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Cosa succede nella società del Fatto Quotidiano fra Marco Travaglio, Michele Santoro e Chiarelettere

marco travaglio

Novità, movimenti e subbugli al Fatto Quotidiano. In questi giorni il quotidiano diretto da Marco Travaglio sta cambiando sede a Roma: si sposterà al Celio, in un elegante stabile immerso nel verde di proprietà di un ente religioso, nota il mensile Prima Comunicazione uscito ieri. Non solo, aggiunge Prima: “Nell’ex cappella, Michele Santoro allestirà la redazione di Servizio Pubblico, mentre nella casetta in giardino ci sarà spazio per un ristorante bio aperto al pubblico e per uno spazio da destinare a eventi culturali”.

Eppure sintonie e sinergie fra Travaglio e Santoro non sono al massimo in questi giorni. Santoro in una intervista al Foglio ha rimarcato criticamente la posizione del Fatto per il No al referendum costituzionale che hanno lasciato di stucco redazione e vertici del quotidiano diretto prima da Antonio Padellaro e ora da Travaglio (qui la ricostruzione dei dissidi).

Eppure al di là di questi diverbi mediatici i rapporti azionari fra la società del Fatto e quella di Santoro si stanno intensificando. Oggi il quotidiano Italia Oggi sottolinea cambiamenti nell’assetto azionario della società che pubblica il Fatto. Il conduttore tv è infatti arrivato al 7% del Fatto e al contempo il quotidiano è salito al 46,48% di Zerostudio’s, l’azienda di Santoro, quindi quasi alla pari – rimarca Italia Oggi – con la quota complessiva di Santoro e della moglie Sanja Podgayski (a testa il 25,58% e in tutto il 51,16%).

La società che fa capo ai coniugi Santoro ha acquisito quote da altri soci che invece hanno deciso di limare le azioni possedute del Fatto Quotidiano. Riduzioni di quote piuttosto significative. Ecco tutti i dettagli. Ad ridurre il peso azionario nel quotidiano diretto da Travaglio sono stati in particolare “l’editore Francesco Aliberti (originariamente al 12,26%) e l’ex magistrato Bruno Tinti (8,13%)”. Tra chi ha deciso di vendere, sottolinea il quotidiano economico del gruppo Class, “c’è anche la holding Edima (nata con l’imprenditore calzaturiero Enrico Paniccià tra i suoi soci) che aveva una quota del 16,26% al apri dell’ad Cinzia Monteverdi e del presidente ed ex direttore del Fatto, Antonio Padellaro“. Stessa scelta, sottolinea Italia Oggi, che ha preso la casa editrice di libri Chiarelettere (sempre al 16,26%) dopo che il Fatto ha lanciato la sua collana di libri Paper First e ha tolto alla società di Lorenzo Fazio alcuni dei suoi autori più importanti, tra cui in primis lo stesso Travaglio”.

L’iniziativa di Paper First ha destato la sorpresa di Fazio e di Chiarelettere: “Il nostro ruolo si è esaurito, la nostra presenza non è più primaria”, ha detto Fazio a Italia Oggi. Quindi l’editrice ha ridotto la quota all’11% non escludendo un’uscita definitiva dall’azionariato del Fatto Quotidiano.


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