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Ecco i 4 scenari politici dopo il referendum del 4 dicembre

Di Philippe Ithurbide
politica, Matteo Renzi, 4 dicembre

SCENARIO #1: VOTO REFERENDARIO FAVOREVOLE E MATTEO RENZI RIMANE IN CARICA COME PRIMO MINISTRO: PROBABILITÀ 5%

In questo scenario, le elezioni si svolgerebbero probabilmente nel mese di febbraio 2018, come inizialmente previsto. Sarebbe senza dubbio il miglior scenario possibile: nessuna crisi politica, stabilità di governo, prosecuzione delle riforme, soddisfazione dei paesi europei…

Tuttavia Renzi dovrebbe vincere le elezioni politiche previste per il febbraio 2018, cosa che risulta lontana da una conclusione scontata. Ad ogni modo, nel caso di una vittoria esigua (che potrebbe verificarsi), la prospettiva delle elezioni politiche peserebbe sull’Italia. Questa legge dà al vincitore delle elezioni politiche non solo il via libera alla carica di Primo Ministro, ma anche una comoda maggioranza alla Camera dei Deputati.

Tuttavia, il disaccordo tra i partiti tradizionali di destra e di sinistra (e/o lo scarso trasferimento di voti tra questi partiti) potrebbe aiutare il partito populista “Cinque Stelle” (altrimenti definito “Movimento 5 Stelle” o anche “M5S”) ad arrivare al potere, come è avvenuto in occasione delle elezioni comunali, quando il disaccordo tra i partiti tradizionali ha spinto il M5S a vincere nelle città di Roma e Torino in particolare.

Sembra improbabile che il governo possa essere in grado di cambiare la legge elettorale alla fine del mandato, il che significa che una vittoria del M5S alle prossime elezioni politiche potrebbe essere probabile.

Probabile impatto sul mercato

Nel breve termine, si assisterebbe ad un sentiment positivo verso i mercati (azionari e obbligazionari) italiani che dall’inizio dell’anno sono andati particolarmente a rilento. Lo spread Italia-Germania è probabile che rappresenti il segmento italiano con la maggiore capacità di recupero. Nei mercati azionari, è probabile che emerga una rinnovata forza contro una debole prospettiva di crescita e di profitti.

SCENARIO #2 VOTO REFERENDARIO SFAVOREVOLE E MATTEO RENZI RIMANE IN CARICA COME PRIMO MINISTRO: PROBABILITÀ 20%

Un esito negativo al referendum e il mantenimento di Renzi nella sua posizione erano considerati due eventi del tutto incompatibili meno di due mesi fa, perché il Primo Ministro stesso aveva annunciato le sue dimissioni e la fine della sua carriera politica, qualora il referendum fosse stato respinto. Da allora Renzi ha riconsiderato la sua posizione, in quanto il suo destino non deve essere legato ad una riforma del Senato, e anche, probabilmente, a seguito dei colloqui con i partner europei (Germania e Francia in primis), che preferirebbero tenere in carica un front man di qualità come Matteo Renzi (costruttivo e riformista). In questo scenario, le elezioni probabilmente si svolgerebbero nel mese di febbraio 2018, come inizialmente previsto. Una volta riconfermato, ma alla fine del suo mandato, Renzi probabilmente non avrebbe la necessaria legittimità per riformare la legge elettorale, lasciando intatta l’incertezza sulle elezioni politiche.

Probabile impatto sul mercato

Il mantenimento in carica di Matteo Renzi è rassicurante in termini di stabilità politica immediata, ma l’incertezza per quanto riguarda le prossime elezioni generali sarà il fattore chiave nel determinare l’orientamento dei mercati finanziari: verranno anticipate? Si terranno a febbraio 2018? L’Italia avrà una maggioranza M5S (Partito euroscettico, populista, ecc) o un governo di coalizione (probabilmente non molto riformista) dopo le elezioni? Si prevede una fase di transizione difficile per i mercati in Italia.

SCENARIO #3 VOTO REFERENDARIO SFAVOREVOLE, MATTEO RENZI SI DIMETTE E VIENE ISTITUITO UN GOVERNO TECNICO O DI COALIZIONE: PROBABILITÀ 55%

Il governo tecnico probabilmente avrebbe l’obiettivo di mettere al primo posto la riforma costituzionale, mentre un governo di coalizione farebbe fatica a far passare nuove riforme. È importante evidenziare che solo un governo tecnico sembra in grado di procedere ad una riforma della legge elettorale: un governo di coalizione probabilmente non sarebbe in grado di raggiungere un accordo. Minimizzare il processo di riforma in Italia e battere in ritirata a livello politico sarebbe dannoso. In questo scenario, le elezioni si svolgerebbero probabilmente nel mese di febbraio 2018, come inizialmente previsto.

Probabile impatto sul mercato

La calma temporanea e allo stesso tempo la delusione per l’assenza di ulteriori riforme rischia di influenzare negativamente la percezione degli investitori. Vi è il rischio di un rallentamento nella risoluzione di importanti questioni (la riforma del sistema bancario, la riduzione della rigidità del mercato del lavoro, l’innalzamento della concorrenza, la riduzione della rigidità del mercato dei beni e dei servizi, la ricerca di una migliore produttività, ecc). Una situazione apparentemente sfavorevole alla luce delle elezioni. Un governo tecnico o di coalizione rischia di essere percepito come un governo di transizione, una situazione che probabilmente favorirebbe l’ascesa del M5S.

SCENARIO #4 VOTO REFERENDARIO SFAVOREVOLE, MATTEO RENZI SI DIMETTE E CI SI PREPARA A NUOVE ELEZIONI POLITICHE: PROBABILITÀ 20%

Questo è chiaramente lo scenario peggiore, che può portare inizialmente ad un’instabilità politica e certamente porterebbe il processo di riforme ad una battuta d’arresto, e, successivamente, ad una nuova maggioranza. Nonostante il rifiuto della riforma del Senato, ci sarebbe comunque un’elevata probabilità di vedere questa volta in Italia il partito populista “Cinque Stelle” vincere e formare un governo con una maggioranza parlamentare. Questo scenario non sembra essere il più probabile data la capacità (e l’abitudine) in Italia di formare governi di coalizione.

Probabile impatto sul mercato

C’è da aspettarsi una fase di instabilità politica e finanziaria. Anche se protetto dal Quantitative Easing della BCE, il mercato obbligazionario italiano rischia di essere snobbato, in particolare a favore della sua controparte spagnola. La situazione politica richiederebbe un ulteriore premio per il rischio. Lo stesso vale per i mercati azionari e per i titoli finanziari, già colpiti da una scarsa crescita, da una più bassa redditività, da tassi ultrabassi/negativi e da prestiti non performanti.

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