. Ci sono colonizzazioni ideologiche che lo distruggono. Pertanto occorre difendersi dalle colonizzazioni ideologiche”. Il Papa si è così espresso ieri a Tbilisi, durante una tappa del suo viaggio in Georgia e Azerbaigian che si concluderà questa sera con il ritorno a Roma.

LE FRASI PRONUNCIATE IN GEORGIA

Un intervento a braccio in risposta alla testimonianza di una madre di famiglia locale che interrogava il Pontefice circa “le nuove visioni della sessualità come la teoria gender e la marginalizzazione della visione di vita cristiana”. Francesco non c’ha pensato due volte a tuonare contro il gender (e a difesa del matrimonio), animando agenzie, corrispondenti e commentatori. Padre Antonio Spadaro, il direttore della Civiltà Cattolica, gesuita come il Papa ha scritto un tweet cercando di circoscrivere la questione, spiegando che Francesco non ha attaccato nessuna teoria. In realtà, Bergoglio il gender l’ha attaccato eccome in passato, in almeno due interventi che avevano sfidato il politicamente corretto e per questo poco rilanciati dai mezzi di informazione.

“IL GENDER, UNO SBAGLIO DELLA MENTE UMANA”

Il 22 marzo, incontrando i giovani sul lungomare Caracciolo di Napoli, sottolineò i continui attacchi alla famiglia, “il secolarismo attivo”, le “colonizzazioni ideologiche”, una “cultura che non vuole far vedere la famiglia”. E tra le minacce elencate dal vescovo di Roma c’era “la teoria del gender, uno sbaglio della mente umana che fa tanta confusione”.

“ESPRESSIONE DI UNA FRUSTRAZIONE”

Qualche settimana dopo, stavolta a Roma e in piazza San Pietro, tornava a calcare la mano: “Mi domando se la cosiddetta teoria del gender non sia espressione di una frustrazione e di una rassegnazione, che mira a cancellare la differenza sessuale perché non sa più confrontarsi con essa”. Parole chiare e nette, ben poco in linea con quel politicamente corretto che domina incontrastato. Eppure, di tali affermazioni è rimasta poca traccia, se si pensa al “chi sono io per giudicare?” che è diventato un must del pontificato corrente.

IL DIRITTO ALL’OBIEZIONE DI COSCIENZA

Passate in cavalleria anche le frasi sul diritto all’obiezione di coscienza dei pubblici ufficiali rispetto alla celebrazione delle nozze tra persone dello stesso sesso. Pochi mesi fa, in un’intervista al settimanale francese La Croix, Francesco spiegava infatti a proposito dell’obiezione di coscienza che “poiché è un diritto umano – anche per il funzionario del governo (che è una persona umana) – lo Stato deve anche rispettare le critiche, e questa è una vera laicità”. Il contesto, aggiungeva, è quello dei “cattolici” che “in un quadro laico” hanno il dovere di “difendere le loro preoccupazioni su temi quali l’eutanasia o i matrimoni fra persone dello stesso sesso”.

CONTRO ABORTO ED EUTANASIA

Un no netto e inequivocabile anche sull’aborto e l’eutanasia: “Ogni bambino non nato, ma condannato ingiustamente a essere abortito, ha il volto di Gesù Cristo, ha il volto del Signore, che prima ancora di nascere, e poi appena nato ha sperimentato il rifiuto del mondo”, diceva incontrando in udienza i ginecologi cattolici. “E ogni anziano anche se infermo o alla fine dei suoi giorni porta in sé il volto di Cristo. Non si possono scartare, come ci propone la cultura dello scarto! Non si possono scartare”.

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