Il mese scorso sono circolate le prime immagini ufficiali (affidabili) di un nuovo missile balistico russo a gittata intercontinentale e capacità nucleare: nome RS-28 Sarmat, soprannome Nato “Satan-2”. È stata l’azienda costruttrice Makeyev Rocket Design Bureau a postare una foto sul suo sito internet – il nome della ditta viene da Viktor Makeyev, Eroe del Lavoro Socialista e Ordine di Lenin (due delle più alte decorazioni di epoca sovietica), ingegnere balistico russo ideatore dei programmi missilistici marini (i razzi sparati dai sottomarini, ICBM acronimo tecnico).
IL MISSILE
Il nuovo missile sostituirà gli SS-18, vecchi ormai di 30 anni e non più in grado di schivare i sofisticati sistemi di difesa anti-missilistica che nel frattempo si sono evoluti. La gittata del nuovo razzo dovrebbe essere intorno agli 11 mila chilometri (secondo l’agenzia di stampa russa Tass), ossia globale se si pensa il raggio est-ovest russo, e il suo scopo è “fornire alle forze strategiche russe un adempimento garantito ed efficace delle attività di deterrenza nucleare” (lo dice la Makeyev), potrà cambiare rotta in volo e trasportate 100 tonnellate di testate e sarà in grado di spargerle prima dell’impatto al suolo, per una potenza dichiarata di 40 megatoni (come dire 2.600 bombe di Hiroshima tutte insieme). Non sono note comunque molte delle caratteristiche tecniche definitive, ma si parla di un vettore che potrà viaggiare a 7 km/s e sfuggire a qualsiasi sistema di intercettazione: primo test previsto per il 2018. Abbinata al missile, è uscita negli stessi giorni la notizia di un nuovo tipo di testata, la Object 4202, “planante” il termine tecnico per definirla, forse provata già con successo in un poligono in Kamchatka.
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I MUSCOLI
La diffusione delle informazioni sul missile ha un so che di muscolare (stile-Putin vogliamo chiamarlo? Per esempio: il fumoso viaggio intra-europeo del gruppo da battaglia della portaerei Kuznetsov diretta in Siria che adesso sta martellando Aleppo contribuendo a portarla man mano sotto il controllo di Damasco) e ha accompagnato una fase di rapporti tesi tra Mosca e Occidente (ora forse col nuovo presidente americano cambieranno), seguendo di poche settimane la decisione russa di sospendere un trattato per lo smaltimento dell’uranio militare messo in piedi anni fa con gli Stati Uniti. Già a maggio, Sputnik – media internazionale che con un eufemismo si può definire “vicino al Cremlino”, in realtà è un organo di propaganda al suo servizio – scriveva che “il miglior sistema attuale per le difese missilistiche può rivelarsi impotente contro Sarmat”, perché sarà capace di penetrare “lo scudo statunitense AMBD” – ossia l’Aegis Ballistic Missile Defense System – e soprattutto raccontava che il missile sarebbe stato in grado di “cancellare parte della terra delle dimensioni del Texas e della Francia”; l’eleganza lascia spazio alla vena propagandistica: il paragone è con uno degli stati più grandi e importanti dell’America e con un altro dell’Europa. Il senso geopolitico dell’arma è chiaro: deterrenza, spiegava tempo fa il generale Viktor Esin, ex capo delle Forze missilistiche strategiche, al quotidiano Izvestija che la Russia non sarà mai la prima a colpire con un missile nucleare: “Il Sarmat non serve a questo, è un’arma di rappresaglia […] il nemico questo lo sa, ecco perché Sarmat garantisce la nostra sicurezza”.
LA PROPAGANDA
La notizia della pubblicazione delle prime immagini di un’arma così potente e importante ha interessato alcuni dei media mainstream, che l’hanno ripresa come tassello del complicato puzzle Russia/Occidente (intento anche di queste colonne, ndr): articoli sono apparsi sulla CNN, Telegraph, CNBC, Vice News, in Italia ne hanno parlato per esempio la Stampa, l’Ansa ,il Corriere della Sera e il bravo Danilo Elia, specialista di Russia per East Online. Quasi tutti hanno ripreso le parole di maggio uscite su Sputnik: “Può distruggere un territorio grande come la Francia o il Texas” è d’altronde un’ottima leva per richiamare l’interesse del lettore su un argomento che altrimenti sarebbe tecnico al limite del noioso (gittata, testata, motore, e via dicendo). Chi ha fatto di più sono stati alcuni siti meno famosi, che appartengono però alla galassia di diffusione globale di notizie filo-russe (dove “filo-russe” sta per “rielaborate con senso propagandistico pro-Cremlino”). Uno di questi è stato per esempio ripreso da un importante esponente dell’establishment del Movimento 5 Stelle, Pietro Dettori, il quale ha twittato un articolo scritto dal sito Silenziefalsità.it, pubblicazione con una linea cospirazionista già nel nome. La vicenda è un esempio ormai solidificato di come la propaganda russa viene rilanciata dagli esponenti del Movimento: la questione due giorni fa è stata ripresa in una lunga inchiesta di BuzzFeed, curata dal giornalista italiano Alberto Nardelli e dall’esperto di informazione/disinformazione online Craig Silvermann. L’argomento è trattato da diverse settimane anche da Jacopo Iacoboni, giornalista della Stampa che segue con costanza le dinamiche dei grillini: Iacoboni, ad esempio, ha ricostruito come le operazioni propagandistiche russe contro il governo italiano (un caso, la manifestazione di Piazza del Popolo per il “sì” al referendum costituzionale trasformata dalla propaganda russa di Russia Today in un protesta conto il governo) siano spesso rilanciate dai grillini, e ha tracciato altri collegamenti del genere che riguardano la disinformazione diffusa in rete dal M5S. Il pezzo di Silenziefalsità linkato da Dettori dice testuali parole: “Con Putin non si scherza. Mosca ha annunciato il progetto per un nuovo missile nucleare che si chiama RS 28, o Satan 2, in grado di colpire e ridurre in cenere un territorio della dimensione del Texas o della Francia. Sarà la volta buona che le teste calde di Washington e dintorni si raffreddano?”. E ancora, prima di passare alla richiesta di abolire le sanzioni alla Russia e di smetterla con le provocazioni verso Mosca, si legge: “Non è molto meglio rischiare un mondo multipolare e rinunciare a qualcosa del proprio potere anziché correre il rischio di perderlo tutto e incenerire il mondo intero?”. Passo indietro a questo punto: chi è Pietro Dettori? Non uno qualunque tra i grillini, anzi. Il suo attuale ruolo è responsabile editoriale dell’Associazione Russeau, vanto di Davide Casaleggio (il figlio del defunto ideatore del Movimento) e piattaforma politica informatica “unica” dove si scriveranno le proposte di legge e si decideranno i candidati M5S, e soprattutto nella Russeau confluiscono i soldi delle raccolte fondi. Dettori, citando il Corsera, “è il Pietro che Beppe Grillo nel gennaio 2013 nel post di annuncio di avvio dello Tsunami tour indicava come suo braccio destro” (ai tempi era addetto ai social network del leader pentastellato, e ogni tanto scriveva sul Blog).