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Confindustria, il Sole 24 Ore e il referendum costituzionale

Di Pietro Di Michele e Niccolò Mazzarino
Vincenzo Boccia, sole 24 ore

Attesa per la relazione degli advisor, ultimi passi per un accordo con le banche creditrici e definizione del nuovo piano industriale dei vertici del gruppo editoriale. Sono le azioni in corso da parte del gruppo Il Sole 24 Ore di cui si è parlato ieri nel corso del Consiglio generale di Confindustria, secondo le indiscrezioni raccolte da Formiche.net.

La linea della confederazione degli industriali presieduta è quella comunque illustrata anche in pubblico dal presidente dell’associazione Vincenzo Boccia: Confindustria farà ogni sforzo per mantenere il controllo del gruppo ora affidato al nuovo amministratore delegato, Franco Moscetti, già capo azienda di Amplifon quando non risparmiò stoccate e critiche alla confederazione tanto che decise di far uscire Amplifon dalla confederazione di viale dell’Astronomia.

La prospettiva è dunque quella di una rilevante ricapitalizzazione per il gruppo che edita tra l’altro il quotidiano Il Sole 24 Ore diretto da Roberto Napoletano: in base ai conti dei primi 9 nove mesi dell’anno la società editoriale ha fatto registrare con una perdita di 61,6 milioni di euro, in crescita rispetto ai 26,1 milioni del 2015. Il risultato al netto degli oneri non ricorrenti è negativo per 35,1 milioni. I ricavi sono diminuiti a 208,4 milioni (da 227,4 milioni) mentre l’Ebitda è peggiorato a -25,3 milioni (da -12,5 milioni). La posizione finanziaria netta è negativa per 33,9 milioni. Ma ancora più preoccupante il fatto che il patrimonio netto è ora arrivato a 16,4 milioni, con una diminuzione di 70,8 milioni di euro rispetto al 31 dicembre scorso. Lo stesso per la capogruppo, il cui capitale netto è ora di 18,2 milioni, al di sotto del capitale sociale di 35 milioni. L’assemblea dei soci prevista per il 22 dicembre sarà ora chiamata ad abbattere il capitale; ma nei prossimi mesi, sarà inevitabile rafforzare finanziariamente il gruppo con un aumento di capitale.

Da dove arriveranno questi soldi? Da un lato facendo ricorso ai fondi riserva del bilancio Confindustria per circa 60 milioni di euro; anche se nel corso del penultimo consiglio generale della confederazione degli industriali qualcuno si è interrogato su bontà e ammontare di questa scelta, ritenuta comunque inevitabile. Dall’altro si stanno studiando con alcuni advisor operazioni immobiliari, comprese vendite di immobili della controllata confindustriale Aedificatio.

Se nel penultimo Consiglio generale dell’associazione degli industriali si era ipotizzato da parte di alcuni membri una sorta di assemblea con vertici e rappresentanti delle federazioni territoriali per discutere della vicenda del Sole, ieri i maggiori rilievi si sono concentrati sulla posizione per il Sì di Confindustria al referendum costituzionale. In particolare alcuni esponenti lombardi, il presidente di Confindustria Treviso, Maria Cristina Piovesana, e l’ex candidato alla presidenza Marco Bonometti. A tutti Boccia ha ricordato come la linea pro Sì al referendum non era stata voluta solo da taluni ma è stata approvata all’unanimità dalla confederazione. I critici hanno poi controreplicato che i toni però sono stati troppo enfatici (ad esempio secondo alcuni con il report del centro studi di Confindustria sugli effetti piuttosto catastrofici per l’economica con la vittoria del No).

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